L’approdo di Pisciotto?
Un recente e interessante articolo, pubblicato su “Il Domani Ibleo” a firma di Cinzia Vernuccio, porta alla pubblica attenzione una ipotesi alquanto fondata sulla localizzazione del “famoso” approdo in zona Pisciotto-Baia Samuele. Causa il recente passaggio del tifone “Medicane” che, sferzando il mare con forza lungo il litorale ibleo oltre agli innumerevoli danni, ha riservato qualche sorpresa. Come nel caso della spiaggia del Pisciotto e del relativo “pantano” di Baia Samuele.

In realtà il fenomeno non è nuovo, sebbene serva una certa intensità nell’evento atmosferico, già nel lontano (oramai) febbraio del 1996, un evento simile portò alla luce quanto oggi finalmente attenzionato.

All’epoca ci sembrò interessante l’affiorare dell’opera di contenimento della sponda in pietra, che sembrerebbe appunto un opera di regimentazione idraulica di un possibile canale di ingresso al laghetto retrostante. Idrogeologicamente parlando Baia Samuele è una linea di impluvio che convoglia tutte le acque meteoriche al mare, quindi nel corso del tempo è anche soggetta a sedimentazione del materiale apportato con le acque di scorrimento. Quindi non è del tutto peregrina l’ipotesi che una volta vi fosse un canale di accesso ad un pantano molto più grande e che la costa sabbiosa fosse ancora a divenire così com’è attualmente.

Fermiamo il saccheggio della sabbia a Ispica (RG )
Il Maccone Bianco di Santa Maria del Focallo – Ispica (RG ) – Fermiamo il saccheggio della sabbia.
Il Circolo “SIKELION LEGAMBIENTE di ISPICA” il 29 agosto 2022, alle ore 17,00, ha svolto un FLASH MOB presso l’ingresso dell’area forestale del “Maccone Bianco”, adiacente alla S.P. Pozzallo-Marza, per sensibilizzare opinione pubblica ed enti preposti alla tutela sui reiterati e devastanti prelievi di sabbia dal “Maccone”, area boschiva protetta sita a ridosso della litoranea di S. Maria del Focallo. Nonostante le reiterate denunce di questo circolo, già a partire dal 2018, l’attività estrattiva abusiva non si è arrestata, ed anzi continua in assenza di qualsiasi controllo ed attività repressiva.
Abbattuti carrubi e ulivi di oltre 200 anni tra Modica e Pozzallo

Decine di carrubi e ulivi secolari cono stati tagliati con la motosega e abbattuti con la pala meccanica in contrada Zimmardo Bellamagna, nelle campagne tra Modica e Pozzallo. In questa zona peraltro da anni si verificano situazioni poco chiare, con l’avvelenamento di alberi, che, secondo alcuni residenti, hanno portato al deprezzamento dei fondi e alla disperazione degli agricoltori, sfiduciati dopo le tante denunce rimaste senza esito. Sono stati parecchi, nel tempo, gli alberi secolari lasciati morire con l’utilizzo di sostanze nocive. Ora decine di carrubi, ulivi ed olivastri secolari sono stati abbattuti con mezzi meccanici, alcuni invece direttamente sradicati, lasciando sul terreno i buchi ricoperti alla buona….. continua su CorierediRagusa…
Contrada Graffetta, criminali mettono paura ai residenti
Rubano auto, furgoni e persino animali. E’ la banda di ladri che ha preso di mira contrada Graffetta, tra Ispica e Modica, incutendo paura tra i residenti, al punto che i chi abita la contrada si è organizzato con ronde notturne. Il servizio di Video Regione con le interviste ai residenti.
Abbate non vuol tutelare Bellamagna

Giovedì scorso il Consiglio Comunale di
Modica, per responsabilità di Abbate e della sua maggioranza, ha perso
una occasione storica per dimostrare di essere a fianco dei cittadini di
Modica e di Pozzallo e a salvaguardia della zona di Zimmardo –
Bellamagna.
Infatti, è stata respinta la mozione presentata dai
consiglieri di Pd e Modica 2038, tendente a sostenere ufficialmente nei
confronti della Sovrintendenza di Ragusa il riconoscimento di Zimmardo –
Bellamagna sito di notevole interesse pubblico, azione già avviata dal
Sindaco del Comune di Pozzallo, a nome della sua città e da una
petizione di cittadini di Modica.
Dopo la presentazione della mozione
da parte della minoranza, la maggioranza, tentando di buttare fumo
negli occhi e di fare confusione, ha presentato in tutta fretta, qualche
giorno prima della riunione del Consiglio, una generica, quanto
inutile, mozione finalizzata ad una improbabile istituzione di un tavolo
tecnico per discutere della revisione del regime vincolistico del Piano
paesaggistico, pensando, in questo modo di fare credere ai cittadini di
essere dalla parte della tutela del paesaggio modicano.
Se si fosse
sinceramente voluto un voto in questa direzione sarebbe bastato
integrare le due mozioni, come proposto ragionevolmente da alcuni
consiglieri di maggioranza e di minoranza; ma anche su questo c’è stato
un netto rifiuto.
Ormai, come abbiamo sostenuto in questi mesi, è di
tutta evidenza e senza possibilità di smentita che Abbate e tutta la sua
amministrazione, consiglieri comunali compresi, hanno assunto un
atteggiamento contrario alla tutela del paesaggio modicano e in
particolare della zona Zimmardo – Bellamagna, e gli atti amministrativi
parlano chiaro.
Anziché sospendere e rivedere l’autorizzazione
rilasciata, per la quale il Tar ha giustamente richiesto una copiosa
documentazione, nonché individuare un sito differente per allocare
l’impianto di biometano, Abbate ha scelto di opporsi al ricorso al Tar
presentato dagli abitanti della zona, ha evitato di impegnarsi, dopo
l’accordo in Sovrintendenza e i ripetuti inviti del Sindaco di Pozzallo,
per la ricerca di un altro sito e, infine, ha fatto bocciare in
Consiglio Comunale una mozione a salvaguardia del territorio, ignorando
apertamente le aspettative dei cittadini di Modica e di Pozzallo.
Vito D’Antona
Biogas Bellamagna Zimmardo: il TAR chiede al Comune di Modica tutte le carte
Il Tar Catania ha chiesto chiarimenti al Comune di Modica ed all’Arpa sull’iter istruttorio per la realizzazione dell’impianto di produzione di biometano a Modica, nella Contrada Zimmardo – Bellamagna, rinviando la causa all’udienza del 24 febbraio 2021.
Con ordinanza oggi depositata, infatti, il TAR ha chiesto, tra l’altro, al Comune di Modica se abbia mai valutato l’effettiva compatibilità della strada di accesso all’impianto stesso con il traffico da esso indotto e le ragioni della mancata convocazione della Soprintendenza al procedimento. Chiarimenti chiesti anche all’Arpa sui rifiuti e le emissioni odorigene che l’impianto produrrà e all’Università di Catania, per accertare se effettivamente la capacità produttiva dello stabilimento sia quella che è stata indicata per usufruire dei vantaggi del procedimento amministrativo semplificato oppure no. Nello specifico.

Ritenuto che, ai fini della compiuta istruzione della causa, sia necessario richiedere al Comune di Modica una relazione, da depositare nel termine di 60 giorni dalla comunicazione del presente provvedimento, nella quale, illustrato in termini generali lo svolgimento del procedimento autorizzatorio, siano specificamente indicate:- le strade di accesso all’impianto (in particolare se e in quale misura vi rientri quella gestita dal Consorzio ricorrente) e le valutazioni compiute in merito alla compatibilità della rete stradale di collegamento, eventualmente anche di tipo agricolo, con il traffico dei mezzi diretti all’impianto;- le ragioni della mancata convocazione della Soprintendenza, anche alla luce della previsione di cui all’art. 14.9 delle Linee guida per il procedimento di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387;- eventuali valutazioni compiute in sede procedimentale in relazione alle previsioni della delibera di G.R n. 1 del 2 febbraio 2009 ed in ordine alla compatibilità con la valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali e la tutela della biodiversità e del patrimonio culturale e del paesaggio rurale (di cui al punto 20 della medesima delibera);- documentazione depositata dal privato ex art. 40 del Piano paesaggistico provinciale;- verifica della sussistenza, in prossimità dell’impianto, della rete di trasporto del gas naturale (par. 2.9 della Relazione tecnico-illustrativa del progetto);- eventuale coinvolgimento degli enti e dei soggetti competenti alla connessione dell’impianto alla rete (di cui al punto f, p. 8 della Relazione illustrative del progetto) ed informazioni, ove esistenti, in merito all’eventuale procedimento di dichiarazione di pubblica utilità delle opere connesse e di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio con indicazione del relativo piano particellare, dei confini e dei dati catastali delle aree interessate.Sempre ai fini dell’istruttoria l’A.R.P.A. Sicilia, nel termine di 60 giorni dalla comunicazione della presente ordinanza, dovrà rendere chiarimenti in merito:- agli accertamenti condotti sugli scarti utilizzati per alimentare l’impianto, anche con riferimento alla loro eventuale qualificazione come rifiuti ed alle eventuali autorizzazioni necessarie, in quest’ultimo caso, per il loro trattamento e per l’utilizzo del digestato, con particolare riferimento alla “frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti industriali non idonei all’uso nella catena alimentare umana o animale” di cui alla lettera d) di pag. 11 della Relazione tecnico-illustrativa (all. 10 del ricorso);- alle specifiche valutazioni compiute in merito ad eventuali emissioni odorigene provenienti dall’impianto (torre di desolforazione e platea a cielo aperto in cui è previsto l’accumulo del digestato) ed al loro impatto con i nuclei abitati più vicini, primo tra tutti quello di Bosco Pisana e il centro abitato di Pozzallo.Ritenuto che debba altresì disporsi verificazione, ai sensi dell’art. 66 del d.lgs. 104/2010, da affidare al Direttore del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, dell’Università di Catania, eventualmente con l’ausilio di altri dipartimenti competenti, in merito:- alla correttezza e plausibilità dei calcoli di produttività dell’impianto in base al piano di alimentazione previsionale (a pag. 35 dello studio di perfettibilità ambientale definito “indicativo”) ed alle potenzialità complessive dell’impianto. In particolare andrà verificata la plausibilità e l’esattezza della soglia di 499 smc/h specificamente determinata in progetto, chiarendo in particolare se e in quale misura, alla luce dei dati presi in considerazione, possa escludersi il superamento della soglia immediatamente superiore dei 500 smc/h di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003;- sulla riconducibilità dell’impianto da autorizzare alla categoria di quelli “chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie unità produttive funzionalmente connesse tra di loro …per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto, potassio (fertilizzanti semplici o composti)”.La relazione conclusiva della verificazione sarà depositata entro il termine di giorni sessanta dalla comunicazione del presente provvedimento.L’ulteriore trattazione del ricorso viene rinviata all’udienza pubblica indicata in dispositivo.P.Q.M.Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Seconda), dispone gli incombenti istruttori nei sensi e nei termini di cui in motivazione.Fissa l’udienza di discussione del merito alla data del 24 febbraio 2021.”
Il TAR della Sicilia annulla la possibilità di fare nuovi inceneritori
di Francesco Girardi
Basta Inceneritori di rifiuti! Bloccando l’art. 35 del decreto Sblocca Italia, il TAR Sicilia boccia la possibilità di realizzare impianti nocivi per la salute umana e per l’ambiente e considera ineludibili i passaggi di confronto con la popolazione fin dalla fase di pianificazione.

In Italia ce ne sono 56 di cui una quarantina ancora attivi e tra essi i più grandi e potenti d’Europa (a Brescia e ad Acerra), di quelli attivi una decina dotati di cogeneratore e i restanti, la maggior parte, tutti senza recupero di calore per fini di teleriscaldamento: ecco in sintesi la “rete” inceneritorista nazionale a cui si aggiungono altri 12 impianti di co-incenerimento come centrali termoelettriche e come i cementifici deputati anche alla combustione di CSS da rifiuti per ricavare scorie solide, fumi tossici, emissioni climalteranti e una piccola parte del calore necessario alla produzione di cemento.
L’insostenibilità ambientale è rappresentata dall’ingente quantitativo di sostanze tossiche, nocive e climalteranti sotto forma gassosa, liquida e solida, emesse e immesse nell’ambiente e rappresentate da diossine, furani, PCB, particolati ultrafini tutte sostanze che in parte si ricondensano all’abbassamento della temperatura dei fumi e in buona parte sfuggono ai filtri anche a quelli più tecnologicamente avanzati.
Tale insostenibilità è stata determinante per l’ esito della sentenza del 7 Ottobre in cui il TAR Sicilia, a seguito di ricorso promosso da diversi comitati ambientalisti tra cui il Movimento Legge Rifiuti Zero, ha messo fine a quanto previsto nell’art. 35 del Decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014 detto ”Sblocca Italia” in cui venivano sancite in sostanza in nome della strategicità di tali impianti a livello nazionale, che per gli stessi si potesse prevedere un incremento delle potenze autorizzabili “a saturazione delle capacità attualmente autorizzate” e che tale incremento di potenza inceneritorista potesse essere concretizzato escludendo gli obbligatori passaggi della Valutazione Ambientale Strategica a cui ogni strumento di Pianificazione, anche quella in parola di nuovi inceneritori, è obbligatoriamente da sottoporre ai sensi della direttiva UE n. 42/2001 con tutti i relativi passaggi di confronto pubblico…. continua
Nominato CTU per l’aria nauseabonda in ASI Pozzallo

Il Presidente del Tribunale di Ragusa ha nominato un consulente tecnico d’ufficio per accertare l’esistenza di intollerabili immissioni di odori irrespirabili, polveri e fumi nauseabondi provenienti dagli stabilimenti Avimecc.
Il pronunciamento del Tribunale di Ragusa è conseguenza di un esposto presentato da alcune imprese che operano nella zona Asi di Modica-Pozzallo e ad adiuvandum dal Comune di Pozzallo e dal C.S.P.A.
La decisione di ammettere l’Accertamento Tecnico Preventivo, ai sensi dell’art. 696 bis del c.p.c., è stata motivata in considerazione del fatto che “l’asserita emissione di odori particolarmente molesti ed anzi nauseabondi come sostenuto dalle ricorrenti, indubbiamente realizza, quantomeno, il reato di cui all’art. 674 codice penale (ed anzi quel danno ambientale che potrebbe dar luogo a più grave ipotesi di reato) che ben configura il fatto illecito…”.
Al consulente tecnico d’ufficio è stato assegnato un termine di sessanta giorni per la redazione di una apposita relazione scritta, da sottoporre poi ai consulenti delle parti per le loro osservazioni.
“E’ un primo passo ma particolarmente importante – afferma il Sindaco di Pozzallo – per il prosieguo della battaglia a tutela del territorio che, insieme alle imprese del luogo e al CPSA, intendiamo portare avanti senza alcun tentennamento”.
“Sarà un percorso irto di difficoltà – conclude il primo cittadino di Pozzallo – ma la condivisione delle azioni intraprese, da parte dei cittadini e del mondo produttivo, mi fa ben sperare nel raggiungimento dell’obiettivo”.
BAYER SBORSA 10 MILIARDI PER CHIUDERE MIGLIAIA DI CAUSE SUL GLIFOSATO
Una diatriba ancora aperta quella sul possibile legame tra il glifosato e il cancro. Nel 2015 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha stabilito che il glifosato da solo “non presenta potenziale genotossico” e che “nessuna prova di cancerogenicità è stata osservata nei ratti o nei topi”. Stando all’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms (Iarc), invece, è stata constatata la presenza di “prove evidenti” di genotossicità e “evidenze sufficienti” di cancerogenicità per gli animali. L’Efsa ha però riconosciuto che “il potenziale genotossico” delle formulazioni a base di glifosato deve essere valutato e che “la tossicità a lungo termine, la cancerogenicità, la tossicità riproduttiva e il potenziale di interferenza endocrina delle formulazioni” dovrebbero essere “chiariti”.
Bayer ha ereditato il Roundup quando ha acquistato Monsanto nel 2018 per circa 65 miliardi di dollari. La cifra del patteggiamento – spiega il New York Times – include 1,25 miliardi di dollari per far fronte a potenziali richieste future da parte di utilizzatori del diserbante che potrebbero sviluppare il linfoma non Hodgkin negli anni a venire. Una quota degli 1,25 miliardi accantonati sarà destinata alla creazione di un comitato di esperti indipendenti chiamato a rispondere a due domande cruciali, ovvero se il glifosato causa il cancro e, se sì, quale è il dosaggio minimo o il livello di esposizione ritenuti pericolosi.
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Una discarica di detriti, oli esausti e pneumatici nel Motodromo
Stando alle prime indiscrezioni, ad Ottobiano i detriti erano stati interrati a poche centinaia di metri di distanza dai tracciati di motocross e kart, non lontani dalle piste. I finanzieri avrebbero poi rilevato una presenza massiccia di pneumatici e cisterne di gasolio da smaltire. Qui, in questo impianto all’avanguardia, fiore all’occhiello per centauri inaugurato nel 1999, e diventato negli anni sede di due Campionati Mondiali, un Campionato Europeo, varie gare di caratura internazionale e decine di gare di Campionato Italiano, dovrà essere valutato il danno ambientale derivato dall’abbandono e all’occultamento dei materiali rinvenuti, e dalla cattiva gestione di oli esausti e carburanti. Nei prossimi giorni saranno effettuate le operazioni di carotaggio dei terreni da parte della componente tecnica incaricata dal Pm, che saranno in grado di fornire dati più precisi.
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