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Grosseto, emissioni dannose per la salute: il Tribunale stabilisce che a queste condizioni l’inceneritore di Scarlino non deve più riaprire.

Posted in Varie by admin on 12 Dicembre 2019
Grosseto, emissioni dannose per la salute: il Tribunale stabilisce che a queste condizioni l’inceneritore di Scarlino non deve più riaprire

Una sentenza storica che potrebbe cambiare il modello di gestione dei rifiuti in Toscana e non solo. Il Tribunale di Grosseto ha depositato mercoledì la sentenza sull’inceneritore della piana di Scarlino che ha dato ragione ad ambientalisti, singoli cittadini e due associazioni (Stabilimenti Balneari e Coldiretti) che avevano fatto causa civile alla Scarlino Energia per le immissioni inquinanti dello stabilimento che ogni anno dovrebbe bruciare più di 300mila tonnellate di rifiuti. È la prima volta che a fare causa contro una società che gestisce un impianto di incenerimento sono più di 90 soggetti (per questo molti hanno parlato di “class action”) e soprattutto mai era stata intentata per immissioni di tale portate. L’impianto è già chiuso dal 2015 dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che bocciava la quinta autorizzazione a bruciare concessa prima dalla Provincia e, dal 2015, dalla Regione Toscana, ma da mercoledì i giudici di Grosseto hanno stabilito che, a queste condizioni, non riaprirà più inibendo “la prosecuzione dell’attività del medesimo impianto nella sua attuale configurazione in quanto suscettibile di produrre le suddette immissioni”.

La sentenza – La sentenza con cui i giudici del Tribunale di Grosseto hanno dato ragione alle associazioni ambientaliste è arrivata dopo un anno e mezzo di lavoro dei consulenti tecnici che, aiutati da medici in grado di valutare le patologie più frequenti nell’area dell’impianto, hanno definito “insostenibile” nella sua “attuale configurazione impiantistica e gestionale” e “da un punto di vista ambientale e/o sanitario” la ripresa delle attività dell’impianto di Scarlino. Non solo: secondo i consulenti del Tribunale, le immissioni degli ultimi anni avrebbero provocato “sia rischi sanitari certi, sia rischi sanitari probabili nel tempo”. Per questo, scrivono i giudici, “deve dunque ritenersi che l’impianto nel suo attuale stato e nella configurazione in cui si trova, qualora messo in funzione sia suscettibile di produrre tutta una serie di immissioni dannose per la salute”. Come dire: il diritto alla salute viene prima di tutto. La sentenza viene considerata storica anche perché apre alla possibilità che un impianto di smaltimento rifiuti possa essere bloccato o chiuso nel caso si dimostri che produca emissioni pericolose per la salute dei cittadini…. continua

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