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Questione ambientale a Cava Gisana: nonostante le concessioni edilizie…

Posted in Biogas Zimmardo,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 20 Agosto 2016

Con recente sentenza della Cassazione penale ( Sez. III, n.28344/2016 ) si è chiusa definitivamente la vicenda relativa all’esecuzione di due impianti, all’epoca in corso di esecuzione, entrambi regolarmente autorizzati nel 2004 dal Comune di Modica, in zone di particolare pregio del territorio di Modica e segnatamente un impianto per il trattamento della bio – massa, sito nella contrada Gisana ed un impianto per la costruzione di un Kartodromo, sito nella vicina contrada Zimmardo.

Contro tali impianti ed i relativi provvedimenti autorizzatori del Comune di Modica, all’epoca insorsero numerosi residenti delle zone interessate, con esposti e denuncie, ottenendone il sequestro ed il rinvio a giudizio dei proprietari degli stessi dei Direttori dei lavori e di alcuni funzionari del Comune di Modica.

Con sentenza depositata il 24 febbraio 2009, i proprietari degli impianti, e i tecnici  direttori dei lavori furono condannati per le violazioni edilizie loro contestate così come venne condannato per abuso di ufficio un funzionario del Comune di Modica.

A seguito dell’appello degli imputati, la Corte di Appello di Catania, con sentenza del 29/giugno/2012, applicò la prescrizione agli imputati, atteso il tempo trascorso, confermando nel resto l’impugnata sentenza del Tribunale di Modica, in particolare , confermando le statuizioni civilistiche della sentenza di primo grado.

Avverso tale sentenza della Corte di Appello di Catania, i titolari dell’impianto di biomassa hanno proposto ricorso per cassazione, che è stato rigettato con la suindicata sentenza della S.C., che ha confermato le precedenti sentenze del Tribunale di Modica e della Corte di Appello di Catania.

Il dato che mi preme sottolineare è che la Corte di Cassazione,  aderendo all’impostazione del Tribunale di Modica, ha confermato la responsabilità del committente, del proprietario e del Direttore dei lavori, nonostante il rilascio della concessione edilizia, sottolineando che lo stesso non basta a ritenere legittima un’opera edilizia, poiché il Giudice è tenuto a verificare la legittimità del titolo concessorio rilasciato. Da ciò consegue che , ove tale titolo sia illegittimo perchè rilasciato in violazione delle norme edilizie, il reato sussiste, anche, a prescindere dalla collusione tra pubblico amministratore e privato destinatario. . . continua su Laspia.it

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Le dune di Marina di Modica: In nome della legge.. di Concetto Scivoletto

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 18 Agosto 2016

In nome della legge continua lo scempio di Modica e dei suoi straordinari beni monumentali e paesaggistici.

In nome della legge negli anni 60 fu rasa al suolo la Chiesa di S. Agostino, furono demoliti l’Hotel Bristol e anche un antico palazzo, con regolari licenze e pareri favorevoli, per far posto a tre mostruose costruzioni in cemento armato che hanno stravolto l’armonia del tessuto urbano di Modica Bassa.
In nome della legge seguirono, sempre con regolari licenze e pareri favorevoli, altre demolizioni nel centro storico e altri palazzi furono costruiti lungo il Corso Umberto, nella Via Marchesa Tedeschi, in Piazza S. Giovanni, lungo il Corso Principessa Maria del Belgio, in via Sottotenente Nino Barone, per citare i più eclatanti. Da Modica Bassa a Modica Alta anche gli orti urbani e i pochi spazi di verde attrezzato finirono per essere sommersi dal cemento.
In nome della legge nei decenni successivi, anche dopo il riconoscimento UNESCO, sono state deturpate irreversibilmente le colline che circondano il centro storico con ecomostri forniti di regolari concessioni e pareri favorevoli.
In nome della legge oggi vengono sacrificate senza scrupoli sull’altare del cemento le suggestive dune di Marina di Modica, vero e proprio monumento naturale, Sito di Interesse Comunitario (SIC), ancora una volta con regolari concessioni, autorizzazioni e pareri favorevoli.
Come può accadere tutto ciò, nonostante le leggi di tutela del patrimonio paesaggistico e la crescita della sensibilità  ambientalista? Peraltro, è sempre più diffusa la consapevolezza che nuovi posti di lavoro qualificato, innanzitutto per i giovani, possono nascere solo da una politica di salvaguardia e valorizzazione dei nostri beni culturali e ambientali, non certo dalla loro umiliazione e distruzione. Cosa impedisce di realizzare impianti turistici in luoghi esenti da vincoli ambientali, perseguendo in tal modo sia la tutela della bellezza che la creazione di nuovi posti di lavoro? Anche quando la proprietà  del suolo è privata, la bellezza del paesaggio specie se tutelato rimane un bene comune.
Se oggi tuttavia s’insiste pervicacemente nello scempio del nostro territorio, vuol dire che l’intreccio fra cattiva politica e interessi privati continua a mantenere in piedi a Modica un vero e proprio sistema che pare essere più forte delle leggi, dei valori, dei beni comuni, ma anche della memoria e della dignità  politica, istituzionale e culturale. Un sistema che si alimenta da più di trentanni nella zona grigia della Variante Generale al P. R. G. della nostra Città, con i suoi tempi enormemente dilatati da periodici aggiornamenti, studi, relazioni, incompatibilità  di consiglieri comunali e con le sue generose varianti ad personam. Un sistema particolarmente gradito agli amici degli amici e ai potenti di turno che sta distruggendo bellezza, paesaggio e identità  territoriale.
Ebbe a dire Giovanni Giolitti, più volte Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia: «Le leggi per i nemici si applicano, per gli amici sì interpretano».
Ed è impressionante come lo zelo della cattiva politica modicana “ attraverso amministrazioni di vario colore e sigle fino a quella attuale” confermi pienamente questa massima giolittiana.
In nome della LEGGE e della COSTITUZIONE (art. 9) che «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», impegniamoci tutti a combattere apertamente tale sistema non solo con la vigilanza continua, ma con una straordinaria mobilitazione dei cittadini liberi, al fine di salvaguardare e trasmettere alle future generazioni la nostra identità  territoriale, patrimonio dell’umanità .

 Concetto Scivoletto

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Sicilia, è strage di alberi nel Ragusano: Iniettano diserbanti negli ulivi secolari. E c’è l’ombra dell’mafia dei pascoli

Posted in Articoli,Biogas Zimmardo,Pubblica Evidenza by admin on 13 Agosto 2016

Da pù di un anno ignoti entrano in terreni privati per versare sostanze diserbanti sulle piante e iniettare direttamente dentro i tronchi liquidi tossici. Un attacco sistematico che si estende per 400 ettari intorno a Modica e Pozzallo. La denuncia: “Sono raid organizzati”. Il bilologo: “Nessun parassita, tracce di avvelenamento”. Il commissariato di Modica indaga per tentata estorsione.

Si materializzano nella notte, quando entrano nei boschi e nei campi per versare sostanze diserbanti sulle radici degli alberi, bruciandoli ed uccidendoli. Oppure utilizzano un trapano per iniettare direttamente dentro i tronchi liquidi tossici, che si espandono lentamente fino alle foglie. Il risultato è micidiale: alberi ancora giovani che si spaccano dal di dentro, disseccandosi, carrubi e ulivi secolari che si svuotano, si anneriscono e perdono le foglie. E’ una vera e propria strage di alberi quella che sta andando in onda in provincia di Ragusa: un attacco sistematico che si estende per 400 ettari nelle campagne intorno a Modica e Pozzallo.

Le ronde degli avvelenatori – E questa volta non c’entrano i virus o i parassiti: a massacrare gli ulivi e i carrubi del Ragusano infatti sono dei veri e propri blitz, ronde notturne di squadrette di avvelenatori che s’inseriscono nottetempo negli appezzamenti di terreno privati per devastare gli alberi con diserbanti e sostanze tossiche. E’ una storia che va avanti da più di un anno ormai, racconta l’agronomo Corrado Rizzone, proprietario di alcuni degli appezzamenti di terreno finiti sotto attacco. Le ronde vanno in onda di notte, quando nei terreni non c’è nessuno: per mesi ho poi trovato pezzi di alberi spaccati direttamente alla base lasciati sul terreno, mentre tutti gli altri venivano sistematicamente avvelenati, continua Rizzone che ha sporto una serie di denunce contro ignoti al commissariato di Polizia di Modica. Nei mesi gli attacchi si sono intensificati creando un danno enorme, non solo per la mancata produzione di carrube e olive, ma anche perchè parte della zona ricade sotto il vincolo paesaggistico. Qual’è l’obiettivo? Radere al suolo tutti gli alberi della zona?, dice l’agronomo che a sostegno dei suoi esposti ha anche depositato agli atti degli investigatori una perizia di parte, firmata dal biologo Daniele Tedeschi.

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