Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


TANGENTI SULLA VENDITA D’ARMI : QUANTO VA AI PARTITI?

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 30 Maggio 2013

L’inchiesta giudiziaria della Procura di Napoli su Finmeccanica, il colosso italiano che ingloba una ventina di aziende specializzate nella costruzione di armi pesanti, mi costringe a porre al nuovo governo Letta e al neo-eletto Parlamento alcune domande scottanti su armi e politica. Questa inchiesta, condotta dai pm. V. Piscitelli e H. John Woodcock della Procura di Napoli (ora anche da altre Procure), ci obbliga a riaprire un tema che nessuno vuole affrontare: che connessione c’è tra la produzione e vendita d’armi e la politica italiana? E’ questo uno dei capitoli più oscuri della nostra storia repubblicana.

Le indagini della Procura di Napoli hanno già portato alle dimissioni nel 2011 del presidente e dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, nonché di sua moglie, Marina Grossi, amministratrice delegata di Selex Sistemi Integrati , una controllata di Finmeccanica. Anche il nuovo presidente di Finmeccanica, G.Orsi, è stato arrestato il 12 febbraio su ordine della Procura di Busto Arsizio e verrà processato il 19 giugno, per la fornitura di 12 elicotteri di Agusta Westland al governo dell’India, del valore di 566 milioni di euro, su cui spunta una tangente di 51 milioni di euro. Sale così di un gradino l’inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale e riciclaggio che ipotizza tangenti milionarie ad esponenti politici di vari partiti.

Nell’altra indagine della Procura di Napoli spunta una presunta maxitangente di quasi 550 milioni di euro (concordata, ma mai intascata) su una fornitura di navi fregate Fremm al Brasile ,del valore di 5 miliardi di euro. Per questa indagine sono indagati l’ex-ministro degli Interni, Claudio Scajola e il deputato PDL M. Nicolucci .
Un’altra ‘commessa’ sotto inchiesta da parte della Procura di Napoli riguarda l’accordo di 180 milioni di euro con il governo di Panama per 6 elicotteri e altri materiali su cui spunta una tangente di 18 milioni di euro. Per questo, il 23 ottobre il direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere è finito in carcere.

La Procura sta indagando anche su una vendita di elicotteri all’Indonesia su cui spunta ‘un ritorno’ tra il 5 e il10%.
E’ importante sottolineare che il 30% delle azioni di Finmeccanica sono dello Stato Italiano.
Dobbiamo sostenere la Procura di Napoli ,di Busto Arsizio e di Roma perché possano continuare la loro indagine per permetterci di capire gli intrecci tra il commercio delle armi e la politica.

Noi cittadini abbiamo il diritto di sapere la verità su questo misterioso intreccio. E’ in gioco la nostra stessa democrazia. Soprattutto ora che l’Italia sta investendo somme astronomiche in armi. Secono il SIPRI di Stoccolma, l’Italia, nel 2012, ha speso 26 miliardi in Difesa a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro stanziati per i cacciabombardieri F-35.

Ecco perché diventa sempre più fondamentale capire la connessione fra armi e politica.
E’ stata questa la domanda che avevo posto al popolo italiano come direttore della rivista Nigrizia negli anni ‘85-’87, pagandone poi le conseguenze.

All’epoca avevo saputo che alla politica andava dal 10 al 15 per cento, a seconda di come tirava il mercato.
Tutti i partiti avevano negato questo.
Noi cittadini italiani abbiamo il diritto di sapere se quella pratica è continuata in questi ultimi 20 anni. In questi anni l’industria bellica italiana è cresciuta enormemente. Abbiamo venduto armi, violando tutte le leggi, a paesi in guerra come Iraq e Iran e a feroci dittature da Mobutu a Gheddafi, che hanno usato le nostre armi per reprimere la loro gente.

Noi chiediamo al governo Letta e ai neo-eletti deputati e senatori di sapere la verità sulle relazioni tra armi e politica.
Per questo chiediamo che venga costituita una commissione incaricata di investigare la connessione tra vendita d’armi e politica. Non possiamo più accettare che il Segreto di Stato copra tali intrecci!
Ci appelliamo a voi, neodeputati e neosenatori ,perché abbiate il coraggio di prendere decisioni forti, rifiutandovi di continuare sulla via della morte(le armi uccidono!) e così trovare i soldi necessari per dare vita a tanti in mezzo a noi che soffrono.

E’ immorale per me spendere 26 miliardi di euro in Difesa come abbiamo fatto lo scorso anno, mentre non troviamo soldi per la sanità e la scuola in questa Italia.
E’ immorale spendere 15 miliardi di euro per i cacciabombardieri F-35 che potranno portare anche bombe atomiche, mentre abbiamo 1 miliardo di affamati nel mondo.
E’ immorale il colossale piano dell’Esercito Italiano di ‘digitalizzare’ e mettere in rete tutto l’apparato militare italiano, un progetto che ci costerà 22 miliardi di euro,mentre abbiamo 8 milioni di italiani che vivono in povertà relativa e 3 milioni in povertà assoluta.
E’ immorale permettere sul suolo italiano che Sigonella diventi entro il 2015 la capitale dei droni e Niscemi diventi il centro mondiale di comunicazioni militari, mentre la nostra costituzione ‘ripudia’ la guerra come strumento per risolvere le contese internazionali.

Mi appello a tutti i gruppi, associazioni, reti, impegnati per la pace , a mettersi insieme, a creare un Forum nazionale come abbiamo fatto per l’acqua. Cosa impedisce al movimento della pace, così ricco, ma anche così frastagliato, di mettersi insieme, di premere unitariamente sul governo e sul Parlamento?
E’ perché siamo così divisi che otteniamo così poco.
Dobbiamo unire le forze che operano per la pace, partendo dalla Lombardia e dal Piemonte come stanno tentando di fare con il convegno a Venegono Superiore(Varese) , fino alla Sicilia dove è così attivo il movimento pacifista contro il MUOS a Niscemi.
Solo se saremo capaci di metterci insieme , di fare rete, credenti e non, ma con i principi della nonviolenza attiva, riusciremo ad ottenere quello che chiediamo.
Alex Zanotelli
Napoli, 28maggio 2013


Per aderire all’appello vai su

http://www.ildialogo.org/appelli/MaleOscuro_1369771177.htm

Commenti disabilitati su TANGENTI SULLA VENDITA D’ARMI : QUANTO VA AI PARTITI?

Nuove trivelle siciliane – D33 GR AG e D28 GR AG

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 22 Maggio 2013


  

 

Tra i punti A e B c’e’ la tutela integrale.
Il posto giusto per una trivella.

E’ festa grande all’ENI. Adesso ci sono altre due concessioni al largo delle coste di Sicilia depostitate presso i ministeri romani e per i quali c’e’ tempo fino a 6 e al 9 Luglio per mandare osservazioni.

I testi sono qui

D33 GR AG

D28 GR AG

Si tratta della D33 GR AG e della D28 GR AG, entrambe dell’ENI con partecipazione Edison e adiacenti, in cui si vuole fare acquisizione sismica con airgun su un area di 100 chilometri quadrati (D 33) e su 450 chilometri quadrati (la d28) e la perforazione di un pozzo esplorativo della profondita’ complessiva di 1600 metri. L’istanza si estende per 154 chilometri quadrati a 20 chilometri da Licata, in provincia di Agrigento e a 23 chilometri sia da Gela che dalla provincia di Ragusa.

La profondita’ del mare varia da 350 a 900 metri nelle due concessioni, per cui si tratta di acque profonde (e pericolose).

I comuni interessati sono Acate, Butera, Gela, Licata, Ragusa, Santa Croce Camerina, Vittoria sparsi fra le province di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa.

Ovviamente questa concessione non e’ sola, ma ce ne sono diverse altre a tappezzare i mari di Sicilia: come per tutti i mari d’Italia e’ un continuo che abbraccia tutto il contorno dell’isola. Cambiano nomi, titolari e perimetri, ma sempre buchi e trivelle sono che puntellineranno tutto il litorale siciliano se nessuno fa niente.

Come giustifica tutto questo l’ENI? Con le solite balle che secondo me neanche loro  ci credono:

L’alternativa zero, ovvero la non realizzazione delle opere, è stata considerata non applicabile in quanto il progetto, può risultare estremamente vantaggioso per l’Italia, permettendo di ridurre la dipendenza energetica dall’estero attraverso lo sfruttamento delle risorse presenti sul territorio nazionale sia marino sia terrestre.


La mancata realizzazione del progetto porterebbe a non sfruttare una potenziale risorsa energetica ed economica del territorio attraverso la produzione di idrocarburi da immettere nella rete di distribuzione nazionale.

Qualcuno deve ancora spiegargli che tutto il petrolio d’Italia non servirebbe a soddisfare che una parte piccolissima di fabbisogno nazionale e che di vantaggi per l’Italia non ce ne sono – quelli sono solo per le tasche di Scaroni e dei loro investitori.

Ad ogni modo ecco qui le zone protette nelle vicinanze della concessione D33 GR AG

Siti ZPS (Zone di protezione speciale)

· ITA 050012 Torre Manfria Biviere e Piana di Gela che si spinge per un tratto anche a mare e che

dista circa 22.2 km (circa 12 miglia marine nel punto più prossimo) dal perimetro dell’Istanza di

Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG.

Siti SIC (Siti di Importanza Comunitari)

· ITA040010 Litorale di Palma di Montechiaro a circa 29 km (circa 16 miglia marine nel punto più

prossimo) a Nord – Est dal perimetro dell’Istanza di Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG;

· ITA050011 Torre Manfria a circa 22,2 km (circa 12 miglia marine nel punto più prossimo) dal

perimetro dell’Istanza di Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG;

· ITA050001 Biviere e Macconi di Gela a circa 24,5 km (circa 13,2 miglia marine nel punto più

prossimo) dal perimetro dell’Istanza di Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG;

· ITA080004 Punta Braccetto Contrada Cammarana a circa 23,6 km (circa 12,7 miglia marine nel

punto più prossimo) dal perimetro dell’Istanza di Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG;

· ITA080001 Foce del Fiume Irmino a circa 33,3 km (circa 18 miglia marine nel punto più prossimo)

dal perimetro dell’Istanza di Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG.

· ITA080010 Fondali Foce del Fiume Irmino a circa 34,6 km (circa 18,7 miglia marine nel punto più

prossimo) dal perimetro dell’Istanza di Permesso di Ricerca d33 G.R-.AG.

Siti IBA (Important Bird Watching)

· 166 Biviere e Piana di Gela – Important Bird Area a circa 22 km (circa 11,8 miglia marine nel punto più prossimo) dal perimetro dell’Istanza che ricade parte sulla costa e parte in mare.

Ci sono poi varie “aree di notevole interesse pubblico”a circa 20 chilometri dalla concessione

1) tratto di costa di contrada Branco Piccolo sita nel Comune di Ragusa

2) zona di Falconara;

3) zona di Manfria;

4) zona del lago di Biviere;

5) zona di Punta Braccetto;

6) territorio comprendente il Fiume Irminio e zone circostanti nei Comuni di Scicli, Ragusa, Modica e Giarratana

e poi ci sono Beni archeologici sommersi, in prossimità della costa, a circa 23,5 km (12,7 miglia marine) l’Area Marina di Tutela Archeologica in Località Bulala del Comune di Gela dove sussiste una  Zona di Tutela Integrale dove sono  vietate:

· il transito, la sosta e l’ancoraggio di qualsiasi unità navale;

· la pesca professionale e sportiva svolta con qualsiasi sistema (fatti salvi alcuni casi particolari);

· l’immersione subacquea in apnea e con bombole;

· qualsiasi altra attività in superficie o in immersione non autorizzata.

Cioe’ e’ tutto vietato, ma a 20 chilometri di distanza uno puo’ andare e fare trivelle e sondaggi, come se l’acqua del mare conoscesse confini e come se le navi volassero!!!

Ecco qui una interessante tabellina:
“>

Che dire. Ci sono solo X, niente numeri.

Se uno poi legge il progetto ci sono un sacco di blabla sul come nonostante le X tutto sara’ fatto nel rispetto dell’ambiente e che tutti gli impatti sono bassi, lievi, trascurabili, nulli.

Questa in particolare fa un po ridere:

L’immissione in mare degli scarichi civili generalmente è considerata circoscritta e di carattere temporaneo. Inoltre, poiché le operazioni di perforazione sono svolte in mare aperto, va considerata anche l’elevata capacità di diluizione dell’ambiente circostante che rende tale fattore di perturbazione ed i conseguenti effetti sulle popolazioni marine poco significativi.

Notare che parlano di scarichi civili, e non di che fine fanno i fanghi di perforazione. E notare la logica: buttiamo la monnezza a mare e il mare diluisce!!!!

E i fanghi di perforazione? Dicono che quelli
verranno raccolti da apposite navi che periodicamente riporteranno il materiale in
terraferma.  Ma e queste navi dove transiteranno? E visto che portano via il materiale di scarto delle operazioni petrolifere con queste navi, perche’ non portare via anche gli scarichi civili???

E’ come una favola.

Basta crederci.

Fonte: Stampa  Libera

Commenti disabilitati su Nuove trivelle siciliane – D33 GR AG e D28 GR AG

Prodursi il cibo un atto criminale?

Posted in Varie by admin on 22 Maggio 2013

Come la Tecnocrazia intende affamare il Popolo

– Oggi, lo stato di indigenza, di povertà e di dipendenza dai bisogni primari, è tale, da indurre i soggetti più deboli della società al suicidio, e altri, i più resistenti che, a breve, saranno costretti ad abbandonare i centri urbani per riparare nelle campagne, e prodursi autonomamente il cibo necessario per sopravvivere.
Parallelamente, l’Unione Europea, emana leggi che vietano la coltivazione privata di orti e ortaggi e l’allevamento di animali da cortile. La tecnocrazia vuole affamare il popolo, dopo averlo ridotto in schiavitù –

Quando ti tolgono il lavoro e ti ammazzano di tasse, l’ultima speranza rimane quella di tornare alla terra per auto produrre il sostentamento necessario alla vita di tutti i giorni. Tanto è vero che la fortissima crisi economica ha favorito la nascita di migliaia di nuovi agricoltori, anche in Italia, ognuno con il proprio orticello. Ma ecco arrivare la proposta di legge UE – totalmente folle – che vuole mettere al bando i piccoli orti e vietare l’autoproduzione di cibo. A questo punto, e se dovesse andare in porto, cosa resterà se non la rivolta sociale contro il regime tecnocratico?

Una nuova legge proposta dalla Commissione Europea renderebbe illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia europea denominata “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”. Si chiama “Plant Reproductive Material Law”, e tenta di far gestire al governo la regolamentazione di quasi tutte le piante e i semi. Se un contadino della domenica coltiverà nel suo giardino piante con semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale.
Questa legge protesta, intende stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala. «Come qualcuno potrà sospettare questa mossa è la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul pianeta».

Criminalizzando i piccoli coltivatori di verdure, qualificandoli come potenziali criminali i burocrati europei possono finalmente consegnare il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti come la Monsanto. I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali – per esempio, coltivano senza usare macchine e non vogliono utilizzare spray chimici potenti. Per cui, non c’è modo di registrare quali sono le varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori industriali. In pratica, d’ora in poi, tutte le piante, i semi, gli ortaggi e i giardinieri dovranno essere registrati.
Tutti i governi sono, ovviamente, entusiasti dell’idea di registrare tutto e tutti. Tanto più che i piccoli coltivatori dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi. Gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazioni delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto scoraggiandoli.
Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai contadini commerciali si sta stabilendo comunque un precedente che, prima o poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli coltivatori di rispettare le stesse folli regole.
Un tecno-governo impazzito!!! Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo. Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono». Inoltre è molto preoccupante che si siano dati poteri di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo e per sempre – non solo di piante dell’orto, ma anche di erbe, muschi, fiori, qualsiasi cosa – senza la necessità di sottoporre queste rigide restrizioni al voto del Consiglio.

Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli. Il problema di questa legge è sempre stato il sottotitolo, che dice un sacco di balle, come sul mantenimento della biodiversità e sulla semplificazione della legislazione, come se il nuovo dispositivo rendesse finalmente le cose più facili, ma negli articoli della legge c’è scritto tutto il contrario. Esempio dove si spiega come “semplificare” le procedure per le varietà amatoriali, non si fa nessun accenno alle accurate classificazioni già elaborate dal Defra, il dipartimento britannico per l’agricoltura impegnato a preservare le varietà amatoriali. Di fatto, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge, ai sensi della nuova normativa comunitaria. Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita sostenibile – diventerà un atto criminale. Inoltre, questa legge uccide completamente qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità europea, avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri.
E’ quello che stanno facendo i governi: stanno prendendo il controllo, un settore alla volta, anno dopo anno, fino a non lasciare più nessuna libertà, al punto di ridurre le popolazioni alla schiavitù in un regime dittatoriale globale.

Si avvera così la “profezia” formulata da Adams nel libro “Freedom Chronicles 2026” (gratuito, scaricabile online), nel quale un “contrabbandiere di semi” vive in un tempo in cui le sementi sono ormai divenute illegali e c’è gente che, per lavoro, ne fa contrabbando, aggirando le leggi orwelliane imposte della Monsanto. L’incubo pare destinato a trasformarsi in realtà: «I semi stanno per diventare prodotti di contrabbando», afferma Mike Adams. «Chiunque voglia prodursi il suo proprio cibo sta per essere considerato un criminale». Questo, conclude Adams, è il dominio totale sulla catena alimentare. «Tutti i governi cercano un controllo totale sulla vita dei cittadini». Per questo, oggi «cospirano con le multinazionali come la Monsanto», ben decisi a confiscare la libertà più elementare, cioè il diritto all’alimentazione. «Non vogliono che nessun individuo sia più in grado di coltivare il proprio cibo».

FATE AZIONI D’AMORE PARTENDO DA UN SEME
Fate una bomba di semi da gettare ovunque e in ogni luogo! Mettete fiori nei cannoni: era un detto degli anni ’70, della Flower Power Generation. Oggi i figli dei fiori si sono trasformati in molteplici manifestazioni umane, come i guerriglieri del Guerrilla Gardening. Gli attivisti della semina selvaggia se ne vanno, a volto coperto nella notte, a seminare fiori e ortaggi nelle zone degradate della città, creano delle aiuole stupende e coloratissime, preparano bombe di terra e semi e le gettano dove ci sia un lenzuolo di terreno disponibile. Fanno cultura, celebrano la vita oltre la specie, credono in un’idea, sono pacifisti. Seminano Amore attraverso dei piccoli semini. Tutti noi possiamo fare la guerriglia dei semi, uscire alla sera o anche al mattino con un cestino pieno di bombe di semi e spargere la vita sulla terra.

Gianni Tirelli – con l’ausilio della Rete

Commenti disabilitati su Prodursi il cibo un atto criminale?

Pozzallo al primo posto in provincia di Ragusa per morti di tumore nella popolazione maschile.

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 19 Maggio 2013

E’ stata resa pubblica dall’ASP 7 di Ragusa – Dipartimento medico di prevenzione – la relazione sanitaria annuale 2013 sull’anno 2012.

In tale relazione sono contenuti i dati demografici e di biostatistica medica di tutti i comuni della provincia di Ragusa. Per quanto riguarda Pozzallo sorprende il dato percentuale dei tumori maligni. “La nostra città – sottolinea il Partito Democratico  – ha la percentuale più alta di tumori maligni per quanto riguarda la popolazione maschile. Essere i primi in questa graduatoria non può non farci preoccupare. Nel passato, durante la giunta presieduta da Roberto Ammatuna, annualmente si organizzava un incontro con i responsabili dell’ ASP DI Ragusa per analizzare e studiare tutti i dati sanitari che riguardavano il nostro comune. Anzi in quegli anni fu commissionato uno studio all’Università di Catania per approfondire ed evidenziare quali potevano essere le cause delle relative patologie tumorali. Sarebbe bene riprendere l’abitudine di confrontarsi annualmente con gli specialisti sanitari per capire meglio le motivazioni dell’elemento delle patologie tumorali. Invitiamo il Sindaco ad organizzare al più presto un incontro con i responsabili del Dipartimento Medico di prevenzione dell’ASP di Ragusa per capire meglio cosa sta accadendo nella nostra città. Lo stato di salute e la vita sono beni supremi che bisogna salvaguardare e ognuno di deve fare la propria parte”.
Fonte: RTM

Commenti disabilitati su Pozzallo al primo posto in provincia di Ragusa per morti di tumore nella popolazione maschile.

Provincia Regionale di Ragusa contro la Edison sulla “Vega B”: “Non la vogliamo”

Posted in Articoli by admin on 13 Maggio 2013

La Provincia regionale di Ragusa boccia la Vega B, la piattaforma che dovrebbe essere installata a largo di Pozzallo e che è ancora in attesa della Via, la valutazione d´impatto ambientale fornita dal ministero dell´Ambiente. Nella documentazione di 18 pagine inviata al Ministero dell´Ambiente il 5 aprile scorso e pubblicata sul sito ufficiale da qualche giorno, la Provincia di Ragusa (nelle persone dei funzionari delegati e dei dirigenti del Settore Geologia e Tutela Ambientale) mette in evidenza il cosiddetto Decreto Prestigiacomo, il decreto 128/2010, il quale vieta attività di prospezioni, ricerca e coltivazione di idrocarburi ad una distanza inferiore di dodici miglia dal perimetro delle aree marine a qualsiasi titolo considerate protette. Con l’emanazione del Decreto Legge numero 83 del 2012 (decreto Passera) convertito nella Legge 134-2012, tale limite, per i nuovi progetti è stato confermato, mentre non viene considerato per i vecchi progetti già approvati. La Vega B, considerato come «nuovo progetto» e ubicata a 11,25 chilometri dalla costa, non rientra nel novero delle piattaforme da realizzare proprio per i motivi sopracitati.

Non la pensa, però, allo stesso modo la Edison, il gestore della piattaforma «Vega A». Secondo la società, considerando la realizzazione della nuova piattaforma Vega B facente parte di un procedimento concessorio antecedente al decreto Prestigiacomo, la stessa rientrerebbe di fatto all´interno dei procedimenti autorizzativi.

Altro discorso è il rischio geologico. L´ubicazione della Vega B sarà a 6 km a nord-est da Vega A. Fra le due piattaforme, vi è la presenza di più faglie e non è detto, da quanto trapela dal documento, che le caratteristiche di pressione del giacimento si mantengano simili a causa della presenza di queste faglie.

Altro discorso è ancora il «piano di emergenza per l´anti-inquinamento marino». La «Vega B», come più volte ribadito, non sarà presidiata, a differenza della piattaforma gemella e della Leonis. Pertanto, eventuali sversamenti in acqua potrebbero essere non visti.

Il ministero dell´Ambiente non si è ancora pronunciato per la Via, sebbene siano trascorsi più di 10 mesi dalla richiesta avanzata dal colosso petrolifero.

Di Calogero Castaldo su Corriere di Ragusa

Commenti disabilitati su Provincia Regionale di Ragusa contro la Edison sulla “Vega B”: “Non la vogliamo”

I semi di varietà antiche diventeranno fuori legge

Posted in Articoli by admin on 11 Maggio 2013

Traduzione dal francese a cura di Nicoletta Forcheri di un articolo tratto da http://www.blogapares.com/la-commission-europeenne-va-criminaliser-presque-toutes-les-semences-et-plantes-non-enregistrees-aupres-des-gouvernements/ 10 maggio 2013

La Commissione europea sta per criminalizzare quasi tutte le sementi e le piante non registrate….
Le magagne di alcuni venditori di sementi antiche, che sono messe in ginocchio dalle lobby delle sementi, assumono tutto il significato alla luce delle elucubrazioni dei tecnocrati non eletti a Bruxelles. Il peggio ci era stato promesso dalle proposte di brevettare la materia viva di Monsanto and Co… e il peggio sta per essere accettato a nostra insaputa…Vogliono fare dei popoli, per quanto degenerati, le loro chimere transgeniche… Resistenza!!! Piantiamo!!! Non lasciamoci “piantare”…

Una nuova legge proposta dalla  Commissione europea, renderebbe illegale “coltivare, riprodurre e commercializzare” qualsiasi seme di verdura che non sia stato “testato, approvato o accettato” dal nuovo ente burocratico europeo dal nome “Agenzia per l’UE sulla diversità delle piante”.

La chiamano anche Legge sui materiali riproduttivi delle piante e lo scopo è quello di rendere virtualmente responsabile il governo di tutte le piante e di tutti i semi. I giardinieri amatoriali che coltivano le loro piante con semi non registrati sarebbero considerati dei criminali in virtù di questa legge.

Il testo di bozza della legge, già emendato varie volte per via dell’enorme reazione negativa da parte dei giardinieri, è visibile qua (non l’ho trovato in francese, e mi sono venuti i nervi per un po’ quando ho visto che non figura neanche sul sito della Gazzetta Ufficiale della Commissione europea, non essendo ancora stata votata forse esiste solo in inglese, la lingua mondiale)

«Questa legge arresterà immediatamente lo sviluppo professionale delle varietà di legumi da parte dei giardinieri amatoriali, dei produttori biologici e dei piccoli produttori», ha detto Ben Gabel, che coltiva legumi ed è il direttore del catalogo delle sementi naturali. “I giardinieri amatoriali hanno bisogni realmente diversi, ad esempio fanno giardinaggio manuale, non hanno macchinari e non possono o non vogliono utilizzare polveri chimiche.

Non è possibile registrare le varietà che convengono agli usi domestici, poiché non rispettano i severi criteri dell’Agenzia per la diversità delle piante, che si occupa unicamente di approvare quel genere di sementi impiegate dagli agricoltori industriali.”

Virtualmente tutte le piante, tutti i legumi, i semi e i giardinieri saranno alla fine registrati dal governo.

Tutti i governi naturalmente si sono innamorati dell’idea di registrare chiunque e qualsiasi cosa, ai sensi del comma IV della legge proposta dall’UE :

Comma IV : registrazione delle varietà nei registri nazionali e dell’Unione

Al fine di renderle disponibili sul mercato attraverso l’Unione, le varietà saranno incluse in un registro nazionale o dell’Unione tramite una procedura di applicazione diretta dal CVPO (Community Plant Variety Office = Ufficio della Comunità per la diversità delle piante).

I giardinieri devono anche pagare un canone alla burocrazia dell’UE per registrare i loro semi. Stando al testo di legge proposta:

Le autorità competenti e il CVPO preleveranno un canone per l’elaborazione delle domande, l’esame formale e tecnico comprendente audit, la denominazione delle varietà e il mantenimento delle varietà per ogni anno durante tutta la durata della registrazione.

Sebbene la legge possa limitarsi inizialmente ai giardinieri professionisti, costituisce un precedente per proseguire prima o poi con i giardinieri amatoriali ed esigere che rispettino questi stessi stupidi regolamenti.

La burocrazia governativa diventa folle

“E’ un esempio della deriva burocratica” afferma Ben Gabel. “Questa nuova legge non fa altro che creare una miriadi di funzionari civili in UE pagati per spostare montagne di carta per tutta la giornata, sopprimendo il rifornimento di semi ai giardinieri amatoriali e interferendo con i diritti degli agricoltori di coltivare quello che vogliono. Ed è altrettanto molto fastidioso che si siano arrogati il potere di normare e di rilasciare autorizzazioni, nel futuro, per tutte le varietà di piante, non solo per le varietà agricole ma anche per qualsiasi tipo di erba, di torba, di fiori, per tutte quante, senza doverlo riferire al Consiglio per votazione”

Il gergo impiegato da una burocrazia malata che costringerà i coltivatori e i giardinieri a piegarsi a questa legge UE è un linguaggio orwelliano che non significa che una sola cosa: tutti i giardinieri dovrebbero preparasi a sottomettersi alla follia governativa relativa ai semi, ai legumi e ai giardini privati.

(…)

 

Come volevasi dimostrare, questa idea è la “soluzione finale” di Monsanto, DuPont e altre multinazionali sementiere che da tempo hanno ammesso che

il loro scopo è quello di controllare integralmente tutte le sementi e le colture del pianeta. Criminalizzando la coltivazione privata di verdura, trasformando in tal modo i giardinieri in criminali, i burocrati dell’UE possono finalmente cedere il controllo totale del rifornimento alimentare alle potenti multinazionali come la Monsanto.

La maggior parte delle sementi di varietà antiche diventeranno fuori legge

Quasi tutte le varietà antiche di semi di legumi saranno criminalizzati ai sensi di questa legge dell’UE. Ciò significa che il fatto di salvaguardare semi i di una generazione per riseminarli l’anno successivo (,,,) diventerà un atto criminale.

Inoltre, come spiega Gabel, questa legge “,,, ucciderà efficacemente l’impiego di sementi nei giardini privati dell’UE”.

E’ l’auspicio supremo di tutti i governi, naturalmente: criminalizzare qualsiasi azione volta all’autonomia e rendere la popolazione del tutto dipendente dai monopoli delle multinazionali per la sua sopravvivenza. E’ vero sia negli USA che nell’UE. Ed è quello che fanno i governi: prendono il controllo, settore per settore, anno dopo anno, fino a quando vivremo come schiavi nel regime dittatoriale mondiale.
Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=62935

Commenti disabilitati su I semi di varietà antiche diventeranno fuori legge

Il superbatterio E. Coli è stato ingegnerizzato per provocare decessi. Le prove.

Posted in Articoli by admin on 11 Maggio 2013

Affiora la prova forense che il superbatterio  E. Coli in Europa è stato ingegnerizzato per provocare decessi
articolo di Mike Adams su Naturalnews 

Anche se la gara per dare la colpa ai vegetali è attualmente in corso in tutta l’UE, dove un ceppo di E. Coli super resistente sta facendo ammalare pazienti e riempendo gli ospedali in Germania, praticamente nessuno sta parlando di come l’E.coli è magicamente diventato resistente a otto diverse classi di farmaci antibiotici e poi, improvvisamente, è apparso nella catena alimentare.

Questa particolare variante dell’E.coli è un membro del ceppo O104, e i ceppi O104 non sono quasi mai (normalmente) resistenti agli antibiotici. Per acquisire tale resistenza, devono essere ripetutamente esposti agli antibiotici al fine di fornire la “pressione di mutazione” che li spinga verso l’immunità completa al farmaco.

 

Quindi, se siete curiosi di conoscere le origini di tale ceppo, potete in sostanza analizzare in dettaglio il codice genetico dell’E. Coli e determinare con sufficiente precisione a quali antibiotici è stato esposto durante il suo sviluppo. Questo passo è stato fatto (vedi sotto), e quando si guarda la decodificazione genetica di questo ceppo O104 che ora minaccia i consumatori di prodotti alimentari in tutta l’UE, emerge un quadro affascinante di come è stato generato.
Il codice genetico rivela la storia

Quando gli scienziati del Robert Koch Institute in Germania hanno decodificato la struttura genetica del ceppo O104, hanno trovato che è resistente a tutte le classi e le combinazioni di antibiotici:

• penicilline
• tetraciclina
• acido nalidixico
• trimetoprim-sulfamethoxazol
• cefalosporine
• amoxicillina / acido clavulanico
• piperacillina-sulbactam
• piperacillina-tazobactam

Inoltre, questo ceppo O104 posseiede una capacità di produrre particolari enzimi che gli conferiscono quella che potrebbe essere chiamata “superpotenza batterica” nota tecnicamente come ESBL:

“I Beta-Lattamasi a Spettro Esteso (ESBL) sono enzimi che possono essere prodotti dai batteri e li rendono resistenti alle cefalosporine, ad esempio, cefuroxima, cefotaxime e ceftazidime – che sono gli antibiotici più utilizzati in molti ospedali”, spiega la Health Protection Agency del Regno Unito .

Per di più, questo ceppo O104 possiede due geni – TEM-1 e CTX-M-15 – che “hanno fatto rabbrividire i medici dal 1990″, scrive The Guardian. E perché fanno rabbrividire i medici? Perché sono così mortali che molte persone infette da tali batteri sperimentano l’insufficienza critica di un organo e semplicemente muoiono.
Creare biologicamente un superbatterio mortale

Come, esattamente, nasce un ceppo batterico che è resistente a più di un dozzina di antibiotici in otto classi di farmaci differenti ed è caratterizzato da due mutazioni genetiche mortali, nonché dalla capacità di produrre enzimi ESBL?

In effetti c’è un solo modo in cui questo accade …
… (e uno solo) – si deve esporre questo ceppo di E. coli a tutte le otto classi di farmaci antibiotici. Di solito questo non avviene contemporaneamente, naturalmente: prima si espone alla penicillina e si trovano le colonie superstiti che sono resistenti alla penicillina. Poi si prendono le colonie sopravvissute e si espongono alla tetraciclina. Le colonie superstiti sono diventate resistenti sia alla penicillina che alla tetraciclina. Poi si espongono a un sulfamidico e si raccolgono le colonie sopravvissute, e così via. Si tratta di un processo di selezione genetica effettuata in un laboratorio con un risultato desiderato. Si tratta essenzialmente di come alcune armi biologiche sono costruite dall’esercito degli Stati Uniti nella sua struttura di laboratorio a Ft. Detrick, nel Maryland.

Anche se il processo reale è più complicato di questo, il risultato è che la creazione di un ceppo di E. coli resistente a otto classi di antibiotici richiede ripetute, prolungate esporsizioni a tali antibiotici. E’ praticamente impossibile immaginare come questo possa accadere del tutto spontaneamente nel mondo naturale. Ad esempio, se questo batterio è nato nel cibo (come ci è stato detto), allora da dove ha acquisito tutta questa resistenza agli antibiotici in considerazione del fatto che gli antibiotici non sono utilizzati nelle verdure?

Quando si considera la prova genetica che ora è di fronte a noi, è difficile immaginare come questo possa accadere “in natura”. Mentre la resistenza a un antibiotico singolo è comune, la creazione di un ceppo di E. coli che è resistente a otto diverse classi di antibiotici – in combinazione – sfida semplicemente le leggi della permutazione genetica e combinazione in natura. In poche parole, questo ceppo di superbatteri e.coli non avrebbe potuto essere creato in natura. E questo lascia solo una spiegazione per cui in realtà proveniva da: il laboratorio.
Progettato e poi rimesso in libertà

Le prove ora puntano verso il fatto che questo ceppo mortale di E.coli è stato progettato e poi rilasciato nella catena alimentare o in qualche modo è usciito da un laboratorio finendo nelle scorte alimentari inavvertitamente. Se non siete d’accordo con tale conclusione – e siete sicuramente benvenuti – allora siete costretti a concludere che questo superbatterio octobiotico (immune a otto classi di antibiotici) si è sviluppato in modo casuale per suo conto … e questa conclusione è molto più spaventosa della spiegazione della “bioingegneria”, perché significa che superbatteri octobiotici possono semplicemente apparire ovunque e in qualsiasi momento senza motivo. Questa sarebbe una teoria davvero molto esotica.

La mia conclusione ha effettivamente più senso: questo ceppo di E. coli è stato quasi certamente costruito e poi immesso in forniture alimentari per un fine specifico. Quale potrebbe essere tale fine? E ‘ovvio, spero.

E’ in funzione il solito metodo problema, reazione, soluzione. Prima si causa un problema (un ceppo mortale di Escherichia coli nel rifornimento alimentare). Poi si aspetta la reazione del pubblico (enorme clamore in quanto la popolazione è terrorizzata dall’E. Coli). In risposta a questo, si mette in atto la soluzione desiderata (il controllo totale della fornitura globale di cibo e la messa fuori legge di germogli crudi, latte crudo e verdure crude).

E’ tutto quì, ovviamente. La FDA ha invocato lo stesso fenomeno negli Stati Uniti quando ha fatto pressione per la sua recente “Legge di Modernizzazione per la sicurezza alimentare” che in sostanza, mette fuori legge le piccole aziende organiche familiari a meno che non lecchino le scarpe alle autorità di regolamentazione della FDA. La FDA è stata in grado di schiacciare la libertà agricola in America aggiungendo il timore diffuso che ha seguito la diffusione di focolai di E.coli nella catena alimentare statunitense. Quando le persone hanno paura, ricordate, non è difficile far loro accettare qualsiasi livello di regolamentazione tirannica. E rendere la gente spaventata dal loro cibo è una cosa semplice … pochi comunicati stampa del governo inviati via e-mail ai media mainstream affiliati, è tutto quello che serve.
Prima il divieto della medicina naturale, quindi l’attacco alle scorte alimentari

Ora, ricordate: tutto questo sta accadendo sulla scia del divieto europeo per piante medicinali e integratori alimentari – un divieto che palesemente mette fuorilegge terapie nutrizionali che aiutano a mantenere le persone sane e libere da malattie. Ora che tutte queste erbe e supplementi sono fuorilegge, il passo successivo è quello di rendere la gente anche spaventata dagli alimenti freschi. Questo perché gli ortaggi freschi sono medicinali, e fintanto che il pubblico ha il diritto di acquistare ortaggi e legumi freschi, puo sempre prevenire le malattie.

Ma se si rende la gente SPAVENTATA dalle verdure fresche – o se si mettono fuorilegge del tutto – allora è possibile forzare l’intera popolazione ad una dieta di cibi morti e prodotti alimentari trasformati che favoriscono le malattie degenerative e sostengono i profitti delle potenti aziende farmaceutiche.

Fa tutto parte dello stesso programma, evidentemente: Rendere le persone malate, negare loro l’accesso ad erbe medicinali e integratori, poi approfittare delle loro sofferenze per mano dei cartelli dei farmaci a livello mondiale.

Gli OGM svolgono un ruolo simile in tutto questo, naturalmente: Sono progettati per contaminare le scorte alimentari con un codice genetico che causa infertilità diffusa tra gli esseri umani. E coloro che sono in qualche modo in grado di riprodursi dopo l’esposizione agli OGM soffrono anche di malattie degenerative che arricchiscono le case farmaceutiche attraverso le “cure”.

Ricordate quale paese è stato preso di mira in questo recente allarme e.coli? La Spagna. Perché la Spagna? Ricordiamo che le rivelazioni trapelate da Wikileaks hanno messo in luce che la Spagna ha resistito all’introduzione degli OGM nel suo sistema agricolo, anche se il governo degli Stati Uniti, di nascosto, ha minacciato ritorsioni politiche per la sua resistenza. Questa falsa accusa alla Spagna per i morti da E.coli è probabilmente una rappresagliaper la mancata volontà della Spagna di saltare sul carro OGM.

Questa è la vera storia dietro la devastazione economica dei coltivatori di vegetali spagnoli. E ‘una delle sottotrame perseguite attraverso questo intrigo del superbug e.coli.
Il cibo come arma di guerra – creato da Big Pharma?

A questo proposito, la spiegazione più probabile per cui questo ceppo di E. coli è stato ingegnerizzato è che i giganti farmaceutici hanno potuto farlo nei propri laboratori. Chi altro ha accesso a tutti gli antibiotici e alle attrezzature necessarie per gestire le mutazioni mirate di probabili migliaia di colonie di e.coli? Le aziende farmaceutiche sono in una posizione unica per attuare questa trama e trarne profitto. In altre parole, essi hanno i mezzi e il movente per impegnarsi proprio in tali azioni.

Oltre alle case farmaceutiche, forse solo le autorità di regolamentazione delle malattie infettive hanno questo tipo di capacità di laboratorio. Il CDC, per esempio, probabilmente avrebbe potuto attuare questo, se avesse voluto davvero.

La prova che qualcuno ha manipolato biologicamente questo ceppo di Escherichia coli è scritta proprio nel DNA dei batteri. Queste sono prove giudiziarie, e quello che rivelano non può essere negato. Questo ceppo ha subìto ripetute e prolungate esposizioni a otto diverse classi di antibiotici, e quindi in qualche modo è riuscito ad apparire nella catena alimentare. Come si arriva a questo se non attraverso un programma ben pianificato condotto da scienziati canaglia? Non esiste una cosa come la “mutazione spontanea” in un ceppo che è resistente alle principali otto classi di farmaci antibiotici di marca, venduti oggi da Big Pharma. Tali mutazioni devono essere deliberate.

Ancora una volta, se non siete d’accordo con questa valutazione, allora state dicendo che NO, non è stato fatto volutamente … è accaduto accidentalmente! E di nuovo, dico che è ancora più spaventoso! Perché significa che la contaminazione da antibiotici del nostro mondo è adesso a un tale livello estremo di annientamento che un ceppo di E. coli in natura puo essere saturato con otto diverse classi di antibiotici, fino al punto da trasformarsi naturalmente nel suo stesso superbatterio mortale. Se è questo che la gente crede, allora è una teoria quasi più spaventosa della spiegazione bioingegneristica!
Una nuova era è cominciata: armi biologiche nel vostro cibo

Ma in entrambi i casi – non importa cosa credete – la semplice verità è che il mondo affronta oggi una nuova era a livello mondiale di ceppi di superbatteri di batteri che non possono essere trattati con farmaci conosciuti. Tutti possono, ovviamente, essere facilmente uccisi con l’argento colloidale, che è esattamente il motivo per cui la FDA e le autorità di regolamentazione mondiale della sanità hanno violentemente attaccato le aziende di argento colloidale in tutti questi anni: essi non possono permettere che il pubblico metta le mani su antibiotici naturali che funzionano veramente, evidentemente. Verrebbe vanificato l’obiettivo di rendere tutti malati, in primo luogo.

In effetti, questi ceppi di superbatteri E.coli possono essere abbastanza facilmente trattati con una combinazione di antibiotici naturali a spettro completo ricavati da piante come l’aglio, lo zenzero, la cipolla e le erbe medicinali. Primi tra tutti, i probiotici possono aiutare l’equilibrio della flora del tubo digerente ed “eliminare” il mortale e.coli. Un sistema immunitario sano e un tratto digerente ben funzionante possono combattere un’infezione da superbatterio E.coli, ma questo è ancora un altro fatto che la comunità medica non vuole farvi sapere. Essi preferiscono di gran lunga che voi rimaniate una vittima inerme che giace in ospedale, in attesa di morire, senza opzioni a vostra disposizione. Questa è la “medicina moderna” per voi. E’ causa dei problemi che essi pretendono di trattare, e che poi non saranno nemmeno trattati con tutto ciò che essenzialmente funziona.

Quasi tutti i decessi attribuibili a questo focolaio di Escherichia coli sono facilmente e prontamente evitabili. Queste sono morti per ignoranza. Ma ancor più, esse possono anche essere morti causate da una nuova era di armi biologiche su base alimentare, scatenata o da un gruppo di scienziati pazzi o dall’agenda portata avanti da un’istituzione che ha dichiarato guerra contro la popolazione umana.

Fonte: Naturalnews ( Forensic evidence emerges that European e.coli superbug was bioengineered to produce human fatalities)
Learn more: http://www.naturalnews.com/032622_ecoli_bioengineering.html#ixzz1PoiHDH6h

Articolo di
Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=62863#more-62863

Commenti disabilitati su Il superbatterio E. Coli è stato ingegnerizzato per provocare decessi. Le prove.

Il MUOS di Niscemi, un’arma ambientale

Posted in Articoli by admin on 8 Maggio 2013

muos_niscemi-630x420

A Niscemi (Sicilia), all’interno di una riserva naturale (area SIC), sono in corso i lavori di realizzazione di uno dei quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d’America.

Il MUOS dovrà assicurare il collegamento della rete militare Usa (centri di comando, controllo e logistici, le migliaia di utenti mobili come cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi, missili Cruise, aerei senza pilota, ecc.), decuplicando la velocità e la quantità delle informazioni trasmesse nell’unità di tempo e rendendo sempre più automatizzati e disumanizzati i conflitti del XXI secolo. Con la conseguenza di accrescere sempre più il rischio di guerra (convenzionale, batteriologica, chimica e/o nucleare) anche per un mero errore di elaborazione da parte dei computer.

Il terminale MUOS di Niscemi sarà costituito da tre grandi antenne paraboliche del diametro di 18,4 metri per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari con frequenze che raggiungeranno i 31 GHz e da due trasmettitori di 149 metri d’altezza per il posizionamento geografico con frequenze tra i 240 e i 315 MHz. Un mixer di onde elettromagnetiche che penetreranno la ionosfera con potenziali effetti devastanti per l’ambiente e la salute dell’uomo.Originariamente il progetto era stato previsto per Sigonella, la principale stazione aeronavale della Marina militare Usa nel Mediterraneo alle porte di Catania. Poi fu deciso di dirottare l’impianto una settantina di chilometri più a sud, nella stazione utilizzata dal oltre vent’anni dal Pentagono per le comunicazioni con i sottomarini atomici in navigazione negli oceani. A determinare il cambio di destinazione le risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dal MUOS che accertò l’alto rischio che le emissioni potessero avviare la detonazione degli ordigni ospitati a Sigonella. Ovviamente senza tenere assolutamente in considerazione gli effetti del sistema sulla salute e la sicurezza delle popolazioni che abitano nei pressi della base di Niscemi.

A denunciare l’insostenibilità ambientale del MUOS e le “gravi carenze” degli studi effettuati dagli statunitensi ci ha pensato nel novembre 2011 il Politecnico di Torino, attraverso un report dei professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu. “Con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente”, scrivono i due ricercatori. “C’è poi il rischio di effetti acuti legati all’esposizione diretta al fascio emesso dalle parabole MUOS in seguito a malfunzionamento o a un errore di puntamento. I danni alle persone accidentalmente esposte a distanze inferiori ai 20 Km saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi dei tessuti”.

Le onde elettromagnetiche avranno pesantissimi effetti pure sul traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sull’aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura. “Il fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente”, spiegano Zucchetti e Coraddu. “Gli incidenti provocati dall’irraggiamento di aeromobili distanti anche decine di Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali. I rischi d’interferenza investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante il MUOS. Nel raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km”. Sigonella, tra l’altro, è oggetto delle spericolate operazioni di atterraggio e decollo dei droni a disposizione delle forze armate Usa e Nato.

Nonostante i rilievi del Politecnico e in aperta violazione delle norme di attuazione del Piano territoriale paesistico della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi entro cui ricade la base statunitense, l’1 giugno 2011 la Regione siciliana ha autorizzato l’avvio dei lavori del MUOS. I cantieri hanno generato sbancamenti di colline e sradicamenti della macchia mediterranea, sfregiando irrimediabilmente un’ampia area classificata come zona A cioè inedificabile.“L’entità delle trasformazioni in atto denotano una gravissima manomissione dell’ambiente con l’aggravante di esplicarsi a danno di un’area protetta di interesse internazionale”, commenta amaramente il responsabile del Centro di educazione e formazione ambientale di Niscemi, Salvatore Zafarana. “Ad essere definitivamente compromessi sono alcuni lotti boscati di limitate estensioni ma di indiscusso pregio naturalistico e paesaggistico”.

Sui crimini ambientali commessi ai danni della riserva, la Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta e, il 6 ottobre 2012, ha pure ordinato il sequestro dei cantieri del MUOS. Dopo il ricorso dell’avvocatura dello Stato, il Tribunale di Catania ha però annullato il provvedimento ordinando il dissequestro degli impianti. D’allora diverse centinaia di cittadini di Niscemi e di tutta la Sicilia hanno intrapreso una campagna di azioni non violente finalizzate a bloccare il transito dei mezzi che operano all’interno della base, in particolar modo i camion gru chiamati ad innalzare le tre maxi-antenne satellitari. In più occasioni le risposte delle autorità di pubblica sicurezza sono state durissime: i manifestanti sono stati caricati, manganellati, spintonati, strattonati e denunciati per svariati reati.

Il MUOS, l’HAARP e le guerre climatiche

Nel Movimento No MUOS si avverte il timore che il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate Usa possa essere in qualche modo legato all’HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program), il Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza che dal 1994 la US Air Force e la US Navy portano avanti dalla base di Gakona, in Alaska. L’HAARP vede operative centinaia di antenne che trasmettano nella banda bassa, da 2,8 a 7 MegaHerz, e nella banda alta, da 7 fino 10 MegaHerz, capaci di trasmettere onde elettromagnetiche fino a quote di 350Km. Si tratta di un range delle frequenze di poco inferiore a quelle previste per il MUOS e corrispondente a quello delle 46 antenne della NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) della stazione Usa di Niscemi che da più di vent’anni assicurano le comunicazioni con le unità navali e i sottomarini a capacità e propulsione nucleare in immersione negli oceani.

Ufficialmente Washington affermava che l’HAARP ha la funzione di studiare la ionosfera ed evitare gravi fenomeni atmosferici, ma più di uno studioso ipotizza che i test e le attività della megastazione dell’Alaska servano invece a creare enormi perturbazioni ambientali e climatiche. Il fisico indipendente Corrado Penna, tra i sostenitori dell’ipotesi di utilizzo delle antenne MUOS per fini non dichiarati di modificazione ambientale in sinergia con il sistema HAARP, ha più volte denunciato come queste tecnologie possono servire “a causare terremoti o altri fenomeni come siccità, uragani, inondazioni, ecc., sia indirizzando le emissioni sul nucleo della terra (influendo così sul magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla ionosfera”.

Il 5 febbraio 1998, la Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa del Parlamento europeo sentì il dovere di convocare un’audizione pubblica sull’HAARP a cui NATO e forze armate USA scelsero di non partecipare. I parlamentari Ue riuscirono a sapere che i programmi di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza sono condotti congiuntamente dai militari degli Stati Uniti d’America e dall’Istituto di geofisica dell’Università dell’Alaska di Fairbanks. Progetti analoghi sarebbero condotti pure in Norvegia, probabilmente in Antartide, e nell’ex Unione Sovietica. Attraverso impianti basati a terra e una serie di antenne, ciascuna alimentata da un proprio trasmettitore, si riscaldano con potenti onde radio parti della ionosfera dove si trovano enormi campi magnetici protettivi denominati “fasce di Van Allen”, i quali intercettano protoni, elettroni e particelle alfa. L’energia così generata riscalda talune parti della ionosfera provocando buchi e lenti artificiali.

“L’HAARP può essere impiegato per molti scopi”, scrive l’on. Maj Britt Theorin, relatrice della proposta di risoluzione (mai adottata) sull’uso potenziale delle risorse di carattere militare per le strategie ambientali della commissione sulla sicurezza del Parlamento europeo (14 gennaio 1999). “Manipolando le proprietà elettriche dell’atmosfera si è in grado di porre sotto controllo forze immani. Facendovi ricorso quale arma militare, le conseguenze potrebbero essere devastanti per il nemico. Attraverso l’HAARP è possibile convogliare in una zona prestabilita energia milioni di volte più intensa di quella che sarebbe possibile inviare con qualsiasi altro trasmettitore tradizionale. L’energia può anche essere indirizzata verso un obiettivo mobile, per cui si potrebbe applicare anche contro i missili del nemico…”. Forse per questo, Washington ha perfezionato la tecnologia HAARP nell’ambito dell’Iniziativa di Difesa Strategica (IDS), quella dello Scudo spaziale e delle Guerre stellari.

Il progetto USA consente anche di potenziare le comunicazioni con i sommergibili atomici e di manipolare la situazione meteorologica globale. “Ma è possibile anche il contrario, cioè disturbare le comunicazioni”, aggiunge l’europarlamentare. “Manipolando la ionosfera è possibile ostacolare le comunicazioni globali facendo però arrivare a destinazione le proprie. Un’altra applicazione del sistema è quella di scandagliare a raggi X la terra per vari chilometri di profondità, con un’apposita tomografia a effetto penetrante, per esplorare campi di petrolio e di gas, ma anche attrezzature militari sotterranee. Radar in grado di vedere oltre l’orizzonte e di definire gli oggetti a grande distanza sono un’altra delle applicazioni del sistema HAARP”.

È certo che a partire dagli anni ‘50 gli Stati Uniti hanno effettuato esplosioni di materiale nucleare nelle fasce di Van Allen per sondare gli effetti ad un’altezza così elevata sulle trasmissioni radio e le operazioni radar in virtù dell’intenso impulso elettromagnetico scatenato dalle deflagrazioni. Gli esperimenti hanno creato nuove fasce di radiazione magnetica comprendenti quasi tutta la terra. “Gli elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un’aurora boreale artificiale sopra il Polo Nord”, aggiunge Maj Britt Theorin. “Con questi test militari si rischia seriamente di danneggiare per molto tempo la fascia di Van Allen. Secondo gli scienziati americani ci vorranno probabilmente molte centinaia di anni prima che essa si stabilizzi nella sua posizione normale. L’HAARP può anche influenzare tutto l’ecosistema, soprattutto nella sensibile area antartica. Inoltre le potenti onde radio possono causare buchi ionosferici, pregiudicando il sistema che ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo”.

Proprio a causa dell’implementazione del sistema HAARP come arma per manipolare l’ambiente, la Commissione presieduta da Maj Britt Theorin ha chiesto inutilmente la sospensione di tutte le attività sperimentali e che le conseguenze giuridiche, ecologiche ed etiche fossero analizzate da un organismo internazionale indipendente. “Tutta una serie di atti normativi internazionali (Convenzione sul divieto dell’utilizzo a scopi militari o ad altri scopi ostili delle tecniche di modificazione dell’ambiente, The Antarctic Treaty, Trattato recante principî per il comportamento degli Stati nell’esplorazione dello spazio esterno e laConvenzione dell’ONU sulle leggi del mare) fanno risultare l’HAARP assai dubbio non soltanto dal punto di vista umano e politico, ma anche da quello giuridico”, concludeva l’europarlamentare.

In un suo recente saggio sulle guerre climatiche (“Owning the weather”, Limes, ), il generale Fabio Mini, già comandante delle forze NATO in Kosovo, rileva come da ormai diversi anni la ricerca militare si sia rivolta sia alle bassissime frequenze (ELF) sia a quelle alte. “In entrambi i casi lo scopo è quello d’interferire con la ionosfera in modo da aumentare o diminuire fino alla soppressione le capacità di trasmissione di segnali radiomagnetici”, scrive il militare. “Le e missioni dei trasmettitori HAARP che avvengono quasi regolarmente in quattro periodi dell’anno sono in grado di inviare nella ionosfera raggi di potenza superiore al gigawatt. Gli scienziati che si occupano del programma negano che la loro attività abbia una qualsiasi valenza militare o che interferisca con l’ambiente naturale. Tuttavia, il termine auroral che fa parte del suo acronimo si riferisce al fenomeno delle aurore boreali che si determinano nella zona di confine tra ionosfera e atmosfera quando emissioni ad altissima energia provenienti dal sole  vengono convogliate dal  magnetismo terrestre verso i poli e vanno a collidere  con le particelle più rarefatte dell’atmosfera. HAARP nega che le sue emissioni siano in grado di produrre artificialmente questo fenomeno, anche se le emissioni sono dirette esattamente verso la stessa zona e hanno caratteristiche molto simili a quelle ad alta energia provenienti dal sole”.

Il generale Mini ricorda poi come gli esperimenti militari per alterare la ionosfera risalgano perlomeno alla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso. Nel 1958 le forze armate Usa fecero esplodere  tre ordigni atomici a a fissione nella parte inferiore della fascia di Van Allen e due ordigni a fusione nella parte alta dell’atmosfera, alterando l’equilibrio della ionosfera. tali esperimenti continuarono fino al 1962, quando le dirompenti poteste della comunità scientifica internazionale costrinsero Washington a sospenderli.

Nello stesso periodo iniziarono però le sperimentazioni nucleari sovietiche nella ionosfera e nelle fasce di Van Allen. “Oggi sono proprio i radar meteorologici ad individuare – spesso in corrispondenza di aree colpite da gravi fenomeni atmosferici – le segnature circolari tipiche delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza come quelle generate dalle emittenti di onde longitudinali, onde scalari, silent sound e di quelle delle trasmittenti HAARP”, conclude Fabio Mini.

Per l’economista Michel Chossudovsky, l’HAARP è un vera e propria arma di distruzione di massa. Oltre ad interferire sulle comunicazioni radio ad alta frequenza, televisive e radar, le sue antenne possono influenzare i circuiti elettrodinamici delle aurore, consistenti in una corrente naturale di elettricità che varia da 100 mila ad 1 milione di megawatt. In questo modo è possibile utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e le apparecchiature installate sui sistemi missilistici dei paesi nemici. Anche in questo caso il programma di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza s’incrocia con le attività dell’NRTF di Niscemi. Alcuni dei trasmettitori della stazione dell’US Navy di contrada Ulmo operano in VLF (Very Low Frequency), con bande di frequenze comprese tra i 3 kHz – 30 kHz, all’interno del sistema planetario di “Sorveglianza dell’attività solare” e per il monitoraggio delle cosiddette SID – Sudden Ionospheric Disturbances, i disturbi delle comunicazioni radio originati nella ionosfera dalle attività eruttive del sole. Nella lista dei trasmettitori in VLF utilizzabili per il monitoraggio SID, predisposta dalle forze armate statunitensi, oltre alla stazione di Niscemi, compare anche quella dell’isola di Tavolara in Sardegna.

Relazione presentata alla Conferenza Beyond Theories of Weather Modification – Civil Society versus Geoengineering, European Parliament, Bruxelles 9 aprile 2013.
di: Antonio Mazzeo
FONTE: http://www.olivierobeha.it

Commenti disabilitati su Il MUOS di Niscemi, un’arma ambientale

Scala dei Turchi, al via la demolizione dell’ecomostro

Posted in Articoli by admin on 7 Maggio 2013

Sarà abbattuto l’ammasso di cemento che deturpa uno degli angoli più belli di Sicilia

foto1

Finalmente ci siamo. Il 6 maggio, a Realmonte (Agrigento) cominceranno i lavori per abbattere l’ecomostro che deturpa la Scala dei Turchi, uno degli angoli più belli di Sicilia ogni anno frequentato da migliaia di turisti. Per accedere al mare e alle bianche scogliere della Scala da oltre 15 anni si deve obbligatoriamente passare accanto ad un groviglio di ferro e cemento che, nelle intenzioni di chi lo ha tirato su, doveva diventare un albergo. Uno scempio che nel tempo ha indignato migliaia di visitatori e mobilitato le associazioni ambientaliste che finalmente hanno avuto ragione.

LA PROCURA –
Nei mesi scorsi la Procura di Agrigento ha infatti disposto la demolizione dell’ecomostro. L’ordinanza è stata firmata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Antonella Pandolfi che hanno notificato al sindaco di Realmonte, Pietro Puccio, l’ordine di procedere con l’abbattimento. Prima di vedere totalmente libero dal cemento questo tratto di costa tra Punta Grande e Capo Rossella ci vorrà circa un mese.

APPRODO DI PIRATI – La Scala dei Turchi è una splendida parete di roccia chiara che si erge a picco sul mare cristallino. In questa insenatura, si racconta, che trovassero riparo le navi dei pirati. Qui la natura ha compiuto un autentico miracolo. Il bianco accecante della Scala dei Turchi è infatti l’effetto dei gusci di microrganismi, mentre gli strati della falesia marcano intervalli geologici di migliaia di anni. In difesa di questo luogo del cuore nel tempo si sono mobilitati anche molti personaggi del mondo della cultura, primo fra tutti lo scrittore Andrea Camilleri, originario della vicina città di Porto Empedocle. Fonte 

foto1-a

Commenti disabilitati su Scala dei Turchi, al via la demolizione dell’ecomostro

L’Etna patrimonio Unesco dell’Umanità

Posted in Articoli by admin on 4 Maggio 2013

E’ il quarto sito italiano iscritto per criteri naturali dopo isole Eolie, monte S. Giorgio e Dolomiti

Roma, 3 mag. (TMNews) – L’Etna sarà proclamata in giugno patrimonio Unesco dell’umanità a Phnom Penh, in Cambogia, in occasione della 37a sessione del Comitato del patrimonio mondiale, alla presenza dei rappresentanti di oltre 180 Paesi.

“E’ un traguardo significativo per l’Italia – commenta il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Il riconoscimento Unesco, come è già avvenuto recentemente con le Dolomiti, è un’opportunità per il nostro Paese per coniugare la tutela dell’ambiente con la valorizzazione del territorio, investendo così nello sviluppo sostenibile, la strada che dobbiamo percorrere”. Si tratta di un risultato importante che riconosce l’unicità del patrimonio naturale italiano, il valore delle politiche nazionali di conservazione e il lavoro svolto negli ultimi anni dal Parco dell’Etna e dal ministero dell’Ambiente, che nel gennaio 2012 ne ha patrocinato la candidatura. Il ministero degli Affari esteri ha comunicato l’esito positivo della valutazione del sito “Monte Etna” candidato a patrimonio mondiale naturale dell’umanità Unesco.

L’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) – l’agenzia incaricata di esaminare le proposte di iscrizione alla World heritage list – ha riconosciuto l’importanza scientifica ed educativa, l’eccezionale attività eruttiva nonché l’ultra-millenaria notorietà del vulcano, icona del Mediterraneo. L’Iucn ha valutato l’Etna un esempio particolarmente significativo delle grandi ere della storia della terra e dei processi geologici in corso (e non bisogna dimenticare il legame del vulcano con la cultura immortale, la storia e la mitologia).

“Il patrimonio mondiale (19,237 ettari) – si legge nella dichiarazione “di eccezionale valore universale” – comprende le aree a maggior protezione e di maggior rilevanza scientifica del monte Etna, situato all’interno del Parco regionale dell’Etna. Il monte Etna è rinomato per l’eccezionale livello di attività vulcanica e per le testimonianze inerenti a tale attività che risalgono a oltre 2700 anni fa. La notorietà, l’importanza scientifica e i valori culturali ed educativi del sito possiedono un significato di rilevanza globale”.

L’Etna è il quarto patrimonio mondiale italiano potenzialmente iscritto per criteri naturali, dopo le isole Eolie, il monte S. Giorgio e le Dolomiti che invece lo sono già.
FONTE

Commenti disabilitati su L’Etna patrimonio Unesco dell’Umanità

Siamo alla frutta e il dolce è finito!

Posted in Articoli by admin on 2 Maggio 2013

“Faremmo meglio a trovare qualche soluzione per recuperare questa pesante situazione, invece di pensare a un’improbabile invasione di extraterrestri o al 21 dicembre 2012. E ancor meno a fantascientifiche manovre per salvare l’economia! Siamo alla frutta e il dolce è finito!”

Da alcuni articoli sul decremento della popolazione delle api, sembra che la situazione si sia ulteriormente aggravata. Il numero dei preziosi imenotteri continua a diminuire, soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa. Le cause sono semplici da identificare: campi elettromagnetici sempre più diffusi e potenti che disorientano le api e indeboliscono la loro capacità di ipercomunicare; pesticidi, neonicotinoidi, e veleni contenuti nelle scie chimiche. E’ stato appurato che in parecchi casi, la morte delle api era da attribuire a dosi massicce di metalli pesanti. Le chemtrails mietono milioni e milioni vittime tra questi insetti. A chi toccherà in un futuro non lontano ? Quando qualcuno si sveglierà, sarà sempre troppo tardi.

In Italia il numero delle api è diminuito della metà nel corso del 2007.
A causa della morte delle api, molte colture di ortaggi e di frutta non sono state impollinate. Come conseguenza, il settore agricolo ha patito un danno, di centinaia di milioni di euro. Una situazione analoga si osserva negli altri stati europei, dove la diminuzione oscilla tra il 40 ed il 50 per cento.

La Svizzera si risveglia in primavera con il 30% in meno di api. La mortalità di questo prezioso insetto è salita da un fisiologico 10% a oltre il 30%-40% nel periodo 2003-2006, secondo quanto dichiarato da Jean-Daniel Charrière, collaboratore scientifico presso la stazione di ricerca agronomica di Liebefeld-Posieux.
Le api sono, insetti preziosissimi per l’impollinazione di moltissimi vegetali, soprattutto alberi da frutta, ma anche peperoni, zucche, colza o girasoli. Nei casi in cui la diminuzione del patrimonio di api non sarà compensata da un ripopolamento per opera degli apicoltori, non si possono escludere ripercussioni sulla produttività in svariati settori dell’agricoltura.
Il fenomeno non è un caso isolato e anzi ha raggiunto proporzioni catastrofiche negli Stati Uniti, dove l’entità della moria – con punte del 60-70% – ha allarmato gli apicoltori e gli agricoltori”.

Quali possono essere le cause di questa diminuzione del numero delle api ? Ricercatori tedeschi, britannici e statunitensi concordano nell’attribuire la moria ai campi elettromagnetici irradiati dalle antenne della telefonia mobile e dai cellulari: si è notato, infatti, che le api si rifiutavano di ritornare nell’arnia, non appena un telefono cellulare veniva collocato nei dintorni. Ciò spiegherebbe perché alcuni alveari siano stati trovati quasi completamente vuoti, con api disorientate e destinate a morte certa.
Le conseguenze sono di enorme portata, vista l’importanza fondamentale di questi insetti per l’impollinazione delle specie vegetali e per la conservazione dell’habitat naturale.

Il noto etologo Giorgio Celli considera più che plausibile la spiegazione che considera l’effetto delle onde elettromagnetiche, ma ritiene che a provocare questa falcidia, siano stati specialmente i pesticidi usati in agricoltura. Credo che, sebbene, come assodato, insetticidi ed anticrittogamici siano nocivi alla flora, alla fauna e all’uomo, il colpo di grazia alle api sia stato inferto dalle onde elettromagnetiche. Non è un caso che le antenne della telefonia mobile siano proliferate in questi ultimi anni un po’ dappertutto: spesso queste installazioni sono mimetizzate o nascoste nei modi e nelle strutture più impensabili, altre volte sono collocate su lastrici solari di edifici privati, in parchi, campi sportivi, addirittura all’interno di cimiteri. È stato poi constatato che la loro disposizione ravvicinata è antieconomica e consona con l’obiettivo di diffondere radiazioni non ionizzanti in modo da danneggiare in modo deliberato la salute delle persone. Non si dimentichi poi che questi campi elettrodinamici sono adoperati anche per il controllo mentale (onde ELF ed ULF – H.A.A.R.P.).
Il decremento del numero delle api, è inoltre dovuto, non solo alle radiazioni non ionizzanti, ma anche alle sostanze diffuse con le scie chimiche e biologiche (metalli vari, batteri, virus): non è dunque un caso se, in Svizzera il problema si è aggravato nel periodo 2003-2006, arco di tempo durante il quale la Confederazione elvetica (come moltissimi altri stati nel mondo), ha subito un feroce attacco chimico di cui si cominciano a vedere le tristi, funeste ripercussioni. Come spesso avviene, il binomio elettromagnetismo-scie chimiche si rivela micidiale.

Le diverse cause che concorrono alla scomparsa e morte delle api, sono così radicate, che sembra impossibile riuscire a farvi fronte; tuttavia una reazione è assolutamente necessaria. Solo in Italia l’apicoltura dà lavoro a 50mila persone, per un valore commerciale di circa 60 milioni di euro all’anno; il danno, se continuasse la moria delle api e l’abbandono degli alveari, non si limiterebbe però solo al tracollo di un intero settore economico, bensì metterebbe in ginocchio il ciclo riproduttivo di milioni di piante che dipendono dalle api per l’impollinazione: meli, peri, susini, peschi, ma anche erba medica, grano, trifoglio, finocchio, aglio, girasole, soia… e molte altre ancora.

In un solo giorno, infatti, un’ape può visitare circa 700 fiori e poiché ogni alveare contiene in media 30.000 operaie, una colonia può visitare più di 20 milioni di fiori quotidianamente; l’importanza delle api, ma anche dei bombi, come impollinatori diventa quindi fondamentale. Fra le piante selvatiche, ben 22.000 specie dipendono dalle api per l’impollinazione

Salvare le api significa quindi evitare il collasso dell’intero Pianeta. Per citare una frase attribuita ad Albert Einstein: “Se l’ape scomparirà dalla superficie della terra, allora agli uomini rimarranno solo pochi anni di vita. Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo”.

Faremmo meglio a trovare qualche soluzione per recuperare questa pensante situazione, invece di pensare a un’improbabile invasione di extraterrestri o al 21 dicembre 2012. E ancor meno a fantascientifiche manovre per salvare l’economia! Siamo alla frutta e il dolce è finito! Probabilmente quel giorno arriverà così da porre fine a quell’opera di sterminio e di profanazione messa in atto dall’uomo robotizzato di quest’epoca infausta.

Nel frattempo il “punteruolo rosso”, dopo essersi acclimatato, sta falcidiando migliaia di palme e di arecacee (una vera e propria emergenza fitosanitaria), congiuntamente con il “Tarlo Asiatico”, nuovo “divoratore” di piante ancor più spietato del “Punteruolo” stesso!
Questo insetto, si differenzia dal “collega Punteruolo” per la sua maggiore violenza con cui aggredisce piante ed alberi, causando anche più danni del precedente, che già ha rovinato gran parte del verde pubblico in diverse città nel mondo, forte del fatto che non c’è una “cura” al suo attacco. La sola cosa da fare è tagliare di netto gli alberi, per evitare la sua propagazione, e in seguito bruciarli. E’ meglio non pensare a cosa potrebbe accadere se i danni già fatti dal “Punteruolo” vadano ad unirsi a quelli del “Tarlo”.
Una visione allarmante e inquietante che, se sommata a tutte le atrocità inferte alla natura (la madre) per mano dell’uomo in questo ultimo secolo, ci da un quadro preciso del futuro che ci aspetta .
E’ singolare poi, come soliti cervelloni della scienza (al soldo dei padroni furbacchioni), siano stati in grado di assemblare le peggiori “armi” di distruzioni di massa, ma incapaci di produrre anche le più semplici soluzioni per migliorare la vita dell’uomo e il suo habitat. Il risultato si evince dal contenuto di questo articolo dove, allo sterminio delle api, corrisponde di contro un aumento esponenziale degli insetti divoratori e distruttori. Così il maligno avanza, mentre il bene retrocede, cedendo il passo all’ottusità di questo mondo insensato in balia di una eccezionale stupidità.

Gianni Tirelli – con l’ausilio della Rete

Commenti disabilitati su Siamo alla frutta e il dolce è finito!

Vino, la Sicilia guarda al Brasile, produttori preparano missione.

Posted in Varie by admin on 2 Maggio 2013

(AGI) – Palermo, 2 mag. – Sara’ il Brasile la prossima tappa del programma di internazionalizzazione promosso dall’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia: un progetto ideato per promuovere, nel mondo, le eccellenze vitivinicole del “Born in Sicily”. Dopo l’India, la Scandinavia e Hong Kong, le cantine siciliane volano oltreoceano per approdare a San Paolo do Brasil e incontrare i piu’ qualificati operatori del settore. “Il mercato vinicolo in Brasile – afferma Lucio Monte, responsabile dell’area-tecnico scientifica dell’Irvos – e’ in forte crescita. I consumi di vino stanno aumentando. Il momento appare dunque propizio per le aziende siciliane”.

(AGI) – Palermo, 2 mag. – Mercoledi’ 8 e’ previsto un seminario, condotto da Christian Burgos di Gruppo Adega e rivolto ai produttori siciliani, per illustrare l’andamento e le dinamiche del mercato brasiliano. Nel pomeriggio invece sono state programmate due Masterclass sui vini siciliani: ogni cantina partecipante proporra’ la propria top wine in degustazione.
  Entrambi i seminari saranno curati da Arthur Azevedo, Presidente dell’Associazione Sommelier Brasiliana, grande critico e opinion leader in Brasile. Anche in quest’occasione, come per le precedenti missioni all’estero, sara’ proposta la collaudata formula del walk around tasting riservato agli operatori di settore: stampa, importatori, ristoratori, enotecari e opinion leaders del mercato. Sul mercato brasiliano operano oltre 300 imprese di importazione, afferma Michele Shah, consulente del programma di internazionalizzazione dell’Istituto, numero “che continua a crescere, senza contare i buyer Gdo e i molti importatori di prodotti alimentari che oggi sono anche importatori di vino. I vini italiani e in particolare quelli provenienti dalle regioni di Piemonte, Veneto, Toscana e Sicilia sono considerati essenziali: il loro acquisto e’ realizzato direttamente dall’importatore che entra in contatto con l’azienda vinicola”.

Commenti disabilitati su Vino, la Sicilia guarda al Brasile, produttori preparano missione.
Next Page »