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AGROBUSINESS: IL NOSTRO VELENO NEL PIATTO

Posted in Varie by admin on 26 Dicembre 2012

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Marie-Monique Robin: “Se c’è volontà politica, in quattro anni mettiamo fine all’attuale modello agroalimentare”.
Da Parigi, la giornalista investigativa critica duramente l’agrobusiness e propone una soluzione alla crisi che ha colpito l’agricoltura mondiale: la realizzazione dell’agroecologia su grande scala.

Una nuova inchiesta della giornalista francese Marie-Monique Robin è appena stata pubblicata. Si tratta del libro “Notre poison quotidien” (in italiano “Il veleno nel piatto” edito da Feltrinelli, N.d.T.), un lavoro che, al pari di “Il mondo secondo Monsanto”, è stato realizzato sia come libro sia come documentario cinematografico. L’autrice offre un’analisi estremamente dettagliata delle responsabilità dell’industria chimica nell’epidemia delle malattie croniche. “Parlo dell’incredibile aumento di tumori, malattie neurodegenerative, disturbi della riproduzione, diabete e obesità che si registrano nei paesi “sviluppati”, al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di ‘epidemia’”, spiega la Robin.

– A cosa si riferisce quando parla del “nostro veleno quotidiano”?

– Ai prodotti chimici che troviamo ogni giorno nel cibo, che siano sottoforma di pesticidi, additivi alimentari o plastiche utilizzate per gli alimenti. Queste molecole chimiche sono presenti in dosi molto basse. Quello che dimostro nella mia ricerca, e che nessuno ha negato finora, è che queste dosi molto basse di residui, che si suppone non abbiano alcun effetto, hanno invece effetti nocivi per la salute umana. – L’uso di questi prodotti presenti nei cibi è autorizzato?

– Certamente. La valutazione dei prodotti chimici praticata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, o dalla FDA negli Stati Uniti, si basa sul principio di Paracelso secondo il quale è la quantità che rende un veleno tale. La cosiddetta “Dose Giornaliera Ammissibile” (DGA) si basa su questo. Ciò che dimostro è che questo principio non è valido per molte molecole, che non serve a niente.

– Perché?

– Perché questa specie di Bibbia è basata sul nulla. Non c’è nessuno studio serio alla base. Tutti credevano che con la DGA saremmo stati al sicuro, ma nessuno si è mai chiesto da dove venisse. Questo è il fulcro della mia ricerca. La DGA è stata fabbricata a tavolino da cinque persone negli anni ’60. Lo fecero in buona fede, perché si stavano chiedendo cosa potevano fare per moderare l’effetto delle molecole chimiche, che sappiamo essere altamente tossiche. Ma non hanno mai proposto di proibire l’uso di questi veleni presenti nel nostro cibo. Pensavano che in nome del “progresso” o dello “sviluppo” avremmo dovuto correre questi rischi, non poteva essere altrimenti.

– Queste norme sono avallate da organismi statali?

– Sì. Si nascondono dietro un regolamento statale, che sembra essere molto indipendente, molto serio e molto scientifico, con molti dati e molte cifre, con tonnellate di scartoffie, ma quando ti metti a studiarlo ti rendi conto che è stato realizzato affinché le autorità pubbliche potessero dire: “Stiamo bene, siamo nella norma”. Ma se è una norma seria, che realmente serve a proteggere la gente, allora perché la cambiano continuamente? La adeguano agli interessi delle industrie, più che alla salute della popolazione.

– Perché, secondo lei, non c’è stata nessuna risposta alla sua ricerca da parte dell’industria chimica?

– Perché sono dati e perché loro lo sanno. La ricerca ha suscitato scalpore appena è uscita. I produttori chimici hanno detto: “La Robin esagera un po’”. Ma niente di più. Sicuramente colgono sempre l’occasione per dire che questo lavoro è un po’ esagerato, oppure le grandi imprese pagano gente che cerca di screditarmi sul mio blog.

– Nel suo lavoro lei sostiene che la “Rivoluzione Verde” degli anni ’60 prometteva di alimentare tutto il mondo, ma che in realtà non è mai stata neanche vicina a riuscirci. Perché?

– Nel mio prossimo documentario, che uscirà tra un mese (magari arrivasse in Argentina!) -si intitola “Il raccolto del futuro”-, rispondo proprio a questa domanda. Il discorso è sempre lo stesso: “Se proibiamo gli agrotossici, non possiamo alimentare il mondo, moriremo di fame”. Questa argomentazione è molto interessante, ma falsa. La famosa “Rivoluzione Verde” ha portato a un impoverimento delle risorse naturali e a una contaminazione generalizzata dell’ambiente, a causa dell’uso massivo di prodotti chimici. Ho viaggiato per un anno in undici paesi. La conclusione che ho tratto è che se oggi c’è un miliardo di persone che non mangia o che ha problemi di fame è a causa degli agrotossici. Non solo per gli agrotossici in sé, ma per tutto il sistema di mercato legato a questo business.

– Come influisce sul mercato?

– Questo aspetto ha a che fare con una catena che si estende a livello mondiale. In Argentina ci sono 18 milioni di ettari coltivati con soia transgenica, fumigati con agrotossici, che stanno distruggendo allevatori e piccoli produttori che realmente danno da mangiare alle popolazioni locali. Qui in Francia stiamo sterminando il 3% della popolazione degli agricoltori e le grandi fattorie. Tutto è collegato, perché quelli che vendono gli agrotossici sono gli stessi che controllano il mercato dei semi, come Cargill e Monsanto. Queste multinazionali stanno seminando la fame nel mondo.

– Come si fa a uscire da questo sistema?

– Attraverso l’agroecologia, l’agricoltura organica, basata in piccole unità autonome a livello energetico, in cui si utilizzano le risorse naturali e la varietà di piante, perché la monocoltivazione è una catastrofe per l’ambiente.

– Ma l’agroecologia si può realizzare anche su grandi estensioni o su scala nazionale?

– Certamente, senza nessun problema. L’unico ostacolo è la mancanza di volontà politica. In Europa stiamo combattendo questa battaglia. L’anno prossimo avremo un cambiamento nella famosa politica agricola dell’Unione Europea. Stiamo chiedendo che i sussidi che si danno qui agli agricoltori, o alle grandi imprese, quelle che più inquinano l’ambiente, siano stanziati per gli agricoltori che vogliono passare all’agroecologia. In solo quattro anni si può cambiare rotta. È solo una questione di volontà politica e, volendo, si può mettere fine a questo modello agroalimentare criminale globale. Bisogna sottrarre l’agricoltura alle grinfie del commercio. Il cibo non è un prodotto qualsiasi: nessuno può vivere senza. Nessuno può vivere senza contadini. Ogni paese dovrebbe proteggere i propri contadini. Sentiamo sempre dire che i prodotti dell’industria chimica sono più economici di quelli biologici, ma non è vero, perché l’industria chimica genera una gran quantità di spese indirette.

– La proibizione degli agrochimici sarebbe un modo per risparmiare denaro o, al contrario, una perdita economica?

– L’Unione Europea ha realizzato uno studio secondo il quale se proibissimo gli agrotossici, solo tenendo in considerazioni i soldi spesi per il cancro dei contadini e degli altri, potremmo risparmiare 27 miliardi di euro l’anno. E parliamo solo del cancro.

– Nel suo libro, lei sostiene che il cancro è una malattia “nuova”, propria della civilizzazione. Com’è possibile?

– Volevo saperlo, perché si dice sempre che il cancro è relazionato ai prodotti chimici. Bene, volevo verificare se prima esistesse il cancro o meno. Ho studiato molti libri, moltissime relazioni di gente che ha viaggiato durante il XIX secolo in cui si afferma che il cancro era quasi inesistente. I tumori fecero la loro comparsa con la civiltà industriale. È un fatto. Ed è interessante vedere come sono andati aumentando. È interessante anche vedere come si organizza l’industria per affermare il contrario.

– Con il passare degli anni, la popolazione ha preso coscienza che molte sostanze di uso quotidiano – come la sigaretta o il sale – sono dannose per la salute. Pensa che possa succedere la stessa cosa con gli agrochimici?

– È molto diverso, perché questi prodotti si trovano ovunque e non lo sappiamo. Una persona che fuma conosce i rischi ed è una decisione personale. Negli alimenti, invece, uno non sa quanti prodotti chimici sta ingerendo. Molte donne non sanno, per esempio, che una delle cause principali del tumore al seno, sebbene non l’unica, sono i deodoranti. Per questo dico alle donne di non utilizzare nessun deodorante, perché contengono perturbatori endocrini che vanno direttamente al seno. La popolazione non lo sa. Inoltre, si stanno utilizzando prodotti che non sono stati prima analizzati. Dobbiamo riappropriarci del contenuto della nostra alimentazione quotidiana, riprendere le redini di ciò che mangiamo, affinché la smettano di infliggerci piccole dosi di diversi veleni senza alcun beneficio.

Manuel Alfieri
Fonte: www.ecoportal.net
Link: http://www.ecoportal.net/Temas_Especiales/Suelos/Agronegocio_El_veneno_nuestro_de_cada_dia
8.12.2012

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org ada SILVIA SOCCIO

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Gli scienziati ammettono le scie chimiche.

Posted in Articoli by admin on 11 Dicembre 2012

Ora gli scienziati ammettono che le emissioni degli aerei danno luogo a nubi artificiali che bloccano il sole, proprio quello che auspicano i sostenitori della Geoingegneria come ad esempio il principale eugenetista nonchè consigliere scientifico della Casa Bianca, John P. Holdren, ma l’articolo cerca di insinuare che l’effetto è causato da “vapori” naturali, quando in realtà può essere attribuito alle scie chimiche che contengono sostanze nocive per l’uomo.

di Paul Joseph Watson

“Il fenomeno si verifica quando gli aeromobili volano al di sopra dei 25.000 piedi, dove la temperatura dell’aria è intorno a -30°C. Questo provoca la cristallizzazione del vapore acqueo emesso dai motori e la formazione delle familiari striature bianche nel cielo, note come scie”, scrive Oliver Tree per il Daily Mail. “Il professor Keith Shine della Reading University, un esperto di nuvole, ha detto che quelle che si formano dai fumi degli aeromobili potrebbero persistere ‘per ore’, privando le aree sottostanti a quelle di grande traffico, come Londra e le contee circostanti, del sole estivo”. “Gli esperti hanno avvertito che, di conseguenza, la quantità di luce solare che colpisce il terreno potrebbe essere ridotto di ben il dieci per cento.Il Professor Shine ha aggiunto: “Nelle zone più frequentate di Londra e nel Sud dell’Inghilterra, queste nuvole di alta quota potrebbero coprire il cielo, trasformando uno splendido tempo soleggiato in condizioni di foschia per l’intera area. Mi aspetto che gli effetti saranno peggiori man mano che aumenta il volume del traffico aereo “. La relazione fa anche riferimento a uno studio del Met Office del 2009 dal quale risultava che i venti di alta quota non disperdono le scie che una volta trasformate in nuvole coprivano un’area sorprendente di 20 mila miglia. Naturalmente, questo non è un fenomeno naturale, come sostiene l’articolo. Dieci anni fa, le scie degli aerei a reazione sparivano in pochi minuti, ma a quanto pare siamo portati a credere che la stessa sostanza ora sta generando scie che persistono per ore e formano nubi. Questo è impossibile senza che qualcosa nella sostanza sia stato modificato. La scienza ufficiale e il mondo accademico hanno liquidato le scie chimiche come una fantasia dei paranoici teorici della cospirazione ed ora ammettono che esistono, ma sostenendo che sono naturali e non artificialmente indotte. In realtà, le scie chimiche sono la conseguenza dell’agenda per geo-ingegnerizzare (manipolare) la terra in nome della lotta al cambiamento climatico, una scienza sostenuta con vigore da gente come John P. Holdren , che nel suo libro del 1977 Ecoscience ha sostenuto l’avvelenamento delle provviste di acqua per sterilizzare esseri umani inconsapevoli nell’ambito di un “regime planetario” che avrebbe dovuto controllare ogni aspetto della nostra esistenza . Il fatto che tali eugenetisti abbiano ormai il controllo dei programmi di Geoingegneria che avranno un impatto diretto sulla nostra salute è allarmante. I programmi di Geoingegneria sono stati promossi dal Council on Foreign Relations, che è uno dei principali comitati direttivi dietro l’attuazione della governance mondiale. Un recente rapporto pubblicato dal governo britannico chiede inoltre che siano le Nazioni Unite a disciplinare in maniera esclusiva la Geoingegneria del pianeta a livello mondiale, al fine di combattere il riscaldamento globale di origine antropica. Il dibattito sulle tecnologie della Geoingegneria viene spesso costruito come se si trattasse di considerazioni sul futuro, ma i governi stanno già conducendo tali programmi in una fase avanzata. Il Programma per la Misurazione della Radiazione Atmosferica (Atmospheric Radiation Measurement -ARM) è stato creato nel 1989 con il finanziamento del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (Department of Energy -DOE) ed è sponsorizzato dal Dipartimento scientifico del DOE e gestito dal dipartimento di ricerca biologica ed ambientale. Uno dei programmi ARM, intitolato Campagna Aerosol Indiretti e Semi-Diretti (ISDAC), è volto a valutare le “simulazioni di nubi” e “recuperi di informazioni sugli aerosol”.

Un altro programma nell’ambito del Programma di Scienza dell’Atmosfera del dipartimento dell’Energia è indirizzato a “sviluppare una completa conoscenza a livello globale dei processi atmosferici che controllano il trasporto, la trasformazione, e la destinazione delle tracce di sostanze chimiche e particolato” Il sito web del DOE afferma che “L’obiettivo attuale del programma è la forzatura radiativa del clima dovuta agli aerosol: la formazione e l’evoluzione degli aerosol e le proprietà degli aerosol che influenzano direttamente e indirettamente il clima e i cambiamenti climatici”. Scienziati del governo degli Stati Uniti stanno già bombardando i cieli con l’inquinante biossido di zolfo che provoca piogge acide, nel tentativo di combattere il riscaldamento globale del pianeta per mezzo della “geo-ingegneria”, nonostante il fatto che iniettare aerosol nell’atmosfera superiore porti con sé una serie di rischi sia noti che sconosciuti. La proposta di disperdere anidride solforosa nel tentativo di riflettere la luce solare è stato discusso in un articolo del Guardian di Londra del settembre 2008 intitolato, Geoingegneria: Le idee radicali per combattere il riscaldamento globale, in cui Ken Caldeira, uno scienziato del clima ad alto livello presso la Carnegie Institution di Stanford , California, ha promosso l’idea di iniettare aerosol nell’atmosfera.

“Un approccio è quello di inserire “riflettenti” nella stratosfera”, afferma l’articolo. “Caldeira fa riferimento all’idea di impiegare jumbo jets nell’atmosfera superiore per depositare nuvole di minuscole particelle, come l’anidride solforosa. Disperdere circa 1 milione di tonnellate di biossido di zolfo all’anno in un’area dell’atmosfera di 10 milioni di chilometri quadrati sarebbe sufficiente per riflettere una sufficiente quantità di luce solare.” Esperimenti simili a quelli proposti da Caldeira sono già in corso da parte del governo con il sostegno degli scienziati statunitensi, come quelli del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE), il Savannah River National Laboratory di Aiken, SC, che l’anno scorso ha iniziato la conduzione di studi che hanno coinvolto la dispersione di enormi quantità di particolato, in questo caso “microsfere di vetro con pareti porose”, nella stratosfera. Il progetto è strettamente legato ad un’idea del Premio Nobel Paul Crutzen, che “ha proposto l’invio di 747 aeromobili a scaricare enormi quantità di particelle di zolfo nella parte più remota della stratosfera per raffreddare l’atmosfera.” Tali programmi si limitano a grattare la superficie di ciò che probabilmente è un gigantesco progetto globale finanziato con fondi neri per geo-ingegnerizzare il pianeta, con poca o nessuna attenzione per le ignote conseguenze ambientali che questo potrebbe generare. Quello che si sa su cosa accade quando l’ambiente è carico di anidride solforosa è già abbastanza grave, dal momento che il composto è il componente principale delle piogge acide,che secondo l’EPA ”Causa l’acidificazione di laghi e corsi d’acqua e contribuisce a danneggiare gli alberi ad alto fusto (ad esempio, abete rosso canadese oltre i 2000 piedi) e molti suoli forestali sensibili. Inoltre, le piogge acide accelerano il decadimento dei materiali da costruzione e vernici, compresi edifici insostituibili, statue e sculture che fanno parte del patrimonio culturale della nostra nazione.” Gli effetti sulla salute del bombardamento dei cieli con il biossido di zolfo è sufficiente da solo a sollevare seri interrogativi sul fatto che tali programmi debbano essere ancora autorizzati ad iniziare. I seguenti effetti sulla salute sono legati all’esposizione allo zolfo.

– Effetti neurologici e modifiche comportamentali – Disturbi della circolazione sanguigna – Danni al cuore – Effetti sugli occhi e sulla vista – Insuccesso nella Riproduzione – Danni al sistema immunitario – Disturbi gastrici e disordine gastrointestinale – Danni al fegato e alle funzioni renali – Difetti dell’udito – Disordine del metabolismo ormonale – Effetti dermatologici – Senso di soffocamento ed embolia polmonare

Secondo il sito web Lenntech ”prove di laboratorio con animali hanno indicato che lo zolfo può causare gravi danni vascolari alle vene del cervello, cuore e reni. Questi tests hanno anche indicato che alcune forme di zolfo possono causare danno fetale ed effetti congeniti. Le madri possono persino trasmettere l’avvelenamento da zolfo ai loro figli attraverso il latte materno. Infine, lo zolfo può danneggiare i sistemi enzimatici interni degli animali. “ Fred Singer, presidente dell’Environmental Science Policy Project e scettico sulla teoria del riscaldamento globale di origine antropica, avverte che le conseguenze di armeggiare con il fragile eco-sistema del pianeta potrebbe avere rischi di vasta portata. “Eseguire questa operazione in modo continuo, potrebbe indebolire lo strato di ozono e causare ogni sorta di altri problemi che le persone preferiscono evitare,” ha detto Singer. Anche il direttore scientifico di Greenpeace del Regno Unito – un convinto sostenitore del fatto che il riscaldamento globale sia di origine antropica – Doug Parr ha respinto i tentativi di geo-ingegnerizzare il pianeta come “stravaganti” e “pericolosi”. Stephen Schneider della Stanford University, che ha recentemente proposto un progetto bizzarro per inviare in alta atmosfera navi spaziali che sarebbero utilizzate per bloccare il Sole, ammette che la geo-ingegneria potrebbe causare “conflitti tra le nazioni se i progetti di geoingegneria andassero male”.

Dati tutti i pericoli immediati associati al bombardamento dell’atmosfera con anidride solforosa, insieme ai pericoli sconosciuti di altri progetti di geo-ingegneria, molti sono preoccupati che le “scie chimiche” siano una componente segreta della stessa Agenda per modificare l’eco-sistema della Terra. Il fatto che le scie chimiche stanno bloccando il sole, il che è precisamente ciò che i sostenitori della Geoingegneria invocano, mostra chiaramente che sono parte integrante di questo programma pericoloso e di ampia portata. “La dispersione di polvere di alluminio e ossido di bario in alti livelli dell’atmosfera, sempre per mezzo di aerei, per aumentare la riflettanza planetaria (albedo) e la copertura nuvolosa.” Elevati livelli di bario sono stati trovati in alcune sostanze associate alle scie chimiche. Le cronache sulle scie chimiche, i pennacchi emessi dagli aerei a reazione che restano sospesi in aria per ore e non si disperdono, spesso coprendo il cielo di motivi a linee incrociate, sono aumentate drasticamente negli ultimi 10 anni. Molti hanno ipotizzato che esse facessero parte di un programma di governo per modificare il clima, inoculare gli esseri umani con determinati agenti patogeni, o anche per avvelenare esseri umani come parte di un programma di riduzione della popolazione. Svolgendo ricerche su Google, si trovano dibattiti, come questo, sull’utilizzo dell’anidride solforosa come additivo per il carburante degli aerei al fine di disperderlo nel mondo durante la routine di voli commerciali. “Ritengo che sia l’anidride solforosa che le particelle di silice possano essere trasportate nella stratosfera, sciogliendo un additivo nel carburante degli aerei”, scrive l’ingegnere John Gorman, che ha condotto esperimenti per verificare la fattibilità di un tale scenario.

“Si dovrebbe bruciare combustibile contenente l’additivo proprio quando il velivolo viaggia nella stratosfera più bassa,” aggiunge. Nel 2008, un’inchiesta della KSLA ha scoperto che una sostanza caduta a terra da scie chimiche ad alta quota conteneva elevati livelli di bario (6,8 ppm) e piombo (8,2 ppm) e tracce di altre sostanze chimiche tra cui arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento. Di questi, tutti tranne uno sono metalli, alcuni sono tossici, mentre diversi si trovano raramente o mai in natura. Il notiziario si concentra sul bario, che la sua ricerca mostra essere un “segnale sicuro di scie chimiche”. La KSLA ha riscontrato livelli di bario nei suoi campioni a 6,8 ppm o “più di sei volte il livello tossico fissato dall’EPA.” Il Dipartimento di Qualità Ambientale della Louisiana ha confermato che i livelli elevati di bario erano “molto insoliti”, ma ha commentato che “provare la fonte era una questione del tutto diversa” nella sua discussione alla KSLA. La KSLA ha anche chiesto a Mark Ryan, direttore del Centro di controllo Antiveleni, sugli effetti del bario sul corpo umano. Ryan ha commentato che “l’esposizione a breve termine può portare da disturbi di stomaco a dolori al petto e che l’esposizione a lungo termine provoca problemi di pressione sanguigna.” Il Centro Antiveleni ha inoltre segnalato che l’esposizione a lungo termine, come per qualsiasi sostanza nociva, dovrebbe contribuire a indebolire il sistema immunitario, che molti ipotizzano sia lo scopo di tali scie chimiche artificiali.

Infatti, l’ossido di bario si è ripetutamente presentato come contaminante da sospetta sperimentazione di Geoingegneria. La KSLA ha anche posto i test tramite aerosol chimico in un contesto storico, citando una voluminosa serie di test non classificati portati allo scoperto durante udienze al Senato nel 1977. I test includevano esperimenti con composti biochimici sul pubblico. KSLA riferisce che “239 aree popolate sono state contaminate da agenti biologici fra il 1949 e il 1969.” Una delle verità ovvie accettate sullo studio scientifico è il fatto che se gli scienziati propongono un’idea, poi quegli scienziati con accesso al pozzo senza fondo dei finanziamenti governativi segreti lo stanno già facendo. E ‘molto probabile che le scie chimiche siano solo uno dei sintomi della “geo-ingegneria”, che si svolge senza adeguato dibattito, notifica o qualsiasi forma di legalità, e con un disprezzo insensibile per i potenziali pericoli sia per la nostra salute che per il nostro ambiente. Traduzione di Dakota Jones

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