Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


Una discarica di detriti, oli esausti e pneumatici nel Motodromo

Posted in Articoli,Kartodromo by admin on 26 Giugno 2020

Stando alle prime indiscrezioni, ad Ottobiano i detriti erano stati interrati a poche centinaia di metri di distanza dai tracciati di motocross e kart, non lontani dalle piste. I finanzieri avrebbero poi rilevato una presenza massiccia di pneumatici e cisterne di gasolio da smaltire. Qui, in questo impianto all’avanguardia, fiore all’occhiello per centauri inaugurato nel 1999, e diventato negli anni sede di due Campionati Mondiali, un Campionato Europeo, varie gare di caratura internazionale e decine di gare di Campionato Italiano, dovrà essere valutato il danno ambientale derivato dall’abbandono e all’occultamento dei materiali rinvenuti, e dalla cattiva gestione di oli esausti e carburanti. Nei prossimi giorni saranno effettuate le operazioni di carotaggio dei terreni da parte della componente tecnica incaricata dal Pm, che saranno in grado di fornire dati più precisi.

Continua su Corriere.it

Commenti disabilitati su Una discarica di detriti, oli esausti e pneumatici nel Motodromo

Questione ambientale a Cava Gisana: nonostante le concessioni edilizie…

Posted in Biogas Zimmardo,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 20 Agosto 2016

Con recente sentenza della Cassazione penale ( Sez. III, n.28344/2016 ) si è chiusa definitivamente la vicenda relativa all’esecuzione di due impianti, all’epoca in corso di esecuzione, entrambi regolarmente autorizzati nel 2004 dal Comune di Modica, in zone di particolare pregio del territorio di Modica e segnatamente un impianto per il trattamento della bio – massa, sito nella contrada Gisana ed un impianto per la costruzione di un Kartodromo, sito nella vicina contrada Zimmardo.

Contro tali impianti ed i relativi provvedimenti autorizzatori del Comune di Modica, all’epoca insorsero numerosi residenti delle zone interessate, con esposti e denuncie, ottenendone il sequestro ed il rinvio a giudizio dei proprietari degli stessi dei Direttori dei lavori e di alcuni funzionari del Comune di Modica.

Con sentenza depositata il 24 febbraio 2009, i proprietari degli impianti, e i tecnici  direttori dei lavori furono condannati per le violazioni edilizie loro contestate così come venne condannato per abuso di ufficio un funzionario del Comune di Modica.

A seguito dell’appello degli imputati, la Corte di Appello di Catania, con sentenza del 29/giugno/2012, applicò la prescrizione agli imputati, atteso il tempo trascorso, confermando nel resto l’impugnata sentenza del Tribunale di Modica, in particolare , confermando le statuizioni civilistiche della sentenza di primo grado.

Avverso tale sentenza della Corte di Appello di Catania, i titolari dell’impianto di biomassa hanno proposto ricorso per cassazione, che è stato rigettato con la suindicata sentenza della S.C., che ha confermato le precedenti sentenze del Tribunale di Modica e della Corte di Appello di Catania.

Il dato che mi preme sottolineare è che la Corte di Cassazione,  aderendo all’impostazione del Tribunale di Modica, ha confermato la responsabilità del committente, del proprietario e del Direttore dei lavori, nonostante il rilascio della concessione edilizia, sottolineando che lo stesso non basta a ritenere legittima un’opera edilizia, poiché il Giudice è tenuto a verificare la legittimità del titolo concessorio rilasciato. Da ciò consegue che , ove tale titolo sia illegittimo perchè rilasciato in violazione delle norme edilizie, il reato sussiste, anche, a prescindere dalla collusione tra pubblico amministratore e privato destinatario. . . continua su Laspia.it

Commenti disabilitati su Questione ambientale a Cava Gisana: nonostante le concessioni edilizie…

Processo Kartodromo-Itis, condanne e risarcimenti danni

Posted in Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 27 Novembre 2008

10 ore di camera di consiglio. Tanto ci ha messo il collegio penale del Tribunale di Modica(Scibilia, Di Marco, Rubino)per emettere le 13 sentenze a conclusione del processo per l’inchiesta sulla costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa, nelle Cave Gisana Giarrusso Liccio e Zimmardo Bellamagna.

I giudici hanno disposto, tra le tante, il ripristino dello stato dei luoghi e la demolizione delle strutture già realizzate perché illegittime, oltre al risarcimento danni in favore dello Stato, costituitosi in giudizio, da liquidarsi in separata sede e quantificato in oltre un milione 200mila euro. Si chiude con queste decisioni ma anche con condanne ed assoluzione un lungo ed articolato processo intentato su un’indagine svolta dai carabinieri circa il rilascio di concessioni illegittime da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Modica per la realizzazione dei due impianti.

Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e di violazione del Piano Regolatore Generale in materia di inedificabilità e di deturpamento della macchia mediterranea, ma anche di violazione dei vincoli paesaggistici ed idrogeologici.

La pena maggiore è stata inflitta all’allora responsabile dello Sportello Unico del Comune di Modica, Giuseppe Castagnetta, condannato a 6 mesi di reclusione, e all’interdizione dai pubblici uffici per l’identica durata della pena detentiva. Alcuni dei coimputati hanno rimediato solo contravvenzioni per reati in materia edilizia, altri sono stati assolti. Tutti i soggetti condannati hanno beneficiato della sospensione condizionale della pena. Nel dettaglio il deliberato dei magistrati modicani: all’ingegnere Antonino Di Rosa, 43 anni, di Modica, ad Ignazio Morana e a Graziella Candiano, modicani di 49 e 44 anni, rispettivamente socio gestore e legale rappresentante della “Itis”, società che avrebbe dovuto costruire l’impianto di trattamento della biomassa, sono stati inflitti tre mesi di arresto e 22mila euro di ammenda ciascuno; due mesi di arresto e 22mila euro di ammenda per l’ingegnere Ignazio Agosta e per Giovanni Carpenzano, 49 anni, modicano, amministratore unico di “Servizio Casa”, società che avrebbe dovuto realizzare il kartodromo.

Sono stati assolti da tutti i reati l’ex soprintendente di Ragusa, Beatrice Basile, e il suo collaboratore Giuseppe Saggio, il dirigente comunale del terzo settore Francesco Paolino, 50 anni, sciclitano.
Assoluzione anche per Calogero Rizzuto, 51 anni, di Agrigento; Francesco Ascanio, 57 anni, nativo di Caltagirone ma residente a Pozzallo, tecnico istruttore dell’unità operativa IV Paesaggistica della Soprintendenza di Ragusa; Corrado Borgh, ennese di 48 anni, comandante del distaccamento di Scicli del Corpo forestale regionale, ed Alessandro Modica, 56 anni, modicano, responsabile del procedimento della sezione urbanistica del comune di Modica.

Il pubblico ministero, Maria Mocciaro, aveva chiesto la condanna a complessivi 9 anni di carcere per alcuni imputati e l’assoluzione per altri. Oltre al ministero dell’ambiente si erano costituiti parte civile una decina di residenti, due associazioni ambientaliste, “Movimento azzurro” e “Legambiente”, e il Comune di Pozzallo, il cui territorio era limitrofo alle 2 aree ricadenti nel Comune di Modica, la cui amministrazione di allora non ritenne invece opportuno costituirsi parte civile in giudizio. Le associazioni ambientaliste si ritengono soddisfatte. Corrado Rizzone, rappresentante dei Verdi, presente quasi sempre in udienza, dice: “La sentenza ci soddisfa perché ha l’effetto di un precedente. E’ una vittoria dell’interesse pubblico su quello privato. La stessa decisione dei giudici di procedere all’abbattimento degli scheletri dei due impianti – ha concluso Rizzone – la dice lunga sull’effettiva illegittimità delle due costruzioni nelle contrade interessate, difese dai residenti a loro volta appoggiati dallo Stato”.

Commenti disabilitati su Processo Kartodromo-Itis, condanne e risarcimenti danni

IL MAXI PROCESSO SUL KARTODROMO E SULL’IMPIANTO DI BIOMASSA, RICHIAMATI I PERITI CHE RESTANO ANCORA DI OPINIONI DIVERSE SULLA MACCHIA MEDITERRANEA

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 7 Novembre 2008

I periti del Tribunale di Modica e quello della difesa richiamati per chiarimenti sulle rispettive conclusioni fornite in precedenza ed anche ieri si sono trovati in disaccordo. Così è andata quella che dovrebbe essere la penultima udienza del maxi processo che si celebra davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)sulla costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa, rispettivamente a Cava Bellamagna Zimmardo e a Cava Giarrusso.

I due Ctu hanno confermato quanto sostenuto in precedenza e cioè che la macchia mediterranea era presente in entrambe le aree, in percentuale del 100% nella vallata e del 50% lungo il versante. I due periti catanesi sono stati anche ieri contestati dal perito di parte, secondo il quale il calcolo delle percentuali sarebbero state utilizzate solo delle mere foto ortografiche, e non delle vere e proprie cartografie. I consulenti del Tribunale hanno integrato la loro perizia sostenendo la presenza della macchia mediterranea che hanno chiamato “un vero e proprio bosco” con opere che ricadevano tra i 20 e 120 metri da una parte ed oltre i 2 metri dall’altra, mentre quello della difesa ha prodotto delle foto che mostravano terreni dove non c’era coltivazione perché arati(prove acquisite dai giudici) ed ha contestato la presenza di macchia mediterranea. Il processo è stato riconvocato per il prossimo 26 novembre. Il processo si riferisce al rilascio di concessioni, come si diceva, per la costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa.

Tredici sono gli imputati. In precedenza il pubblico ministero, Maria Mocciaro, era andata per la requisitoria chiedendo otto condanne per quasi dieci anni di arresto e 90 mila euro di multa, e cinque assoluzioni.
Fonte: RTM

Commenti disabilitati su IL MAXI PROCESSO SUL KARTODROMO E SULL’IMPIANTO DI BIOMASSA, RICHIAMATI I PERITI CHE RESTANO ANCORA DI OPINIONI DIVERSE SULLA MACCHIA MEDITERRANEA

Invece della sentenza altri due periti.

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 24 Maggio 2008

Molti degli imputati erano presenti in aula perché attendevano la sentenza per ieri nel processo che si celebra davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica (Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere) che riguarda le concessioni per la costruzione di un kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare.

Attesa vana perché ieri i giudici sono usciti, a sorpresa, dalla camera di consiglio con una nuova decisione, nominando due nuovi periti. Si tratta del professore Salvatore Brullo, vice direttore del Dipartimento Botanico presso l’Università di Catania, e del dottor Giampietro Giusto Del Galdo, direttore di Ricerca di Scienze Ambientali presso l’ateneo catanese. I due presteranno giuramento il prossimo 30 maggio. Dovranno esprimersi in merito all’esistenza della Macchia Mediterraneo, oggetto di ripetuti contrasti nel corso del dibattimento che era stato chiuso alcune settimane fa con le richieste del pubblico ministero, Maria Mocciaro, di otto condanne per quasi dieci anni di arresto e 90 mila euro di multa e cinque assoluzioni, tra le quali quelle dei funzionari della Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa. L’indagine scaturì dalle denunce che furono presentate da alcuni residenti delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente.

Nel processo si sono costituiti parte civile il Ministero per l’Ambiente, gli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici.

Fonte: RTM

Commenti disabilitati su Invece della sentenza altri due periti.

Processo Kartodromo-Itis

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 27 Marzo 2008

Le arringhe dei legali di parte civile ha concluso la seconda fase del processo davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)per il processo sulle concessioni per la costruzione di un kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare. Dopo l’Avvocatura dello Stato, il Comune di Pozzallo e Legambiente, che avevano concluso nella precedente udienza, questoi pomeriggio è toccato ai restanti legali, quelli che patrocinano il Movimento Azzurro ed i residenti, cioè gli avvocati Antonio Borrometi e Luca Licitra.

Molto lunga ed articolata la fase che ha visto di scena l’avvocato Borrometi, rimasto al microfono per circa 90 minuti e che, in conclusione ha chiesto la condanna anche per i funzionari della Sovrintendenza e per il funzionario del Corpo Forestale, nei confronti dei quali il pubblico ministero, Maria Mocciaro, aveva chiesto l’assoluzione, perché “c’è responsabilità anche loro”.

“I carabinieri – ha aggiunto Antonio Borrometi – hanno scattato delle foto che evidenziano chiaramente le fratture insanabili causate all’ambiente”. Dello stesso tenore l’arringa di Licitra anche se molto più ridotta dal momento che si è riportato alle conclusioni del collega di parte civile in quello che è stato definito il primo processo a Modica in difesa del paesaggio.

Il Collegio Penale ha aggiornato l’udienza al prossimo 16 aprile. Si resterà in aula per l’intera giornata in modo da rendere possibili le arringhe di tutti i difensori. Nella precedente udienza, oltre agli avvocati Tiziana Serra e Giorgio Terranova, del team di parte civile, c’era stato il pronunciamento del Sostituto Procuratore della Repubblica, Mocciaro, che aveva chiesto condanne per nove anni e sei mesi complessivi di reclusione per otto degli imputati oltre a 90 mila euro di multe e le assoluzioni perché il fatto non sussiste nei confronti di Beatrice Basile, Giuseppe Saggio e Calogero Rizzuto della Sovrintendenza per Corrado Borgh e per Francesco Ascanio.

L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Modica, prese spunto dagli esposti presentati dai residenti e proprietari di immobili delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente. Nel processo si sono costituiti parte civile il Ministero per l’Ambiente, gli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici.
Fonte: RTM

Commenti disabilitati su Processo Kartodromo-Itis

MODICA. PROCESSO ITIS-KARTODROMO. Perito in aula: “Le aree erano sottoposte a vincolo”

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 23 Novembre 2007

kartodromo.jpgOltre novanta minuti è durata la deposizione dell’ingegnere Paolo La Greca, docente universitario, consulente tecnico d’ufficio nominato dal pubblico ministero, Maria Mocciaro, per dire sulle circostanze riguardate l’articolato nel processo in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere) sulle concessioni per la costruzione del kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare.

In buona sostanza il perito ha confermato l’esistenza dei vincoli paesaggistici ed ambientali come del resto avevano detto gli altri due Ctu, Fabrizio Scicali ed Antonino Santonocito. La zona ricadeva, dunque, in area agricola (E 5), per cui, secondo i periti, per il rilascio delle concessioni sarebbe stato necessario, tra le altre cose, che ci fossero già altri impianti produttivi, addirittura, Cava Gisana, che doveva “ospitare” l’impianto di biomassa, nel 1977 fu riconosciuta di interesse ambientale considerevole. In precedenza Giovanni Di Stefano, dirigente della sezione Beni Archeologici della Sovrintendenza di Ragusa, aveva sottolineato che all’epoca delle indagini, a cavallo tra il 2004 ed il 2005, a Cava Gisana non c’erano vincoli di natura archeologica laddove era stata realizzata la struttura della società Itis Sas.

Nella passata udienza era stato escusso il rappresentante dei Verdi, Corrado Rizzone, il quale aveva parlato di incontri tra i residenti ed esponenti politici, durante i quali emerse il netto diniego dei primi per la costruzione dei due impianti. I residenti si rivolsero al Tar. “Nei fatti – aveva spiegato Rizzone – dopo la sospensione dei lavori da parte della società stessa, i camion ripresero a scaricare materiale perchè in realtà la sospensione era limitata solo ai capannoni, ma non al kartodromo vero e proprio. Un artifizio che risultò in ogni caso inutile visto che qualche giorno dopo il Tribunale Amministrativo Regionale bloccò tutto”. L’indagine scaturì da esposti presentati dai residenti delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente. Nel processo di rilevante importanza è stata l’ammissione a costituirsi parte civile da parte del Ministero per l’Ambiente, e degli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali.

Saro Cannizzaro
Radio RTM

Commenti disabilitati su MODICA. PROCESSO ITIS-KARTODROMO. Perito in aula: “Le aree erano sottoposte a vincolo”

Le concessioni facili: Il sindaco Torchi arrogante con i residenti. Drago e Minardo stemperarono i toni

Posted in Articoli,Kartodromo by admin on 15 Novembre 2007

La testimonianza di Corrado Rizzone dei Verdi nel processo
Anche la Provincia voleva realizzare un kartodromo a Zimmardo Bellamagna

Anche la Provincia regionale avrebbe avuto interesse alla costruzione di un kartodromo nell’area di Zimmardo Bellamagna. Furono sempre i residenti ad opporsi, proprio come fecero in seguito con la struttura analoga che invece doveva essere realizzata da una società privata, i cui titolari e legali rappresentanti fanno parte dei 13 imputati, tra funzionari dell’ufficio tecnico comunale e della Soprintendenza, nel processo sulle cosiddette “concessioni facili”.

corrado-rizzoneIl dato è emerso ieri pomeriggio dalla lunga testimonianza resa dall’esponente dei Verdi Corrado Rizzone (nella foto), secondo cui “la costruzione di almeno uno tra i due impianti venne ribadita dal sindaco Piero Torchi nell’ambito di una delle riunione sull’argomento”. Stando alla testimonianza resa da Rizzone, “il sindaco vistò tutti gli atti che, per conoscenza, giunsero sulla sua scrivania in merito alla realizzazione del kartodromo da parte dei privati, apponendo il timbro e il nullaosta per lo smistamento delle pratiche nei vari uffici, tra cui lo sportello unico, per il proseguimento dell’iter”.

Tutto questo nonostante le perplessità dei residenti “dinanzi ai quali– ha proseguito Rizzone – il sindaco rispose con una certa arroganza, precisando che in ogni caso uno dei due kartodromi sarebbe sorto nell’area a ridosso delle abitazioni e dei terreni dei residenti. Furono poi gli onorevoli Drago e Minardo – ha aggiunto l’esponente dei Verdi – a stemperare i toni, dichiarando che si sarebbero attivati per far spostare di qualche decina i metri il costruendo kartodromo”. Questa circostanza era stata ribadita nella scorsa udienza. Ma i residenti si rivolsero ugualmente al Tar, perchè non si sentivano tutelati in modo adeguato. “Ed in effetti – ha proseguito Rizzone – dopo un annuncio “civetta” sulla sospensione dei lavori annunciato dalla stessa società, i camion continuarono a scaricare materiale perchè in realtà la sospensione era limitata solo ai capannoni, ma non al kartodromo vero e proprio. Un artifizio comunque inutile – ha concluso Rizzone – dal momento che qualche giorno dopo il Tar bloccò tutto”. I residenti sporsero poi denuncia ai carabinieri per la scomparsa di cartelli indicanti il peso massimo consentito per i mezzi da lavoro. Poi saltò fuori che erano stati i vigili urbani a toglierli.

Antonio Di Raimondo
Corriere di Ragusa

Commenti disabilitati su Le concessioni facili: Il sindaco Torchi arrogante con i residenti. Drago e Minardo stemperarono i toni

Drago, Minardo e Torchi si interessarono alla vicenda impianto biomassa

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 8 Novembre 2007

Udienza interessante del processo sulle concessioni facili
Un impegno che non persuase i residenti, che non fornirono l’assenso per la vendita dei terreni

drago.bmpIl leader ibleo dell’Udc Giuseppe Drago (nella foto), l’allora vice sindaco Riccardo Minardo e l’attuale primo cittadino Piero Torchi si interessarono fattivamente per favorire lo spostamento di qualche centinaio di metri del costruendo impianto di trattamento della biomassa e del kartodromo nelle contrade Cava Gisana–Liccio e Zimmardo Bellamagna. E’ questo il sunto della testimonianza resa ieri pomeriggio dal teste Giorgio Savarino nel processo che vede alla sbarra 13 imputati tra funzionari dell’ufficio tecnico e della Soprintendenza e i titolari delle due imprese.

Savarino,  noto medico residente nell’area interessata, venne nominato dagli altri abitanti loro portavoce e intermediario con le istituzioni. Savarino ha specificato che i tre politici non si impegnarono ad evitare che i due impianti venissero realizzati, ma solo ad interessarsi affinchè venissero costruiti in un’altra zona, comunque limitrofa a quella originaria. Un impegno che non persuase i residenti i quali, difatti, non fornirono l’assenso per la vendita dei terreni che, come ribadito da un’altra teste precedente, erano particolarmente ambiti da quanti avevano interesse alla realizzazione delle due strutture, al punto da essere disposti a pagare qualunque cifra. Tornando a Savarino, ha precisato che venne frainteso quando a suo tempo chiese al sindaco “un trattamento di favore per i residenti”. Savarino alludeva difatti ad una sorta di tutela dall’aria maleodorante che si sarebbe potuta sprigionare dall’impianto di compostaggio dei rifiuti. Invece qualcuno finì con l’intendere la promessa di posti di lavoro nella struttura, in cambio di una linea più “morbida” per la realizzazione della stessa.

E’ stato poi il turno dell’agronomo botanico Giuseppe Calabrese, che ricevette dai residenti l’incarico di redigere due studi tecnici sui costruendi impianti. In riferimento a quello per il trattamento della biomassa, Calabrese appurò che non erano stati previsti i servizi igienici per i lavoratori. Inoltre i mille 300 metri quadrati di terreno dove si sarebbe dovuto procedere allo stoccaggio esterno dei rifiuti vennero considerati eccessivi a fronte della quantità di materiale da trattare, per il quale sarebbero bastati due camion al giorno. Infine non venne previsto un adeguato impianto di ricircolo e depurazione dell’aria. Il processo prosegue mercoledì prossimo.

Antonio Di Raimondo
Corriere di Ragusa

Commenti disabilitati su Drago, Minardo e Torchi si interessarono alla vicenda impianto biomassa

PROCESSO ITIS-KARTODROMO. PARLANO I PERITI DEL PIEMME

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 1 Novembre 2007

Lunga ma interessante l’udienza di ieri nel processo in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)sulle concessioni per la costruzione del kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare, che è andato a avanti per l’intera giornata.

Interessante perché i magistrati hanno proceduto all’audizione dei consulenti del pubblico ministero, Fabrizio Scicali ed Antonino Santonocito, che dopo la lunga escussione del piemme, Maria Mocciaro, sono stati “voltati e rivoltati” dalla larga schiera di difensori. Di sostanziale i due tecnici hanno fatto rilevare che la zona oggetto della vicenda era luogo soggetto a vincolo della Sovrintendenza ed urbanisticamente ricadente in zona agricola(E 5). “Per il rilascio delle concessioni – ha detto Scicali – occorreva verificare alcune priorità e cioè se nell’area ci fosse altri impianti produttivi, se la stessa fosse satura e se fosse zona agricola. Priorità che mancavano.

Successivamente, abbiamo analizzato il Piano ed è risultato che esisteva un vincolo di inedificabilità assoluta”. Cava Gisana, dove era in progetto l’impianto di biomassa, nel 1977 fu riconosciuta di interesse ambientale considerevole. “L’impianto – ha sottolineato Santonocito – ricadeva solo nel 15 per cento in zona agricola. Possiamo anche dire che l’istruttoria della pratica era carente”. Il pubblico ministero ha chiesto ai due Ctu se la zona rientrasse in quella che è comunemente definita Macchia Mediterranea. “Abbiamo rinvenuto – hanno ribadito i due ingegneri – al Comune di Modica lo studio del dottor Maltese del 2003 nel quale viene attestato che nell’area esistono almeno sette specie di Macchia Mediterranea. Abbiamo, inoltre, rilevato che ci sono dei vizi di legittimità nelle concessioni anche in quella zona che ricade nella E 5”. In precedenza Giovanni Di Stefano, dirigente della sezione Beni Archeologici della Sovrintendenza di Ragusa, aveva sottolineato che all’epoca delle indagini, a cavallo tra il 2004 ed il 2005, a Cava Gisana non c’erano vincoli di natura archeologica laddove era stata realizzata la struttura della società Itis Sas.

L’indagine scaturì da esposti presentati dai residenti delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente. Nel processo di rilevante importanza è stata l’ammissione a costituirsi parte civile da parte del Ministero per l’Ambiente, e degli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato rappresentata dall’avvocato Domenico Maimone, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici, rappresentati dagli avvocati Antonio Borrometi, Tiziana Serra e Giovanni Giurdanella, ma anche del Comune di Pozzallo, attraverso l’avvocato Giorgio Terranova.

Commenti disabilitati su PROCESSO ITIS-KARTODROMO. PARLANO I PERITI DEL PIEMME

Impianto di biomassa e kartodromo: sospetti sull’iter troppo veloce

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 11 Ottobre 2007

Kartodromo

Modica – Prosegue il processo sulle concessioni illegittime
In aula nove residenti che hanno confermato pressioni per la cessione dei terreni di Gisana Liccio e Zimmardo Bellamagna

La stupefacente velocità con cui sono state rilasciate le autorizzazioni per la costruzione dell’impianto di trattamento dei rifiuti e del kartodromo nelle contrade Gisana Liccio e Zimmardo Bellamagna è stata oggetto di più di una domanda da parte del pm Maria Mocciaro.

Nove i testi che hanno risposto, tutti residenti nella zona, dinanzi al collegio penale presieduto dal giudice Giovanna Scibilia, nell’ultima udienza del processo sul rilascio di concessioni illegittime da parte dell’ufficio tecnico comunale per la realizzazione dei due impianti. I 13 imputati, tra funzionari comunali, della Soprintendenza e rappresentanti delle due ditte interessate, devono rispondere, ciascuno per le proprie responsabilità, di abuso d’ufficio e della violazione del piano regolatore generale in materia di inedificabilità e del deturpamento della macchia mediterranea, passando per la violazione del vincolo paesaggistico e di quello idrogeologico.

Alla sospetta celerità che contraddistinse il rilascio della documentazione per l’impianto dei rifiuti e per il kartodromo, fece da contraltare l’autentico blocco delle procedure per la modifica di un’antica casa privata, ricadente nella zona, da adibire apiccolo agriturismo. Venne altresì stoppato un progetto per la realizzazione di un chiosco, a 200 metri da Cava Gisana, per la vendita di bibite e panini.

Questo è il sunto delle testimonianze rese, tra cui quella di Angelo Iabichino, presidente di un’associazione ambientalista. Altri teste hanno poi riferito che un sensale delle due ditte fece il porta a porta “per offrire qualsiasi cifra ai proprietari per la cessione dei loro terreni”. E’ stato infine riferito che Peppe Drago e Riccardo Minardo (allora vicesindaco) si fecero promotori di un vertice romano per dirimere la controversia e tranquillizzare i residenti, che non volevano che l’area venisse stravolta. Pare che entrambi conclusero poi che era meglio proseguire nell’iter, per non perdere i finanziamenti.

IL SUNTO DELLA PENULTIMA UDIENZA
Quando furono svolte le indagini dai Carabinieri, tra il 2002 e il 2005, nelle aree interessate non sussisteva alcun vincolo archeologico. E’ quanto dichiarato ieri mattina da Giovanni Di Stefano, direttore del servizio archeologico della Soprintendenza e docente di archeologia e storia dell’arte tardo antica dell’Università della Calabria. Un piccolo colpo di scena quello saltato fuori nel processo sul rilascio di concessioni illegittime da parte dell’ufficio tecnico comunale per la realizzazione dell’impianto e di un kartodromo nel territorio.

Di Stefano, dinanzi al collegio penale presieduto dal giudice Giovanna Scibilia, ha riferito che i vincoli archeologici interessavano aree distanti alcuni chilometri rispetto a Giarrusso Liccio (dove sarebbe dovuto sorgere l’impianto di trattamento della biomassa) e Zimmardo Bellamagna (la zona del kartodromo). Nell’udienza precedente, 2 funzionari regionali avevano invece confermato l’assenza dei requisiti propedeutici al rilascio dei nullaosta da parte della Regione che, difatti, non vennero neanche richiesti.

I 13 imputati devono rispondere, ciascuno per le proprie responsabilità, di abuso d’ufficio e della violazione del piano regolatore generale in materia di inedificabilità e del deturpamento della macchia mediterranea, passando per la violazione del vincolo paesaggistico e di quello idrogeologico. Alla sbarra funzionari comunali, della Soprintendenza e rappresentanti delle due ditte interessate alla costruzione delle due strutture.

Si tratta della già soprintendente Beatrice Basile, del suo collaboratore Giuseppe Saggio e dell’ingegnere Ignazio Agosta. E poi ancora il responsabile dello sportello unico Giuseppe Castagnetta, 50 anni, modicano; il dirigente comunale del terzo settore Francesco Paolino, 50 anni, sciclitano; Calogero Rizzuto, 51 anni, di Agrigento; Francesco Ascanio, 57 anni, nativo di Caltagirone ma residente a Pozzallo, tecnico istruttore dell’unità operativa IV paesaggistica della Soprintendenza di Ragusa; Corrado Borgh, ennese di 48 anni, comandante del distaccamento di Scicli del Corpo forestale regionale; Alessandro Modica, 56 anni, modicano, responsabile del procedimento della sezione urbanistica del comune; Ignazio Morana e Graziella Candiano, modicani di 49 e 44 anni, rispettivamente socio gestore e legale rappresentante della ; Giovanni Carpenzano, 49 anni, modicano, amministratore unico della , società che avrebbe dovuto realizzare l’impianto di go kart, e l’ingegnere Antonino Di Rosa, 43 anni, di Modica.

Un altro filone d’indagine curato dalla Guardia di finanza verte invece su false fatturazioni per oltre 300mila euro, come ribadito dinanzi ai giudici dal capitano Giuseppe Morale. Anche per questo motivo, oltre che per i reati ambientali, lo Stato si è costituito parte civile nel procedimento tramite il legale Domenico Maimone (dell’avvocatura dello Stato) che rappresenta il Ministero dell’ambiente e quello dell’economia, oltre agli assessorati regionali al territorio ed ambiente, all’agricoltura e foreste, allo sviluppo economico ed ai beni culturali.

Antonio Di Raimondo
Corriere di Ragusa

Commenti disabilitati su Impianto di biomassa e kartodromo: sospetti sull’iter troppo veloce

PROCESSO KARTODROMO-ITIS. GLI INQUIRENT-TESTI: “scomparsi 300 mila euro del finanziamento”

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo,Varie by admin on 17 Giugno 2007

itis.jpg

L’escussione dei carabinieri delegati per svolgere le indagini circa le concessioni per la costruzione del kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare, sono state oggetto di dibattimento nel processo in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere). Puntigliose, ricche di particolari le escussioni del capitano Giuseppe Morale, all’epoca tenente in quota alla Compagnia dei Carabinieri di Modica, del maresciallo Raimondo e del brigadiere Tosto, quest’ultimo del Nucleo Operativo Ecologico, che, in sostanza, hanno confermato tutti i contenuti dell’indagine scaturita da esposti presentati dai residenti delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente.

I tre militari hanno fornito un quadro d’insieme molto corposo: hanno raccontato di fatture commerciali di rilevante somma che servivano per ottenere finanziamenti attraverso lo Sportello Unico, emesse per opere ancora non realizzate, che non corrispondevano alla realtà.

In questo senso si è fatto specifico riferimento a trecentomila euro a fronte di un milione di euro di finanziamento, dei quali non ci sarebbe traccia circa la destinazione avuta.

E poi hanno detto della distanza di uno degli impianti da Cava Gisana. Hanno descritto lo stato dei luoghi con certosini particolari.
“Abbiamo trovato – è stato detto in aula – gente che aveva già dato fuoco ad alcuni alberi”.

Prima di ascoltare i tre carabinieri(Morale è stato, nel frattempo, promosso e trasferito a Reggio Calabria), il pubblico ministero, Francesca Aprile, ha prodotto documentazione “elefantiaca” per la quale le controparti hanno chiesto di esaminare.

Il Tribunale, in questo senso, si è riservato di deliberare per la prossima udienza fissata per il 20 giugno, quando sarà escusso Giovanni Di Stefano della Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali.Successivamente si dovrebbe andare oltre la pausa d’estate. Nel processo di rilevante importanza è stata l’ammissione a costituirsi parte civile da parte del Ministero per l’Ambiente, e degli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato rappresentata dall’avvocato Domenico Maimone, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, tramite gli avvocati Antonio Borrometi e Tiziana Serra, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici, patrocinati dall’avvocato Giovanni Giurdanella, e del Comune di Pozzallo, attraverso l’avvocato Giorgio Terranova.

Fonte: Saro Cannizzaro

Altre foto impianto biomassa Itis
Altre notizie correlate: Radio RTM

Commenti disabilitati su PROCESSO KARTODROMO-ITIS. GLI INQUIRENT-TESTI: “scomparsi 300 mila euro del finanziamento”
Next Page »