Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


Troppi pesticidi nell’acqua

Posted in Articoli by admin on 2 Gennaio 2009

ROMA – Non bisogna avere necessariamente la sfortuna di Emma Marcegaglia per finire avvelenati bevendo un bicchiere d’acqua. Il 36,6% dei campioni d’acqua analizzati dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del ministero (ex Apat) è risultato infatti contaminato da pesticidi in quantità superiore ai limiti di legge. Il dato emerge dal dossier “Residui di prodotti fitosanitari nelle acque-Rapporto annuale, dati 2006” presentato oggi alla stampa.

Uno studio che secondo i curatori “conferma e rende più evidente uno stato di contaminazione già rilevato negli anni precedenti”. Complessivamente i diversi pesticidi emersi dalle analisi di laboratorio sono stati 131. Per alcune sostanze, l’inquinamento è molto diffuso e interessa sia le acque superficiali, sia quelle sotterranee di diverse regioni, tanto da richiedere, secondo l’Isprat, “la necessità di interventi di mitigazione dell’impatto”.

In Italia, secondo il dossier, si impiegano circa 300 tipi di sostanze diverse, per un quantitativo complessivo di circa 150.000 tonnellate all’anno. I dati relativi al 2006 mostrano una contaminazione diffusa nelle acque superficiali, dove è stata riscontrata nel 57,3% dei 1.123 punti di monitoraggio, nel 36,6% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti previsti dalla legge per le acque potabili. Nelle acque sotterranee, invece, sono risultati contaminati a diverso grado il 31,5% dei 2.280 punti totali di rilevamento, con il superamento dei limiti di potabilità nel 10,3% dei casi.

Nel 2006, ricorda l’Istituto, sono 18 le regioni che hanno trasmesso i dati al min istero per essere elaborati. Complessivamente sono stati monitorati 3.403 punti, per un totale di 11.703 campioni e 439.305, “con un buon incremento, rispetto agli anni precedenti, della copertura territoriale e della significatività delle indagini” (per il 2005, ad esempio, le misure erano 282.774).

Le sostanze più comunemente rinvenute sono gli erbicidi, fatto spiegabile sia con la loro modalità di utilizzo, che può avvenire direttamente al suolo, sia con il periodo dei trattamenti, in genere concomitante con le precipitazioni più intense che, attraverso il ruscellamento e l’infiltrazione, ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei.

Tra le contaminazioni più diffuse, secondo l’Ispra, “vi è quella dovuta alla terbutilazina, utilizzata in particolare nella coltura del mais e del sorgo. La contaminazione è diffusa in tutta l’area Padano-Veneta ed evidenziata anche in alcune regioni del centro-sud: è stata trovata nel 51,0% dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 15,8% di quelli delle acque sotterranee indagate”.

Da segnalare ancora “la presenza diffusa di atrazina, sostanza ormai da lungo tempo fuori commercio”. “Senza poter escludere – rileva ancora l’Ispra – casi di uso illegale, i dati e le valutazioni effettuate dimostrano che quello misurato è essenzialmente il residuo di una contaminazione storica, dovuta al forte utilizzo della sostanza nel passato”.

La Repubblica

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Annullate dal TAR le trivellazioni a Vittoria

Posted in Articoli by admin on 27 Novembre 2008

Il Comitato per le energie rinnovabili e contro le trivellazioni gas/petrolifere  in Sicilia  esprime grande soddisfazione per la sentenza del TAR  di Catania che  dà piena ragione al Comune di Vittoria per quanto riguarda la questione delle perforazioni per idrocarburi  di  Sciannacaporale dove insistono le  sorgenti d’ acqua che servono appunto  la città di Vittoria.

Si tratta di una SENTENZA DI MERITO che di fatto annulla le autorizzazioni  che la Regione Sicilia, a suo tempo,  concesse alla società.  La concessione riguarda  747 km. quadrati nei territori di molti comuni tra cui Avola, Noto, Rosolini, Modica, Vittoria, Ragusa, ecc.
Nella sentenza l’ ARPA e la Panther debbono  pagare tutte le spese di lite della Consulenza Tecnica d’ Ufficio (C.T.U.) e  viene riconosciuto il rischio per le risorse idriche.
Viene decretato  anche che la V.I.A. ( Valutazione d’ Impatto Ambientale ) deve essere propedeutica a qualsiasi iniziativa e  si deve acquisire il parere vincolante del Comune dove insiste l’intervento (nel caso in specie Vittoria), dell’ ASL e del Genio Civile, pertanto deve essere rifatto  da parte della società tutto l’ iter precedente. 
 
Riteniamo questa   SENTENZA,  STORICA (è un precedente importante): per la prima volta  si riconosce che il FUTURO ed  il modello di sviluppo  debbono  essere decisi dalle comunità e non imposti dall’ alto e pertanto sono salvaguardate  le risorse pubbliche del territorio rispetto ad interessi privati.
In sostanza:  
 – i beni comuni  come l’ acqua, il paesaggio, l’ ambiente debbono essere tutelati;
 - non si può insistere  ancora nelle risorse energetiche derivate da combustibili fossili, ma bisogna puntare alle energie rinnovabili, sicure, pulite ed  al risparmio energetico;
 - vi è bisogno di un’ economia durevole, sostenibile, in armonia con la natura.
 
Comitato per le energie rinnovabili e contro le trivellazioni gas/petrolifere  in Sicilia
 ( sinteticamente COMITATO NO TRIV).
Leggi la sentenza

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Con Obama gli Usa si scoprono verdi

Posted in Articoli by admin on 10 Novembre 2008

ROMA – C’è una rivoluzione nella rivoluzione con l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca. Il prossimo presidente degli Stati Uniti è nero, il prossimo presidente degli Stati Uniti ha appena 47 anni, ma il prossimo presidente degli Stati Uniti ha anche un programma energetico e ambientale assolutamente innovativo che fa del “business verde” un tassello fondamentale della rinascita americana e di un riscoperto multilateralismo.

Centralità che il senatore dell’Illinois non ha mancato di ribadire anche nel primo discorso pronunciato appena avuta la certezza di aver sconfitto John McCain. “Anche se stanotte festeggiamo, sappiamo che le sfide che ci porterà il domani sono le più grandi della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria del secolo”, ha avvisato Obama, aggiungendo però che “ci sono nuove energie da imbrigliare e nuovi lavori da creare”.

Una speranza offerta innanzitutto a un Paese a terra dopo l’uragano partito con lo scandalo dei mutui subprime, ma che non potrà non avere profonde ripercussioni globali. “Obama ritiene importante che gli Stati Uniti si impegnino nella lotta ai cambiamenti climatici e propone un rientro del paese nelle negoziazioni internazionali sul clima, senza attendere che Cina e India facciano altrettanto, evitando così una paralisi del processo decisionale”, spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club ed ex consulente del ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.

“Come strumento d’azione – ricorda ancora Silvestrini – il futuro presidente propone uno schema analogo a quello dell’emissions trading europeo, ma con un pagamento delle quote da parte delle industrie e la destinazione dei proventi (15 miliardi di dollari all’anno) per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Questo meccanismo penalizzerà evidentemente la produzione di energia da carbone”.

Il programma del candidato democratico non si discosta molto infatti dal pacchetto 20-20-20 elaborato da Bruxelles, ma è tarato sulla cifra 10: mettere fine entro 10 anni alla dipendenza dal petrolio, 10% di rinnovabili entro 4 anni, ridurre in 10 anni del 15% i consumi di elettricità. Per questo il successo di Obama rafforzerà inevitabilmente la determinazione europea ad andare avanti, rendendo ancora più debole e isolato il tentativo italiano di bloccare tutto. Qualche settimana fa, Berlusconi, attaccando la direttiva Ue, aveva sentenziato: “I maggiori produttori di C02, che sono Stati Uniti e Cina, sono assolutamente negativi sul fatto di aderire alla nostra azione”.

Vero, ma solo nel senso che Washington ora intende fare ancora più di Bruxelles, riconquistando la leadership tecnologica della rivoluzione verde. Se a Roma si insiste nel denunciare i presunti costi delle politiche ambientali, la promessa elettorale di Obama è stata invece quella di creare nel giro di dieci anni 5 milioni di posti di lavoro nel settore dell’energia pulita e di arrivare a un taglio delle emissioni di C02 dell’80% entro il 2050.

Un piano d’azione che dopo qualche iniziale incomprensione legata al ruolo dei biocarburanti e del “carbone pulito” ha conquistato la stragrande maggioranza degli ambientalisti americani. “La travolgente vittoria di Obama e dei tanti candidati filo ambientalisti in giro per il Paese – esulta il presidente di Friends of Earth Brent Blackwelder – segnala un forte rigetto delle fallimentari politiche energetiche degli ultimi otto anni e un mandato storico per una trasformazione su vasta scala”.

Trasformazione, per dirla ancora con le parole di Silvestrini, che “rappresenta il ritorno degli Usa sulla scena mondiale per la lotta contro i cambiamenti climatici e un forte rilancio dell’industria delle fonti rinnovabili” rendendo “alla luce delle novità in arrivo ancora più imbarazzante e penoso il balbettio italiano per sottrarsi agli impegni contro il riscaldamento del Pianeta”.

Analisi che al nostro ministero dell’Ambiente sottoscrivono solo a metà. Il direttore generale Corrado Clini, snodo italiano di tutti gli ultimi negoziati per protrarre il Protocollo di Kyoto oltre il 2012, distingue infatti tra la politica ambientale di Obama e la volontà/possibiltà di sottoscrivere impegni vincolanti in sede internazionale. “Ho incontrato il suo staff nel settembre scorso – racconta Clini – e mi hanno confermato l’intenzione di dare una spinta poderosa alle rinnovabili e all’efficienza energetica, obiettivi resi credibili dal fatto di avere alle spalle settori importanti della finanza e dell’industria americana. Un percorso che innescherebbe un circolo virtuoso molto positivo, con ricadute anche in Cina”.

“Cosa diversa – aggiunge il direttore generale del ministero – è ritenere però che Obama possa pensare di accettare limitazioni alla sovranità statunitense attraverso un accordo come il Kyoto bis. Il Senato non lo accetterebbe mai, come è già accaduto con la bocciatura da parte di una maggioranza democratica della prima ratifica voluta da Clinton”. “Pensare che la posizione europea esca rinfrancata dalla vittoria di Obama e di conseguenza che le obiezioni italiane siano più deboli – conclude Clini – mi sembra infondato, anzi, ora che esiste un obiettivo comune si aprirà un confronto sulle modalità per raggiungerlo. Di certo esce definitivamente sconfitto il partito di chi sostiene che per il clima non occorre fare nulla”. Resta però il dubbio che il governo Berlusconi, dopo aver definito “una follia” la politica europea del 20-20-20, faccia parte proprio di questo partito.
Fonte: La Repubblica

 

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RICICLAGGIO DI DENARO A MODICA. INDAGATO L’ONOREVOLE PEPPE DRAGO

Posted in Articoli by admin on 7 Novembre 2008

Esclusi due degli originari tredici indagati della maxi inchiesta svolta dalla Guardia di Finanza su una presunta associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di danaro a Modica, la lista è stata, però, incrementata con altri undici nominativi più o meno noti. Qualcuno è abbastanza conosciuto visto che nella lista, tra questi ultimi, figura anche il parlamentare nazionale Giuseppe Drago. E’ quanto emerge dalla notifica, in queste ore, degli atti di conclusione delle indagini che la Procura della Repubblica ha provveduto a notificare alle persone interessate attraverso i rispettivi difensori di fiducia. Il Procuratore della Repubblica di Modica, Domenico Platania, contesta, oltremodo, un ulteriore reato: la concussione. L’inchiesta è stata eseguita in due tranche, l’ultima delle quali conclusasi lo scorso 31 ottobre, ha inserito nel fascicolo oltre al parlamentare udiccino anche i nomi di Giancarlo Francione, Marcello Sarta, Rosario e Giovanni Vasile, Vincenzo Leone, Giorgio Aprile e Giuseppe Piluso.

Dalla prima trance, conclusa il 31 luglio, facevano parte l’ex sindaco di Modica Piero Torchi, in carica dal 2002 fino allo scorso mese di marzo, l’ex assessore al bilancio, Carmelo Drago, il segretario provinciale dell’Udc, Giancarlo Floridia, Vincenzo Pitino, consigliere provinciale in carica eletto nell’Udc e passato al Pdl, quattro collaboratori del gruppo di vertice dell’Udc locale, i fratelli Bruno e Massimo Arrabito, Massimo La Pira, autista del parlamentare nazionale, ed il giornalista Gabriele Giannone, e gli imprenditori edili Giuseppe Sammito e Giuseppe Zaccaria, oltre ai funzionari del Comune di Modica Francesco Paolino e Giuseppe Castagnetta, quest’ultimo, all’epoca dei fatti direttore dello sportello unico, che, però, non figurano più nell’elenco perché evidentemente esclusi. I reati contestati dalla magistratura inquirente, sulla base delle indagini, sono scattati a seguito di una denuncia presentata da un imprenditore e poi allargatasi su altri campi di cui ancora non si conoscono gli sviluppi
 
Secondo l’accusa, grazie a ingenti somme di danaro pagate da imprenditori, sarebbero stati pilotati i meccanismi di assegnazione degli appalti e inoltre, in cambio della rinuncia a una parte dei crediti vantati verso il Comune (in stato di dissesto finanziario), alcuni avrebbero ottenuto una corsia preferenziale nel percepire le spettanze. Le indagini, avviate a giugno 2007 avrebbero trovato conferma dei movimenti di danaro sui conti degli indagati o su conti off shore a loro riconducibili. Lo scorso 16 settembre le fiamme gialle avevano effettuato dei blitz di buona mattina in abitazioni e nei luoghi di lavoro di alcuni indagati. Le pattuglie delle fiamme gialle avevano stazionato per ore ed in qualche caso per un paio di giorni, nelle varie zone della città, in particolare al Quartiere Sorda. Nel corso dell’inchiesta alcune delle persone, informate dei fatti, si sono trasformate da interrogati ad indagati. A questo punto i diversi difensori delle diciannove persone coinvolte(ma è bene sottolineare che ciò non significa già colpevoli)presenteranno prove a discolpa per potere convincere il Procuratore Platania a non chiedere il rinvio a giudizio e, dunque, l’archiviazione per i rispettivi assistiti.
Fonte: RTM

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IL MAXI PROCESSO SUL KARTODROMO E SULL’IMPIANTO DI BIOMASSA, RICHIAMATI I PERITI CHE RESTANO ANCORA DI OPINIONI DIVERSE SULLA MACCHIA MEDITERRANEA

Posted in Articoli,Itis - Biomassa,Kartodromo by admin on 7 Novembre 2008

I periti del Tribunale di Modica e quello della difesa richiamati per chiarimenti sulle rispettive conclusioni fornite in precedenza ed anche ieri si sono trovati in disaccordo. Così è andata quella che dovrebbe essere la penultima udienza del maxi processo che si celebra davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)sulla costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa, rispettivamente a Cava Bellamagna Zimmardo e a Cava Giarrusso.

I due Ctu hanno confermato quanto sostenuto in precedenza e cioè che la macchia mediterranea era presente in entrambe le aree, in percentuale del 100% nella vallata e del 50% lungo il versante. I due periti catanesi sono stati anche ieri contestati dal perito di parte, secondo il quale il calcolo delle percentuali sarebbero state utilizzate solo delle mere foto ortografiche, e non delle vere e proprie cartografie. I consulenti del Tribunale hanno integrato la loro perizia sostenendo la presenza della macchia mediterranea che hanno chiamato “un vero e proprio bosco” con opere che ricadevano tra i 20 e 120 metri da una parte ed oltre i 2 metri dall’altra, mentre quello della difesa ha prodotto delle foto che mostravano terreni dove non c’era coltivazione perché arati(prove acquisite dai giudici) ed ha contestato la presenza di macchia mediterranea. Il processo è stato riconvocato per il prossimo 26 novembre. Il processo si riferisce al rilascio di concessioni, come si diceva, per la costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa.

Tredici sono gli imputati. In precedenza il pubblico ministero, Maria Mocciaro, era andata per la requisitoria chiedendo otto condanne per quasi dieci anni di arresto e 90 mila euro di multa, e cinque assoluzioni.
Fonte: RTM

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LEGAMBIENTE: “CONTROLLI SETTIMANALI DEI CORSI D’ACQUA DEL TORRENTE TELLESIMO E DEL FIUME TELLARO”

Posted in Articoli by admin on 7 Novembre 2008

Un controllo settimanale dei corsi d’acqua del torrente Tellesimo e del fiume Tellaro. E’ quanto chiede Legambiente agli organi competenti.

“Nel recente passato sono stati osservati preoccupanti segnali di inquinamento di quest’area: in particolare schiume e l’alterazione della composizione sedimentaria dei fondali. Il periodo di osservazione (autunno), fa ritenere probabile che tale alterazione sia da mettere in relazione con l’attività di uno o più frantoi oleari operanti nella zona. Anche quest’anno, essendosi avviata la stagione di produzione, si chiede che vengano attivate tutte le iniziative perchè i fenomeni non si ripetano”. In particolare Legambiente chiede che venga verificato il possesso da parte delle aziende olearie della zona delle autorizzazioni ed infrastrutture previste dalla legge per lo stoccaggio e smaltimento delle acque di vegetazione, ma anche che venga svolto un controllo settimanale dello stato dei corsi d’acqua in questione sia tramite osservazione che tramite analisi di acque, fauna e flora per individuare immediatamente l’eventuale presenza di scarichi e quindi intervenire prontamente.

“Nel caso si osservassero i fenomeni di inquinamento, – continuano gli ambientalisti – si mettano in atto tutte le procedure per individuare l’origine delle acque inquinanti e di punire gli inquinatori”.

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La Terra è consumata, nel 2030 ce ne serve un’altra

Posted in Articoli by admin on 30 Ottobre 2008

Presentato a Londra il Living Planet Report 2008 sulla salute del pianeta
La domanda sulle risorse del pianeta supera del 30% la sua capacità rigenerativa

MILANO – La Terra non sta bene; uomini, animali e piante neanche. Secondo il “Living Planet Report 2008”, “check up” biennale fatto da ricercatori del Wwf e altre organizzazioni scientifiche, presentato a Londra, «entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti per soddisfare il fabbisogno dell’umanità di beni e servizi». La domanda globale sulle risorse della Terra supera infatti del 30% la capacità rigenerativa di quest’ultima. Più di tre quarti degli abitanti del pianeta vivono in nazioni che sono debitrici ecologiche, dove cioè i consumi nazionali hanno superato la capacità di risorse naturali del paese. Il rapporto si basa, tra l’altro, sulla misurazione dell’ “impronta ecologica”, un’unità che misura la domanda dell’umanità sulla biosfera, in termini di superficie di terra e mare necessarie sia alla produzione delle risorse che le persone utilizzano, sia all’assorbimento dei materiali di scarto generati.

CORSA CON GLI OCCHI BENDATI – La crescita demografica, e quella dei consumi individuali, hanno fatto sì che negli ultimi 45 anni la domanda dell’umanità sul pianeta sia più che raddoppiata. Ancora nel 1961 quasi tutti i paesi del Mondo possedevano una capacità più che sufficiente a soddisfare la propria esigenze interna. Nel 2005 la situazione è cambiata in modo radicale: molti paesi possono soddisfare i loro bisogni solo importando risorse da altre nazioni e utilizzando l’atmosfera del Pianeta come discarica di anidride carbonica e di altri gas serra.

LA BOLLA AMBIENTALE – Viviamo al di sopra delle nostre possibilità in una “bolla” ambientale che, a differenza di quella finanziaria, è più difficile da nascondere. Qui non si parla di futures, derivati od opzioni, ma di aria e di acqua, di grano e di riso. «A livello mondiale, durante l’ultimo anno il prezzo dei raccolti ha raggiunto vertici da record – ha scritto James P. Leape, direttore generale di Wwf International – in gran parte a causa dell’aumento della domanda di cibo, mangimi e biocombustibili e della continua diminuzione della risorsa idrica». La natura non accetta carte di credito: chi era povero diventa miserabile, chi aveva poco da mangiare, torna a morire di fame.

USA E CINA CONSUMANO OLTRE IL 40% DELLE RISORSE – Il consumo generale dell’umanità ha superato la biocapacità totale della Terra per la prima volta negli anni 80, e questa tendenza ha continuato a crescere. Ma ovviamente non tutti contribuiscono a questo trend nella stessa misura: Stati Uniti e Cina utilizzano, ciascuno, il 21% della biocapacità del pianeta. Il consumo procapite della Cina è molto più basso di quello registrato negli Usa, ma la popolazione è anche quattro volte superiore. Nei valori pro-capite gli statunitensi mantengono infatti il primato assoluto di grandi “divoratori” del pianeta, richiedendo una media di 9.4 ettari globali, come dire, che ciascun americano vive con le risorse di circa 4.5 pianeti Terra.

L’ITALIA E’ IL QUARTO PAESE AL MONDO PER CONSUMO DI ACQUA – Il nostro paese è al 24esimo posto nella classifica delle maggiori impronte ecologiche sul pianeta, su oltre 180. Non è una buona posizione: significa che consumiamo ben più di quanto le nostre risorse interne ci consentirebbero di fare. Viviamo “in debito”. L’impronta ecologica pro capite dell’Italia è 4,8: significa che ogni italiano consuma risorse tre volte in più del quantitativo che il nostro territorio mette a disposizione. Per quanto riguarda l’impronta idrica, l’Italia si trova al quarto posto nella classifica mondiale riguardante l’impronta idrica del consumo, che costituisce il volume totale di risorse idriche utilizzate per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti della nazione stessa (questo indicatore è costituito da due componenti e cioè l’impronta idrica interna, che è composta dalla quantità di acqua necessaria per produrre beni e servizi realizzati e consumati internamente al paese, e dall’impronta idrica esterna, che deriva dal consumo delle merci importate e calcola, quindi, l’acqua utilizzata per le produzioni delle merci dal paese esportatore). L’Italia è quindi al 4° posto con un consumo di 2.332 metri cubi pro capite annui (dei quali 1.142 interni e 1.190 esterni). Davanti a noi abbiamo, nell’ordine, solo Usa, Grecia e Malesia.

INVERTIRE LA ROTTA – Se il Living Planet Report 2008 descrive una Terra malata, e abitata da uomini limitati, indica anche coordinate per poter invertire questa rotta, che al momento sembra puntare serenamente verso il naufragio. «Non è troppo tardi per evitare una recessione ecologica – ha osserva James P. Leape – ma bisogna cambiare l’attuale stile di vita e indirizzare le nostre economie verso percorsi più sostenibili». Consumare meno e meglio, soprattutto il nostro mondo “avanzato”, «fermo restando – scrive il rapporto – che lo sviluppo tecnologico continuerà a rivestire un’importanza vitale nell’affrontare la sfida della sostenibilità».
Fonte: Corriere della Sera

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Centrale fotovoltaica dei record inaugurata a Santa Croce

Posted in Articoli by admin on 26 Ottobre 2008

Santa Croce Camerina – La più elevata potenza in Italia
Il centro ibleo si colloca tra le prime tre città italiane con la più lunga esposizione solare annuale

Nuovo record italiano per un impianto fotovoltaico a pannelli solari grazie alla nuova centrale di San Michele inaugurata a Santa Croce Camerina, che si colloca tra le prime tre città italiane con la più lunga esposizione solare annuale. La centrale è costituita da 4mila 650 moduli fotovoltaici montati su 155 inseguitori su una superficie di circa 4 ettari per una potenza complessiva di 999,80 kw.

Si tratta della più elevata potenza attualmente in esercizio in Italia, di poco superiore a quella di un altro impianto inaugurato di recente a Sticciano Scalo nel Comune di Roccastrada, in provincia di Grosseto.

Progetto e realizzazione sono della Horus Energy S.r.l. di Siracusa. L´impianto è stato finanziato con fondi privati ed è stato ammesso al primo Conto Energia emanato nel 2005. Grazie anche alla sua collocazione l´impianto «San Michele» risulta al primo posto nella classifica europea per produzione di energia di fotovoltaica per kW installati. I tecnici della Horus Energy hanno infatti calcolato che la quantità di energia pulita prodotta ogni giorno è pari a 7mila 500 kWh.

In un anno prevedono un ammontare pari a 2 milioni 100mila kwh. Questo eccezionale risultato si ottiene grazie alla somma di tanti fattori, ma la scelta degli inseguitori solari è stata determinante per raggiungere gli obiettivi prefissati. Basti pensare che la Germania, leader nel settore fotovoltaico, ha una produzione media di 900 kwh per kw installato, mentre la centrale «San Michele» produce 2100 kwh per kw. Grazie al quantitativo elettrico prodotto dal sole, si riesce a risparmiare in un anno, circa mille 200 tonnellate di emissione di anidride carbonica nell´atmosfera.

All’inaugurazione della centrale fotovoltaica erano presenti tra gli altri il Presidente della Provincia Regionale di Ragusa Franco Antoci, il Sindaco Lucio Schembari, Luca Saraceno consigliere delegato dell´Horus Energy insieme ai tecnici e progettisti dell´impianto, nonchè una rappresentanza di alunni delle elementari della direzione didattica Falcone Borsellino di Santa Croce Camerina.
Fonte: Corriere di Ragusa

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TRUFFA AI DANNI DELLO STATO. IL GUP DI MODICA RINVIA A GIUDIZIO 34 IMPUTATI

Posted in Articoli by admin on 25 Ottobre 2008

Rinvio a giudizio per tutti gli imputati, poco meno di quaranta, di cui uno ha patteggiato, l’imprenditore Giorgio Iemmolo, condannato a 3 mila euro di multa.

Si è concluso con questa sentenza del Gup presso il Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, il processo penale che vede coinvolti funzionari e tecnici del Comune di Modica, della Sovrintendenza ai Beni Culturali, di un Istituto Bancario, ed un alto numero di imprenditori, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno dello Stato.

La vicenda approda dunque al procedimento ordinario nel quale compariranno il prossimo 11 febbraio: Francesco Fratantonio, Antonino Di Rosa, Giuseppe Castagnetta, Alessandro Modica, Graziella Candiano, Giorgio Buscema(bancario), Ignazio Morana, Giorgio Sarta(consulente bancario), i funzionari della Sovrintendenza di Ragusa, Beatrice Basile, Calogero Rizzuto, Giuseppe Saggio, Francesco Ascanio, e poi Pietro Spadola, Sabina Modica, Maurizio Currò, Andrea Dominici, Michele Rizzo, Rosaria Pitino, Vincenzo Iemmolo, Rosario Puglisi, Natale Modica Agnello, Rosario Spadaro, Marco Spadaro, Biagio Guastella, Giorgio Iachinino, Gianluca Regali, Pietro Spadola, Marcello Abbate, Franco Cerruto, Raffaele Cappello, Giuseppe Cappello, Giuseppe Terranova, Giovannella Abate e Francesco Di Raimondo, L’indagine è relativa ad una concessione rilasciata dal Comune di Modica per la costruzione di un impianto per il riciclaggio di rifiuti speciali in territorio di Modica, specificatamente a Cava Giarrusso. Il periodo dell’indagine è antecedente al mese di febbraio del 2006.

Secondo la Procura della Repubblica gli imputati si sarebbero “associati” tra loro attuando un progetto per ottenere illecitamente finanziamenti dal Ministero per le Attività Produttive ed avrebbero redatto false attestazioni per ottenere le somme senza averne i requisiti. Le parti offese sono il Comune di Modica, il Ministero per le Attività Produttive, la Regione Sicilia e l’Amministrazione Finanziaria dello Stato. L’indagine fu condotta dalla Guardia di Finanza. Sulla base degli elementi raccolti, per le fiamme gialle gli imputati, ognuno per le proprie competenze, avrebbero commesso il reato laddove sarebbero state rilasciate concessioni attraverso lo Sportello Unico del Comune di Modica, per costruire un impianto produttivo per il quale sarebbe stata dichiarata l’esecuzione di opere che, nei fatti, invece, non risulterebbero pur se esisterebbero attestazioni che sostengono l’esatto contrario.
Fonte: RTM

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A Torino le Nazioni Unite del cibo da salvare

Posted in Articoli by admin on 24 Ottobre 2008

Apre Terra Madre, etica e gola a braccetto: “Ripartiamo dai contadini”
La rassegna si interseca con il Salone del gusto, aperto fino a lunedì

TORINO – “Bisogna rivalutare la figura del contadino, perché è da lui che si ripartirà per superare la crisi che sta affliggendo tutto il mondo. Ma non so se si capirà che questo è l’unico modo“. Adriano Celentano non ha ancora smesso di crederci, vecchio ragazzo della via Gluck tra i tanti personaggi che hanno nobilitato l’inaugurazione di Terra Madre, sorella etica del Salone del Gusto. Un parterre de roi mai tanto variegato e interessato: attori (Dario Fo e Franca Rame, Lella Costa, Antonio Albanese), politici (Fassino, D’Alema, Milly Moratti, il ministro dell’agricoltura Zaia, i sindaci Chiamparino, Alemanno, Cofferati) , ma anche il procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli, Carlo De Benedetti, ambasciatori e consoli di mezzo mondo. Tutti uniti nella lotta per orientare la globalizzazione in maniera virtuosa, usando l’attuale crisi economica mondiale come leva per ricomporre la disastrosa frattura tra uomo e natura.

Ogni due anni, Torino si veste da capitale degli alimenti da salvare, in Italia e nel mondo, insieme alle microeconomie loro collegate: una vera e propria Onu del cibo, che quest’anno i maggiorenti di Slow Food hanno voluto intersecare non solo idealmente, ma anche nella disposizione toponomastica del Lingotto.
Etica e gola a braccetto, nelle “vie del gusto”, dove si alternano bancarelle gastronomiche e mercati della terra, contadini lucani e pescatrici senegalesi (sì, donne), norcini umbri e casari tibetani: il cibo declinato nelle sue accezioni più diverse, primarie, curiose, mai banali. E dietro il cibo, i produttori, con le loro storie di rabbia e perseveranza, spesso segnate dalla solitudine, a volte commoventi.

Ha ragione Celentano: ridare senso all’agricoltura come motore del nuovo millennio non è un concetto di facile applicazione. Ieri mattina, Carlo Petrini ha tuonato contro i governi del primo mondo, che non hanno trovato i 30 miliardi di euro chiesti dalla Fao per dimezzare la piaga della povertà sul nostro pianeta, ma ne hanno scuciti 2.000 per salvare le banche: “E invece, i manager dovrebbero imparare dai contadini, per apprendere dalla loro sapienza secolare la capacità di non buttar via niente, di risparmiare, il riciclo e il riuso. Questa è la sostenibilità che salverà le economie malate. Il mondo contadino, quello che Nuto Revelli ha dipinto come il mondo dei vinti, sarà il nuovo New Deal”. Al suo fianco, Luca Zaia chiosava: “I contadini sono l’unica multinazionale che difendiamo”, posizione sicuramente poco in linea con quella dei suoi colleghi di governo.

Via libera, allora, con i nuovi presìdi – una ventina tra italiani e internazionali – non casualmente guidati dalle api siciliane. Dopo un’estate tragica, segnata da una morìa senza precedenti, dovuta ai pesticidi della categoria nicotenoidi (che se uccidono le api, non faranno benissimo nemmeno alle persone) è stato deciso di far convergere proprio nei saloni del Lingotto gli apicoltori del mondo per lanciare l’ennesimo allarme ecologico. Se è vero che l’ex sindaco di Londra Livingstone aveva posizionato gli alveari nei parchi utilizzando il loro ruolo di sentinelle ecologiche, c’è poco da stare allegri. In compenso, il Comieco – consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi – ha presentato una raccolta di menù ispirati alla filosofia del riciclo e della sostenibilità proposti da alcuni supercuochi.

Ma Salone e Terra Madre sono soprattutto allegria e voglia di esserci. Se passate dalla via dei formaggi, non perdetevi il presidio dell’asiago stravecchio, le robiole di latte crudo di capra, il parmigiano invecchiato settantadue mesi. Per chiudere, cioccolato fondente e birra da meditazione. La coppia più bella del mondo, direbbe il ragazzo della via Gluck.

di LICIA GRANELLO (more…)

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Napolitano, consapevoli dei valori ambientali

Posted in Articoli by admin on 20 Ottobre 2008

ROMA – L’importanza di avere “consapevolezza dei valori ambientali e naturali” e l’impegno del governo a tutelarli anche in tempi di crisi economica sono stati richiamati oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel giorno del vertice dell’Unione Europea sui temi del clima e dell’ambiente. Il capo dello Stato ne ha parlato in Piazza del Popolo, al termine della cerimonia per la Festa annuale del Corpo Forestale dello stato, che quest’anno festeggia il 186/mo anniversario.

“Il contributo del Corpo Forestale e in generale del dicastero delle Politiche agricole, alimentari e forestali è rilevante”, ha sottolineato il Capo dello Stato, sollecitato dai cronisti. Napolitano ha partecipato alla cerimonia insieme al ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. Erano presenti anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il sottosegretario di Stato Gianni Letta.

Le parole del capo dello Stato richiamano quelle pronunciate venerdì scorso , a Castelporziano, quando ha chiesto di tenere sempre presente, in tutte le scelte, ‘il legame stretto e positivo che unisce difesa della natura ed esigenza di crescita dell’economia e dello sviluppo mondiale”.

Oggi, in Piazza del Popolo, anche il ministro Zaia, si è espresso in tal senso evidenziando la grande sensibilità” dimostrata dal governo sul tema dell’ambiente. Zaia ha anche difeso la posizione dell’esecutivo riguardo al piano europeo per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica: “I problemi posti non sono solo dell’Italia ma anche di altri stati membri e per questo è giusto che, oggi, ci sia una decisione condivisa da tutti”. Riguardo al consiglio dei ministri europei dell’ambiente di oggi, il ministro, si è detto “convinto” che comunque un risultato ci sarà: l’Italia – conclude Zaia – sarà ancora apripista e traino per tutti gli altri”.

Zaia ha inoltre proposto una task-force per proteggere l’ambiente. Quelle di oggi e domani sono giornate cruciali per la politica europea sul clima: i ministri Ue si confrontano sul pacchetto clima-energia, che testimonia l’impegno dell’Europa a fare la propria parte nello sforzo di stabilizzazione dei cambiamenti climatici. Sul tavolo del Consiglio, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, pone la richiesta dell’Italia di un rinvio dell’ entrata in vigore del pacchetto proposto dalla Commissione Ue per consentire un approfondimento dei costi effettivi per il sistema industriale dei tagli alle emissioni di CO2, giudicati più penalizzanti per l’industria italiana, rispetto a quelle di altri Paesi.

L’Italia è capofila dell’opposizione alla linea europea, che con l’obiettivo 20-20-20 punta sull’incremento dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. A fianco delle richieste di Roma di più tempo per approfondire il problema dei costi per la riduzione dell’anidride carbonica, ci sono Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania. Intanto il Wwf lancia un nuovo allarme, chiedendo invece obiettivi ancora più ambiziosi per far fronte ai mutamenti climatici.
Fonte:Ansa

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Wwf, cambiamenti climatici più rapidi delle previsioni

Posted in Articoli by admin on 20 Ottobre 2008

Nel 2007 il Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC), vincitore del premio Nobel per la pace, ha pubblicato il suo quarto rapporto, un autorevole studio sulla conoscenza del riscaldamento globale che ha coinvolto circa 4.000 scienziati da più di 150 Paesi. Ma da allora la scienza del clima ha cominciato a produrre nuove ricerche.

Il nuovo rapporto Wwf «Climate change: faster, stronger, sooner« (Cambiamento climatico: più veloce, più forte, più vicino) riassume questi nuovi dati scientifici e rivela che «il riscaldamento globale sta avanzando ben oltre le previsioni dell’IPCC».

Lo studio è stato redatto con il supporto di esperti internazionali di climatologia tra cui Jean-Pascal van Ypersele, professore di climatologia e scienze ambientali all’Università cattolica di Lovanio (Belgio) e neo-eletto vice presidente dell’IPCC, che afferma: «È ormai chiaro che il cambiamento climatico sta già avendo un impatto maggiore di quanto la maggior parte di noi scienziati avesse anticipato. Per questo è vitale che la risposta internazionale per il taglio delle emissioni (mitigazione) e l’adattamento sia più rapida e più ambiziosa. L’ultimo rapporto IPCC ha mostrato che i motivi di preoccupazione ora sono più forti e questo dovrebbe indurre l’Europa a impegnarsi perchè l’aumento della temperatura globale sia ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ma anche mantenendo il limite di 2 gradi centigradi, secondo l’IPCC è necessario comunque che i paesi sviluppati riducano le emissioni dal 25 al 40% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990, mentre una riduzione del 20% risulterebbe insufficiente».

«Le più recenti ricerche scientifiche mostrano che l’Oceano Artico sta perdendo la calotta glaciale con un anticipo di 30 anni circa rispetto alle previsioni IPCC – sottolinea il Wwf -. E ora si prevede che nel periodo estivo i ghiacci potrebbero sparire del tutto tra il 2013 e il 2040, un fatto che non si è mai verificato da più di un milione di anni ad oggi. Stando agli studi più recenti, nelle isole britanniche e nel Mare del Nord i cicloni estremi aumenteranno in numero e intensità, portando ad incrementare la velocità del vento e i danni legati alle tempeste sull’Europa occidentale e centrale. Il livello di ozono troposferico, che agisce come inquinante, potrà essere simile a quello registrato durante l’ondata di caldo del 2003, con aumenti maggiori in Inghilterra, Belgio, Germania e Francia. E anche la quantità massima di piogge annue aumenterà nella maggior parte d’Europa, con conseguenti rischi di inondazioni e danni economici. Gli ecosistemi marini nel Mare del Nord e nel Mar Baltico – prosegue l’associazione ambientalista – oggi sono esposti alle temperature più miti mai registrate da quando sono iniziate le misurazioni, mentre il Mediterraneo subirà periodi di siccità a lungo termine sempre più frequenti. I ghiacciai nelle Alpi svizzere continueranno a diminuire, con conseguenti drastiche riduzioni nella produzione di energia idroelettrica. A livello globale, si prevede che l’aumento del livello del mare sarà pari al doppio della previsione massima dell’IPCC, che stimava un aumento di 0,59 m entro la fine del secolo, con gravi rischi per ampie zone costiere. L’aumento delle temperature ha già comportato una riduzione nei raccolti di grano, mais e orzo in tutto il mondo».

«Se l’Unione europea vorrà essere considerata un leader nel decisivo summit dell’Onu a Copenhagen nel 2009, e se vuole contribuire alla nascita di un forte accordo globale per affrontare il cambiamento climatico dopo il 2012, deve smettere di sottrarsi alle proprie responsabilità e impegnarsi per una reale riduzione delle emissioni in Europa- afferma Tina Tin, climatologa e autrice del report- Il Wwf si appella alla UE perchè adotti un target di riduzione delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, riduzione da realizzare entro i confini dell’Europa invece che affidandosi pesantemente alle compensazioni per i progetti all’estero. L’associazione chiede anche all’UE di impegnarsi nel fornire un supporto e un sostegno economico sostanziali ai paesi in via di sviluppo, per aiutarli ad affrontare il cambiamento climatico in atto e adattarsi agli impatti che già oggi sono inevitabili».

«Il cambiamento climatico è una sfida prioritaria per il futuro dell’umanità e dell’ambiente, e questa lucida panoramica evidenzia quanto sia cruciale che i ministri dell’Ambiente UE che oggi discutono le normative UE contro il cambiamento climatico si impegnino per un pacchetto clima ed energia forte e decisivo, in grado di assicurarci un futuro a bassa emissione di carbonio», conclude Tina Tin.
Fonte: La Stampa

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