Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


Mort Garson – Mother Earth’s Plantasia

Posted in Letture,Varie,Video by admin on 26 Marzo 2023

Mort Garson – Mother Earth’s Plantasia

All’inizio degli anni 2000, Caleb Braaten lavorava in un negozio di dischi di seconda mano a Denver, in Colorado, quando si imbatté in un album che sembrava intrigante. La copertina di Mother Earth’s Plantasia presentava un cartone animato di due persone che coccolavano una pianta d’appartamento e veniva fornito con un opuscolo orticolo gratuito. Soprattutto, affermava che il suo pubblico previsto non era umano: dovevi suonare la sua “musica calda della Terra” alle piante “per aiutarle a crescere”.

“Così l’ho ascoltato e, amico, me ne sono subito innamorato”, dice Braaten, che ora gestisce la Sacred Bones Records. “C’è qualcosa che è immediatamente nostalgico. Ti porta in questo luogo caldo nel passato. Sta solleticando quegli stessi sensi di qualcosa della tua infanzia. Penso che anche le persone che non sono nemmeno cresciute con quella roba provino la stessa calda sensazione di… non lo so. È molto interessante.”

Più Braaten imparava sull’album, più strana sembrava la sua storia. È stato il lavoro del defunto Mort Garson, un musicista e cantautore di facile ascolto che ha co-scritto Our Day Will Come, il singolo di Ruby and the Romantics del 1963 in seguito interpretato da tutti, da James Brown a Amy Winehouse, e un arrangiatore responsabile del il luccichio degli archi in By the Time I Get to Phoenix di Glen Campbell. Era anche un compositore di film e TV la cui musica ha fatto da colonna sonora alla trasmissione statunitense dello sbarco sulla luna dell’Apollo 11, e un pioniere dei sintetizzatori che probabilmente dovrebbe essere menzionato nello stesso respiro dei primi eroi dell’elettronica Wendy Carlos, Beaver e Krause, e Malcolm Cecil e Robert Margouleff. Eppure raramente lo è, forse a causa di un’avversione a mettere il proprio nome sui suoi album: The Zodiac del 1967 uscì con il nome Cosmic Sounds, Black Mass del 1971 fu attribuito a Lucifer.

Per ragioni che si perdono nella notte dei tempi, Plantasia non è stato ampiamente rilasciato. È stato venduto nella Mother Earth Plant Boutique di Los Angeles ed è stato ideato congiuntamente dai proprietari del negozio, Joel e Lynn Rapp, che hanno scritto il libretto di accompagnamento. Oltre a ciò, dice Braaten, era disponibile solo con l’acquisto di un materasso Simmons da Sears.

Durante gli anni 2000, tuttavia, intorno all’album è nato un culto, alimentato prima dai collezionisti di quella che Braaten chiama “quella cultura che scava nel profondo di DJ Shadow”, poi da Internet. I video di YouTube dell’album hanno attirato milioni di visualizzazioni, i commentatori l’hanno salutato come qualsiasi cosa, da un precursore della musica ambient di Brian Eno a un avvertimento profetico sul riscaldamento globale, le persone hanno realizzato false pubblicità televisive di Plantasia e cover delle sue tracce. Cominciarono ad apparire versioni bootleg: il valore di una copia originale salì a $ 600. “È diventata una di quelle sensazioni algoritmiche di YouTube”, afferma Braaten. “È apparso nelle liste consigliate da guardare ed è finito nelle playlist rilassanti”.

A parte la seducente bellezza dei suoi caldi toni di synth e melodie, parte del fascino di Plantasia risiede nel modo in cui evoca un’era post-hippy perduta, un momento della metà degli anni ’70 in cui il tipo di idee lontane che in precedenza sarebbero state discussi in stanze piene di fumo di droga a San Francisco o Notting Hill divenne mainstream. Era un’era in cui Erich von Däniken vendeva milioni di tascabili con le sue postulazioni di Dio-astronauta sul mondo antico e il libro pseudoscientifico The Secret Life of Plants – che suggeriva che le piante avessero emozioni, e quindi potessero rispondere alla musica – ha colpito le liste dei bestseller.

Forse, come suggerisce Braaten, le persone rispondono a Plantasia perché c’è una netta correlazione tra allora e adesso: c’è sicuramente un sacco di woo-woo pseudoscientifici fustigati sotto la bandiera del “benessere”. Ad ogni modo, nessuno è stato più sorpreso dall’ascesa dell’album al culto della figlia di Garson, Day Darmet. “Dopo la morte di mio padre, ho preso tutte le sue cose e le ho messe via ordinatamente, tutta la musica extra”, dice. “Poi gli amici hanno iniziato a dirmi che c’era un intero gruppo di Plantasia su YouTube. Ho pensato, mi stai prendendo in giro. L’ho guardato io stesso e ho pensato, è un gruppo di pazzi.

Il suo sconcerto era aggravato dal fatto che non le importava particolarmente dell’album. “Ci sono pezzi che mio padre ha fatto che sono così straordinariamente belli e sentiti, ma questo non ha funzionato per me.” Né sua madre, il cui interesse per il giardinaggio, piuttosto che per La vita segreta delle piante, ha ispirato Plantasia. “Pensava che fosse andato fuori di testa.”

Ha respinto una serie di domande sulla ripubblicazione dell’album fino a quando Braaten non si è messa in contatto, offrendo di pubblicarlo su Sacred Bones – meglio noto come casa delle cantautrici Zola Jesus e Marissa Nadler – come parte di una più ampia retrospettiva del lavoro di Garson. Nonostante le sue riserve sull’album, Day Garson è commossa. “Non mi commuove, ma ha commosso mio padre. Quindi qualunque cosa lo abbia commosso, deve commuovere altre persone. Sul suo epitaffio mi fece scrivere: “’La musica continua’. Aveva ragione. La musica continua.

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“Regione siciliana pronta ad autorizzare discarica grande quanto il centro di Palermo”

Posted in Varie by admin on 10 Marzo 2020

L’M5s lancia l’allarme sul progetto per raddoppiare la struttura di Grotte San Giorgio, a Lentini. Nell’Isola il 70% dei rifiuti finisce sottoterra. “Il settore resta una prateria per i privati”

PALERMO – I governi regionali cambiano, ma l’ampliamento delle discariche siciliane sembra essere una prassi inarrestabile. Nemmeno la Giunta Musumeci è riuscita a mettere un freno all’assurdo scempio del territorio, paradossale in un’epoca storica in cui i rifiuti in tutto il mondo sono una risorsa da cui ricavare energia e materia prime, mentre nell’Isola sono “barili di veleno” riversati nel territorio, con buona pace delle popolazioni che nei pressi delle discariche ci vivono, tra odori nauseabondi e soffocanti.

La novità, denuncia ora il Movimento cinquestelle, è quella di allargare una struttura già abbastanza invadente. “Avete mai visto una discarica di rifiuti grande, per esempio, quanto il centro storico di Palermo? Quella di Grotte San Giorgio, a Lentini, nel Siracusano, rischia di diventare così, enorme. Questo avverrà se le richieste dei privati di raddoppiare l’attuale sito, che è già tra i più grandi del Sud Italia, verranno autorizzate”.

A sollevare la questione in particolare sono i deputati regionali Giorgio Pasqua insieme a Giampiero Trizzino e Stefano Zito, dopo la presentazione, da parte di Sicula Trasporti Srl, di un progetto di ampliamento della discarica di Grotte, che ne raddoppierebbe la capacità di abbancamento, portandola da 4.291.511, attualmente autorizzati, a 8.842.561 mc. La superficie passerebbe dai circa 1,2 kmq attuali ai 2,4, ovvero proprio quanto le dimensioni del centro storico di Palermo (circa 2,5 kmq)…continua su GDS.IT

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..e le stelle girano

Posted in Biogas Zimmardo,Varie by admin on 8 Gennaio 2020
Necropoli di Zimmardo Bellamagna, photo by Alessia Scarso

Necropoli di Zimmardo Bellamagna

Un Paese che distrugge il suo suolo distrugge se stesso. | A Nation that destroys its soils destroys itself.
(Franklin Roosevelt)

Necropoli di Zimmardo Bellamagna, photo by Alessia Scarso
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Senza la legge sulla canapa, a perdere è la Sicilia

Posted in Varie by admin on 20 Dicembre 2019

La politica non riesce a regolamentare un settore che nel resto del mondo è in forte crescita. A Ragusa la multinazionale Canapar ha investito 16 milioni per la trasformazione a fini industriali. Qui conferiscono tanti piccoli produttori. Che però adesso hanno paura

Foto di: Canapar

Neanche stavolta ce l’hanno fatta. Il settore della produzione e della lavorazione della canapa in Italia resta nel limbo. E a perderci è soprattutto il Sud Italia. Perché è in Sicilia, in Puglia, in Campania che si concentra la gran parte delle coltivazioni di un settore che nel resto del mondo cresce a tassi impressionanti (+40 per cento in Nord America) e che invece nel Belpaese resta al palo, imbrigliato da una confusione creata ad arte e che mischia volutamente business molto diversi tra loro.

I due subemendamenti alla manovra economica – presentati dal Movimento 5 stelle e che sono stati a un passo dall’approvazione in Senato – prevedevano di fissare finalmente regole certe per il settore: l’aumento del tetto di Thc (il contenuto di tetraidrocannabinolo, cioè il principale principio attivo della cannabis) da 0.2 a 0.5, percentuale indicata da moltissimi studi accreditati come quella più corretta. Sotto quella soglia cioè la cannabis non si può considerare stupefacente. Al momento le soglie consentite sono 0.2 per cento di Thc in negozio, 0.6 nel campo. In più la proposta legislativa prevedeva un’imposta a partire dal 2020: 12 euro a tonnellata per la biomassa di canapa (quella a fini industriali) e 0,40 euro per grammo per infiorescenze e derivati.

Per alcuni giorni – quelli che hanno separato l’approvazione in commissione Bilancio all’approdo a Palazzo Madama – i tanti addetti ai lavori del settore hanno gioito. Perché il traguardo atteso, una regolamentazione non opprimente che desse certezza a chi ha investito, sembrava a un passo. E invece tutto è sfumato di fronte a una parola: «Inammissibile». Pronunciata dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Regolamentare la produzione e la lavorazione della canapa non può essere oggetto di voto insieme alla manovra finanziaria. E così anche stavolta si perde l’occasione di fare ordine in Italia in un settore che conta tremila aziende e diecimila dipendenti. 

In Sicilia sono circa duecento le partite Iva nate fra produzione, trasformazione, commercializzazione e servizi legati al mondo della canapa. E circa cinquecento ettari coltivati, di cui la gran parte nelle province orientali dell’isola. A farla da padrona è soprattutto Canapar, multinazionale canadese che ha deciso di investire nel Sud Europa. A Ragusa, con un investimento di 16 milioni di euro, è stato realizzato il più grande impianto di lavorazione e trasformazione del continente e tra i più grandi del mondo, con una capacità di produrre seicento tonnellate all’anno di biomassa e in cantiere una seconda linea che raddoppierà la produzione. L’impianto si estende su 14mila metri quadrati nella zona industriale di Ragusa, con due capannoni e diversi centri di estrazione. Si producono materie prime per la farmaceutica, la cosmetica, oli per alimenti e prodotti per la bioedilizia con i materiali di scarto. Dà lavoro a una ventina di impiegati, ma nei prossimi quattro mesi sono previste altre 50 assunzioni. Qui conferiscono 54 produttori siciliani.

Sebastiano Conti – azienda nella piana di Catania, a Lentini – è uno di loro. «L’anno scorso abbiamo prodotto 700 quintali su 40 ettari. Tutta venduta. E poi la canapa è un prodotto che serve a migliorare e rinvigorire il terreno. Noi coltiviamo anche grano, riso, cereali, foraggere, tutti biologici, e la canapa è ideale per completare una rotazione triennale nei terreni». Ora però i dubbi rischiano di fermare tutto. «C’è una confusione enorme, coltivare ti espone a rischi perché si lavora con tanti punti interrogativi. Da noi è venuta anche la polizia a fare controlli nei campi, ed è risultato tutto a posto. Per il prossimo anno avevo in programma di estendere la coltivazione a cento ettari, perché c’è molto interesse. Oltre a Canapar, infatti, anche altre aziende non siciliane sono venute a vedere il nostro prodotto. Ma continuerò solo se si farà chiarezza». ……Continua su https://meridionews.it/articolo/83765/bilancio-della-regione-lallarme-della-corte-dei-conti-parecchio-disavanzo-e-fondi-vincolati-per-3-miliardi/

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Grosseto, emissioni dannose per la salute: il Tribunale stabilisce che a queste condizioni l’inceneritore di Scarlino non deve più riaprire.

Posted in Varie by admin on 12 Dicembre 2019
Grosseto, emissioni dannose per la salute: il Tribunale stabilisce che a queste condizioni l’inceneritore di Scarlino non deve più riaprire

Una sentenza storica che potrebbe cambiare il modello di gestione dei rifiuti in Toscana e non solo. Il Tribunale di Grosseto ha depositato mercoledì la sentenza sull’inceneritore della piana di Scarlino che ha dato ragione ad ambientalisti, singoli cittadini e due associazioni (Stabilimenti Balneari e Coldiretti) che avevano fatto causa civile alla Scarlino Energia per le immissioni inquinanti dello stabilimento che ogni anno dovrebbe bruciare più di 300mila tonnellate di rifiuti. È la prima volta che a fare causa contro una società che gestisce un impianto di incenerimento sono più di 90 soggetti (per questo molti hanno parlato di “class action”) e soprattutto mai era stata intentata per immissioni di tale portate. L’impianto è già chiuso dal 2015 dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che bocciava la quinta autorizzazione a bruciare concessa prima dalla Provincia e, dal 2015, dalla Regione Toscana, ma da mercoledì i giudici di Grosseto hanno stabilito che, a queste condizioni, non riaprirà più inibendo “la prosecuzione dell’attività del medesimo impianto nella sua attuale configurazione in quanto suscettibile di produrre le suddette immissioni”.

La sentenza – La sentenza con cui i giudici del Tribunale di Grosseto hanno dato ragione alle associazioni ambientaliste è arrivata dopo un anno e mezzo di lavoro dei consulenti tecnici che, aiutati da medici in grado di valutare le patologie più frequenti nell’area dell’impianto, hanno definito “insostenibile” nella sua “attuale configurazione impiantistica e gestionale” e “da un punto di vista ambientale e/o sanitario” la ripresa delle attività dell’impianto di Scarlino. Non solo: secondo i consulenti del Tribunale, le immissioni degli ultimi anni avrebbero provocato “sia rischi sanitari certi, sia rischi sanitari probabili nel tempo”. Per questo, scrivono i giudici, “deve dunque ritenersi che l’impianto nel suo attuale stato e nella configurazione in cui si trova, qualora messo in funzione sia suscettibile di produrre tutta una serie di immissioni dannose per la salute”. Come dire: il diritto alla salute viene prima di tutto. La sentenza viene considerata storica anche perché apre alla possibilità che un impianto di smaltimento rifiuti possa essere bloccato o chiuso nel caso si dimostri che produca emissioni pericolose per la salute dei cittadini…. continua

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Favignana. Inquinamento ambientale nell’area marina protetta.

Posted in Varie by admin on 5 Dicembre 2019
Favignana

“Un inquinamento di dimensioni vastissime” a fronte di “misure di bonifica palliative“. È quello che è successo a Favignana, isola siciliana in provincia di Trapani, dove una crepa a un serbatoio di gasolio della centrale termoelettrica è stata trascurata per quasi 40 anni. La fagliatura nel serbatoio risale all’ormai lontano 1980: oggi ha causato un disastro ambientale “di dimensioni vastissime”.

L’inquinamento ha danneggiato “in via progressiva le matrici ambientali costituite da acque sotterranee e suolo senza soluzione di continuità – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – causando un deterioramento significativo e misurabile di vaste porzioni di territorio e delle acque sotterranee nonchè dell’equilibrio di un ecosistema compreso nell’Area Marina Protetta (Amp) delle Isole Egadi, di rilevante importanza per la presenza di flora e avifauna protetta, la cui bonifica è conseguibile solo con provvedimenti eccezionali”…..continua….

di Marco Bova | 5 Dicembre 2019 Il Fatto Quotidiano

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Raj Patel, il pollo fritto ed il capitalismo

Posted in Articoli,Varie by admin on 20 Novembre 2019

Raj Patel (Londra, 1972) è un economista, accademico e giornalista inglese, studioso della crisi alimentare mondiale e attivista. È inoltre riconosciuto come il più autorevole rappresentante della filosofia della condivisione.
«Porre fine alla fame non è semplicemente una questione di far crescere più cibo, ma di coltivare la democrazia».

Nel suo libro I padroni del cibo, Raj Patel scrive che, nonostante sulla Terra si produca più cibo che in qualsiasi epoca del passato, circa 800 milioni di persone soffrono la fame. Nello stesso tempo circa un miliardo di persone è sovrappeso, soggetto per questo a malattie cardiache e diabete.
Le due categorie degli affamati e degli obesi sarebbero il prodotto delle “catene di montaggio” che trasportano il cibo dai campi alle tavole. “Le multinazionali che ci vendono il cibo, interessate esclusivamente al profitto, influenzano e impongono il modo in cui mangiamo e in cui pensiamo al cibo.”
Secondo Patel è quindi necessario avviare un’indagine che scopra “le vere cause della carestia in Asia e in Africa e dell’epidemia mondiale di suicidi tra gli agricoltori.” Esistono oggi dei movimenti organizzati che suggeriscono un modo di coltivare, allevare e alimentarsi sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente più equo.

Nel suo secondo libro, Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo, l’autore esamina in modo critico i dogmi dell’economia liberista, dopo aver constatato che i prezzi dei beni sono oggi sistematicamente distorti, e che il mercato non riesce più a valutare equamente il valore del lavoro.
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

Nel suo ultimo libro individua un simbolo di questo sistema alimentare sbagliato: il pollo fritto del fast food. Un cibo che racchiude, nel modo in cui è prodotto e consumato, «l’inganno del capitalismo». Che cosa significa?
«Il capitalismo è un sistema che non paga i suoi conti. Uso questo esempio per mostrare che sarebbe impossibile avere una crocchetta di pollo, un cibo economico, con poche proprietà nutritive e che proviene da una filiera altamente industrializzata, senza distruggere la natura, sfruttare gli animali, i lavoratori e le loro famiglie e facendo guadagnare i soliti noti».
Ma se scelgo di non mangiare al fast food, posso ritenermi fuori da questo circolo vizioso?
«È facile capire come i cibi lavorati e confezionati possano diventare emblema di un sistema sbagliato, meno immediato trovarne le tracce nei cibi freschi. Eppure, basta pensare che gli agricoltori, oltre a essere tra i lavoratori meno pagati del mondo, sono anche i più esposti a questo inganno. Uno scioccante studio mostra che i figli dei raccoglitori di fragole della California hanno un quoziente intellettivo inferiore di sette punti rispetto alla media, perché le loro madri sono state esposte ai pesticidi. Abbiamo danneggiato questi lavoratori generazione dopo generazione, e ora il risultato qual è? Che le fragole sono rosse e perfette, geometricamente progettate, pronte per essere comprate e mangiate».
di Francesca Gambarini Corriere della Sera

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Buon Natale 2018

Posted in Varie,Video by admin on 25 Dicembre 2018

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Parabole del Muos: il tar boccia le richiesta del Ministero della Difesa e degli Usa

Posted in Varie by admin on 12 Luglio 2013

Il Coordinamento Regionale dei Comitati NO MUOS accoglie con soddisfazione la decisione del TAR di Palermo di rigettare la sospensiva richiesta dal Ministero della Difesa. In particolare sottolinea come degna di nota sia la motivazione dell’ordinanza nella quale viene indicato come interesse primario ed imprescindibile la tutela della salute della popolazione di Niscemi “non assoggettabile a misure anche strumentali che la compromettano seriamente fin quando non sia raggiunta la certezza assoluta della non nocività del sistema MUOS”.

I legali del Coordinamento dei Comitati Avv.ti Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea segnalano anche come il TAR abbia rilevato che sussistono seri dubbi in ordine all’incidenza e alla pericolosità del sistema in questione sul traffico aereo degli aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania.

La decisione del TAR rafforza la legittimità della resistenza che gli attivisti e dei comitati NO MUOS hanno esercitato ormai da oltre due anni, anche a costo di subire una dura repressione e attività dissuasiva effettuata dalle forze dell’ordine anche mediante arresti, sanzioni amministrative e penali.

Riguardo l’attività repressiva, varie Associazioni, Enti e Comitati, stanno sottoscrivendo una petizione per chiedere la rimozione per incompatibilità ambientale del Prefetto e del Questore di Caltanissetta.

Coordinamento Regionale dei Comitati NO MUOS

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Domenica 7 luglio a Modica, proiezione “NO MUOS FILM

Posted in Varie by admin on 5 Luglio 2013

Domenica 7 luglio, ore 20:00, Atrio Comunale – Palazzo S.Domenico, Modica bassa
Il documentario NO MUOS FILM nasce dall’esigenza e dall’urgenza sociale, politica e culturale di raccontare e documentare le ragioni della protesta e gli avvenimenti che si stanno susseguendo per fermare l’installazione – all’interno della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi – di una delle quattro stazioni di terra del Mobile User Objective System (MUOS), sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il programma di installazioni è fortemente contestato dagli abitanti di Niscemi e migliaia di siciliani che si sono costituiti in diversi comitati che hanno dato vita al movimento No Muos.

Il documentario avrà una durata di 90 minuti e, attraverso interviste a semplici cittadini, esponenti dei comitati No muos, uomini politici, rappresentanti delle istituzioni, studiosi, medici, ambientalisti, affronterà i diversi argomenti che si muovono intorno al tema No Muos: la sovranità territoriale; la militarizzazione del territorio; il movimento No Muos e le sue forme di lotta civile e politica; i danni alla salute che le radiazioni elettromagnetiche potrebbero provocare alla popolazione; l’impatto ambientale; il sospetto di implicazioni mafiose.

Sito ufficiale: http://www.nomuosfilm.it/

All’interno della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi, sito già dichiarato di importanza comunitaria, si sta costruendo una delle quattro stazioni di terra del Mobile User Objective System (MUOS), sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il programma di installazioni è fortemente contestato dagli abitanti di Niscemi e migliaia di siciliani che si sono costituiti in diversi comitati che hanno dato vita al movimento No Muos.

Il documentario NO MUOS FILM nasce dall’esigenza e dall’urgenza sociale, politica e culturale di raccontare e documentare le ragioni della protesta e gli avvenimenti che si stanno susseguendo per fermare questa installazione.

Obiettivi del documentario sono quelli di:

Osservare e descrivere la natura e le forme di lotta e resistenza del movimento no Muos che vede coinvolti migliaia di cittadini siciliani
Affrontare la questione della sovranità territoriale, interrogandosi e spiegando come mai ancora oggi un paese sovrano come l’Italia deve cedere porzioni di territorio nazionale alle strutture dell’esercito degli Stati Uniti.
Il documentario “No Muos Film” è una produzione dal basso, una produzione che per garantirsi indipendenza ha scelto di cercare fondi attraverso il sostegno popolare. Chiunque trovi interessante, utile e necessario il progetto, può diventare produttore del film, sottoscrivendo una quota, che, in base al budget dichiarato, sarà uguale per tutti e che sarà versata solo a film finito. Le modalità di questo procedimento sono più ampiamente chiarite sul sito www.produzionidalbasso.com nell’area dedicata al progetto “NO MUOS FILM”.

Ulteriori forme di finanziamento a sostegno del film saranno ricercate attraverso eventi destinati a promuovere il progetto.

Contenuti

Il documentario avrà una durata di 90 minuti e, attraverso interviste a semplici cittadini, esponenti dei comitati No muos, uomini politici, rappresentanti delle istituzioni, studiosi, medici, ambientalisti, affronterà i diversi argomenti che si muovono intorno al tema No Muos

La sovranità territoriale
La militarizzazione del territorio
Il movimento No Muos e le sue forme di lotta civile e politica
I danni alla salute che le radiazioni elettromagnetiche potrebbero provocare alla popolazione
L’impatto ambientale
Il sospetto di implicazioni mafiose
Il film documenterà gli eventi che quotidianamente si svolgono presso la sughereta e la città di Niscemi, teatro di iniziative, incontri fra rappresentanti delle istituzioni e i cittadini nonché

www.nomuosfilm.it

english version

The documentary NoMuos stems from the social, political and cultural urge to tell and document the reasons of the protest and the events that are taking place to stop the radar installation.
Inside the Natural Cork Tree Reserve of the town of Niscemi, declared Site of Community Importance, is being built one of the four ground stations of the Mobile User Objective System, a system of satellite communications at very high radio frequencies, operated by the Department of Defense of the United States.
The installation programme is strongly contested by the inhabitants of Niscemi and by many other Sicilians who have formed many committees which together have given birth to the NoMuos movement.

The Objectives of the documentary are to:

Observe and describe the nature and the forms of fighting and resisting of the NoMuos movement involving thousands of citizens in Sicily
Address the issue of territorial sovereignty, questioning and explaining whyl a sovereign country like Italy still has to give portions of national territory to the structures of the U.S. Army.

The documentary “No Muos Film” is a production “from the bottom”, a production that in order to guarantee its independence has chosen to seek funds through popular support. Anyone finding this project interesting, useful and necessary, can become a producer of the film, by signing a share, which, based on the budget said, it will be the same for everyone and will be paid only on the finished film. The details of this process are more fully clarified on the site area dedicated to the “NO Muos FILM”.

info and contacts:
www.nomuosfilm.it

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Prodursi il cibo un atto criminale?

Posted in Varie by admin on 22 Maggio 2013

Come la Tecnocrazia intende affamare il Popolo

– Oggi, lo stato di indigenza, di povertà e di dipendenza dai bisogni primari, è tale, da indurre i soggetti più deboli della società al suicidio, e altri, i più resistenti che, a breve, saranno costretti ad abbandonare i centri urbani per riparare nelle campagne, e prodursi autonomamente il cibo necessario per sopravvivere.
Parallelamente, l’Unione Europea, emana leggi che vietano la coltivazione privata di orti e ortaggi e l’allevamento di animali da cortile. La tecnocrazia vuole affamare il popolo, dopo averlo ridotto in schiavitù –

Quando ti tolgono il lavoro e ti ammazzano di tasse, l’ultima speranza rimane quella di tornare alla terra per auto produrre il sostentamento necessario alla vita di tutti i giorni. Tanto è vero che la fortissima crisi economica ha favorito la nascita di migliaia di nuovi agricoltori, anche in Italia, ognuno con il proprio orticello. Ma ecco arrivare la proposta di legge UE – totalmente folle – che vuole mettere al bando i piccoli orti e vietare l’autoproduzione di cibo. A questo punto, e se dovesse andare in porto, cosa resterà se non la rivolta sociale contro il regime tecnocratico?

Una nuova legge proposta dalla Commissione Europea renderebbe illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia europea denominata “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”. Si chiama “Plant Reproductive Material Law”, e tenta di far gestire al governo la regolamentazione di quasi tutte le piante e i semi. Se un contadino della domenica coltiverà nel suo giardino piante con semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale.
Questa legge protesta, intende stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala. «Come qualcuno potrà sospettare questa mossa è la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul pianeta».

Criminalizzando i piccoli coltivatori di verdure, qualificandoli come potenziali criminali i burocrati europei possono finalmente consegnare il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti come la Monsanto. I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali – per esempio, coltivano senza usare macchine e non vogliono utilizzare spray chimici potenti. Per cui, non c’è modo di registrare quali sono le varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori industriali. In pratica, d’ora in poi, tutte le piante, i semi, gli ortaggi e i giardinieri dovranno essere registrati.
Tutti i governi sono, ovviamente, entusiasti dell’idea di registrare tutto e tutti. Tanto più che i piccoli coltivatori dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi. Gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazioni delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto scoraggiandoli.
Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai contadini commerciali si sta stabilendo comunque un precedente che, prima o poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli coltivatori di rispettare le stesse folli regole.
Un tecno-governo impazzito!!! Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo. Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono». Inoltre è molto preoccupante che si siano dati poteri di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo e per sempre – non solo di piante dell’orto, ma anche di erbe, muschi, fiori, qualsiasi cosa – senza la necessità di sottoporre queste rigide restrizioni al voto del Consiglio.

Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli. Il problema di questa legge è sempre stato il sottotitolo, che dice un sacco di balle, come sul mantenimento della biodiversità e sulla semplificazione della legislazione, come se il nuovo dispositivo rendesse finalmente le cose più facili, ma negli articoli della legge c’è scritto tutto il contrario. Esempio dove si spiega come “semplificare” le procedure per le varietà amatoriali, non si fa nessun accenno alle accurate classificazioni già elaborate dal Defra, il dipartimento britannico per l’agricoltura impegnato a preservare le varietà amatoriali. Di fatto, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge, ai sensi della nuova normativa comunitaria. Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita sostenibile – diventerà un atto criminale. Inoltre, questa legge uccide completamente qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità europea, avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri.
E’ quello che stanno facendo i governi: stanno prendendo il controllo, un settore alla volta, anno dopo anno, fino a non lasciare più nessuna libertà, al punto di ridurre le popolazioni alla schiavitù in un regime dittatoriale globale.

Si avvera così la “profezia” formulata da Adams nel libro “Freedom Chronicles 2026” (gratuito, scaricabile online), nel quale un “contrabbandiere di semi” vive in un tempo in cui le sementi sono ormai divenute illegali e c’è gente che, per lavoro, ne fa contrabbando, aggirando le leggi orwelliane imposte della Monsanto. L’incubo pare destinato a trasformarsi in realtà: «I semi stanno per diventare prodotti di contrabbando», afferma Mike Adams. «Chiunque voglia prodursi il suo proprio cibo sta per essere considerato un criminale». Questo, conclude Adams, è il dominio totale sulla catena alimentare. «Tutti i governi cercano un controllo totale sulla vita dei cittadini». Per questo, oggi «cospirano con le multinazionali come la Monsanto», ben decisi a confiscare la libertà più elementare, cioè il diritto all’alimentazione. «Non vogliono che nessun individuo sia più in grado di coltivare il proprio cibo».

FATE AZIONI D’AMORE PARTENDO DA UN SEME
Fate una bomba di semi da gettare ovunque e in ogni luogo! Mettete fiori nei cannoni: era un detto degli anni ’70, della Flower Power Generation. Oggi i figli dei fiori si sono trasformati in molteplici manifestazioni umane, come i guerriglieri del Guerrilla Gardening. Gli attivisti della semina selvaggia se ne vanno, a volto coperto nella notte, a seminare fiori e ortaggi nelle zone degradate della città, creano delle aiuole stupende e coloratissime, preparano bombe di terra e semi e le gettano dove ci sia un lenzuolo di terreno disponibile. Fanno cultura, celebrano la vita oltre la specie, credono in un’idea, sono pacifisti. Seminano Amore attraverso dei piccoli semini. Tutti noi possiamo fare la guerriglia dei semi, uscire alla sera o anche al mattino con un cestino pieno di bombe di semi e spargere la vita sulla terra.

Gianni Tirelli – con l’ausilio della Rete

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Vino, la Sicilia guarda al Brasile, produttori preparano missione.

Posted in Varie by admin on 2 Maggio 2013

(AGI) – Palermo, 2 mag. – Sara’ il Brasile la prossima tappa del programma di internazionalizzazione promosso dall’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia: un progetto ideato per promuovere, nel mondo, le eccellenze vitivinicole del “Born in Sicily”. Dopo l’India, la Scandinavia e Hong Kong, le cantine siciliane volano oltreoceano per approdare a San Paolo do Brasil e incontrare i piu’ qualificati operatori del settore. “Il mercato vinicolo in Brasile – afferma Lucio Monte, responsabile dell’area-tecnico scientifica dell’Irvos – e’ in forte crescita. I consumi di vino stanno aumentando. Il momento appare dunque propizio per le aziende siciliane”.

(AGI) – Palermo, 2 mag. – Mercoledi’ 8 e’ previsto un seminario, condotto da Christian Burgos di Gruppo Adega e rivolto ai produttori siciliani, per illustrare l’andamento e le dinamiche del mercato brasiliano. Nel pomeriggio invece sono state programmate due Masterclass sui vini siciliani: ogni cantina partecipante proporra’ la propria top wine in degustazione.
  Entrambi i seminari saranno curati da Arthur Azevedo, Presidente dell’Associazione Sommelier Brasiliana, grande critico e opinion leader in Brasile. Anche in quest’occasione, come per le precedenti missioni all’estero, sara’ proposta la collaudata formula del walk around tasting riservato agli operatori di settore: stampa, importatori, ristoratori, enotecari e opinion leaders del mercato. Sul mercato brasiliano operano oltre 300 imprese di importazione, afferma Michele Shah, consulente del programma di internazionalizzazione dell’Istituto, numero “che continua a crescere, senza contare i buyer Gdo e i molti importatori di prodotti alimentari che oggi sono anche importatori di vino. I vini italiani e in particolare quelli provenienti dalle regioni di Piemonte, Veneto, Toscana e Sicilia sono considerati essenziali: il loro acquisto e’ realizzato direttamente dall’importatore che entra in contatto con l’azienda vinicola”.

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