Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


Modica. Riciclaggio di denaro e concussione. Ecco le accuse mosse a Drago e ad altri 19 indagati

Posted in Varie by admin on 16 Aprile 2010

Il pubblico ministero, Francesco Puleio, ha riformulato le posizioni delle persone interessate al Procedimento per riciclaggio di denaro e concussione e che vede coinvolti i vertici dell’Udc provinciale, tra cui il parlamentare Peppe Drago, l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, e l’ex segretario provinciale, Giancarlo Floriddia, imprenditori e persone vicine al partito.

Il Gup, Patricia Di Marco, su richiesta degli avvocati, alla quale il pubblico ministero ha espresso parere favorevole, ha concesso un termine per l’esame della precisazione, rinviando il processo al 6 maggio,alle 16, per sentire sul punto le deduzioni delle difese.

Ecco di seguito i termini delle precisazioni del piemme, con i nomi degli imputati: Giuseppe Drago, Giorgio Aprile, Bruno Arrabito, Massimo Arrabito, Carmelo Drago, Carlo Fiore, Giancarlo Floriddia, Giancarlo Arancione, Gabriele Giannone, Massimo La Pira, Vincenzo Leone, Vincenzo Piluso, Vincenzo Pitino, Giuseppe Sammito, Marcello Sarta, Piero Torchi, Giovanni Vasile, Rosario Vasile e Giuseppe Zaccaria, sono accusati di associazione per delinquere perché, essendo Giuseppe Drago, Giorgio Aprile, Carmelo Drago, Giancarlo Floriddia, Vincenzo Pitino e Piero Torchi esponenti di vertice delle medesima formazione politica, presente nella compagine di governo regionale ed in quella locale, nonché sfruttando le rispettive pubbliche funzioni e qualifiche professionali si associavano insieme a Carmelo Leone, successivamente deceduto, allo scopo di  commettere più delitti di concussione in danno dei cittadini che si rivolgevano all’Ufficio Tecnico – Sezione Urbanistica – ed allo Sportello Unico per le Attività produttive del Comune di Modica per il rilascio di concessioni edilizie e di provvedimenti suscettibili di apprezzamento economico; abuso d’ufficio ed altri delitti contro la Pubblica  Amministrazione connessi alla gestione del Comune di Modica e della Provincia regionale di Ragusa; riciclaggio del denaro e delle utilità provenienti da tali delitti; rivestendo in particolare Giuseppe Drago la qualità di capo e promotore dell’associazione, cui  competevano le decisioni più importanti, nonché di principale procacciatore delle  tangenti e destinatario finale delle somme di illecita provenienza; Bruno Arrabito la  qualità di organizzatore e direttore, con compiti di raccordo logistico tra i componenti del  sodalizio, di ripulitura del denaro ricavato dalle tangenti e di collegamento tra i  percettori delle tangenti ed i destinatari; Carmelo Drago la qualità di organizzatore e  direttore, con compiti di procacciatore delle tangenti, di raccordo logistico tra i  componenti del sodalizio e di collegamento tra i percettori delle tangenti ed i destinatari;  Giorgio Aprile, Giancarlo Floriddia, Piero Torchi, la qualità di partecipi con compiti, in  quanto titolari di pubblici uffici competenti all’adozione di provvedimenti suscettibili di  apprezzamento economico, di procacciamento e raccolta delle tangenti; Massimo  Arrabito, Carlo Fiore, Gabriele Giannone, Massimo La Pira, Carmelo Leone, Vincenzo  Leone, Giuseppe Piluso, Marcello Sarta, Giuseppe Sammito, Vasile Giovanni e Rosario e  Giuseppe Zaccaria, titolari dei conti correnti sui quali venivano fatte transitare e  movimentate le somme di illecita provenienza, la qualità di partecipi con compiti di  raccordo logistico e di ripulitura del denaro ottenuto dall’attività illecita, al fine di  vanificare le indagini di polizia giudiziaria, ponendo in essere numerosissime transazioni – anche per contanti – per un ammontare cospicuo e del tutto sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati, senza che sussistesse un sottostante rapporto economico; Giancarlo Francioso, la qualità di partecipe con compiti di copertura finanziaria (al fine di ostacolare l’applicazione della normativa antiriciclaggio, omettendo di segnalare all’Autorità di vigilanza le operazioni sospette) e di ripulitura del denaro di illecita  provenienza (ad esempio consentendo a Massimo Arrabito e a Gabriele Giannone, tra gli  altri, per mezzo di sottoscrizioni apocrife l’illecita apertura di conti correnti, formalmente  intestati a soggetti all’oscuro di tali operazioni bancarie.

L’associazione, secondo Puleio,  fu promossa, costituita e diretta dall’on. Drago, organizzata dal fratello Carmelo e da Bruno Arrabito, in un periodo compreso tra l’ottobre 2003 e fino al settembre 2007. Relativamente al delitto di concussione aggravata e continuata in concorso sono coinvolti per avere, in concorso tra di loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno  criminoso, abusando Giuseppe Drago, Giorgio Aprile, Carmelo Drago, Giancarlo Floriddia, Vincenzo Pitino e Piero Torchi (esponenti di vertice dell’Udc) della loro qualità e dei loro poteri, ed in particolare sfruttando le rispettive pubbliche funzioni: Giuseppe Drago quale parlamentare nazionale, già presidente della Regione siciliana; Aprile di assessore alla viabilità, sicurezza, polizia urbana, protezione civile ed autoparco del Comune di Modica; Carmelo Drago di assessore al bilancio ed allo sviluppo economico del Comune di Modica; Floriddia di assessore al territorio ed ambiente della Provincia regionale di Ragusa; Pitino di componente del Consiglio provinciale di Ragusa, Torchi di sindaco del Comune di Modica, avrebbero costretto Angelino e Rosario Aurnia, Raffaele Cappello, Carmelo e Salvatore Nigro, che avevano in corso delle procedure per il rilascio di concessioni edilizie ed autorizzazioni amministrative presso l’Ufficio tecnico comunale e lo Sportello unico attività produttive di Modica, a versare indebitamente somme (intese a favorire il rilascio da parte dei predetti U.T.C. e S.U.A.P. di Modica di concessioni od autorizzazioni amministrative la cui verifica di conformità a leggi e regolamenti forma oggetto di  separato procedimento penale) di ammontare variabile a taluno degli indagati; nonché indotto Riccardo Amore, Rosario Aurnia, Stefano Di Martino Russo, Dario Giavatto e Rosario Tumino, tutti imprenditori od operatori commerciali sedenti in Modica, a versare somme di vario importo a taluno degli indagati, pubblici ufficiali o privati correi dei medesimi, tutti attivi in settori amministrativi del Comune di Modica, titolari di uffici pubblici competenti alla adozione di provvedimenti suscettibili di apprezzamento economico, secondo il prospetto che segue: Riccardo Amore(architetto, interessato in pratiche edilizie dell’U.T.C. e dello S.U.A.P. di Modica) la somma di 8.500 euro in contanti a Bruno Arrabito che gli aveva fatto richiesta – come era già avvenuto più volte in precedenza – di una somma di 15 mila e 20 mila euro, artatamente qualificandola come prestito, poi mai restituito, a fronte della consegna di un assegno con data posticipata a firma dell’on.Drago, assegno non riscosso da Amore, che non ha mai richiesto la restituzione della somma; Angelino Aurnia (amministratore della TU.DOR.snc., beneficiario di due concessioni edilizie per la realizzazione di 24 unità immobiliari nel Comune di Modica e della concessione edilizia 155/2005 per la realizzazione di 4 villette a schiera a Marina di Modica) un assegno circolare dell’importo di 10 mila euro, tratto all’ordine proprio presso il Credito Emiliano di Modica il 14.11.2005, assegno poi versato da Carmelo Drago su conto 10619 intrattenuto dal fratello sulla Banca Antoveneta di Modica; Rosario Aurnia sulla Banca Antonveneta di Modica; Rosario Aurnia (imprenditore edile e socio della COSMO S.N.C. DI MODICA, della TU.DOR. S.N.C., della MO.EXPO. MODICANA ESPOSIZIONI S.R.L., della A.G.R. COSTRUZIONI S.R.L., beneficiario di due concessioni edilizie rilasciate dal Comune di Modica per la realizzazione di due palazzine per un totale 24 unità immobiliari, delle quali 15 nella zona di Sorda Sampieri e 9 nella zona di Cozzo Rotondo; di una concessione edilizia per la realizzazione di 4 villette a schiera a Marina di Modica; di una concessione edilizia in Marina di Modica, a Punta Regilione, per la realizzazione di una villetta), un assegno bancario per l’importo di 10 mila euro ceduto a Gabriele Giannone; la somma di 25 mila euro all’on. Drago, un assegno bancario di 8 mila euro tratto sul suo conto del Banco di Sicilia di Modica in data 15.11.2005 (ossia il giorno precedente al rilascio della concessione n. 623 del 16.11.2005), versato sul conto intrattenuto dallo stesso parlamentare sull’Antonveneta di Modica; Rosario Aurnia la somma di 5 mila euro a Giuseppe Drago, portata dall’assegno n. 151200968 tratto sul suo conto dell’Antoveneta in data 6.9.2004, negoziato da Drago; Raffaele Cappello (socio ed amministratore della CAPPELLO ANTONINO E C. S.N.C., amministratore della EDIL PRESTAZIONI S. R..L., socio della OASI RESIDENCE S.R.L.; beneficiario della concessione edilizia in zona E3 – terreno agricolo – del PRG, come CAPPELLO ANTONINO E C. S.N.C. per la realizzazione di uno stabile destinato a pubblico esercizio in data 21.03.2005), la somma di 20 mila euro all’on. Drago in data 27.06.2005, attraverso l’emissione di assegni bancari tratti dal suo conto dell’Antoveneta; Stefano D Martino Russo, (titolare dell’agenzia MORUKA VIAGGI di Modica), la somma di 5 mila euro a Bruno Arrabito per viaggi e pacchetti turistici; Dario Giavatto (socio della MARGHERITA S.R.L. di Modica) somme di vario ammontare ad Arrabito, ed in particolare la somma di 3 mila euro, portata dall’assegno nr. 0144596621 tratto sul conto 1403 BPL di Comiso intestato a Monica Bonomo, con firma apocrifa della stessa apposta da Massimo Arrabito; assegno post datato poi negoziato da Pasquale Giavatto, padre di Dario, presidente della MARGHERITA S.R.L. in data 07.09.2007; Carmelo Nigro (legale rappresentante della NIGRO CATERING DI SALVATORE NIGRO & C. S.N.C., con sede in Modica; beneficiario di due provvedimenti autorizzativi dallo S.U.A.P.: il primo in data 27.06.05 e relativo alla realizzazione di un impianto produttivo adibito a “Deposito di prodotti alimentari e materiali da costruzione” su un’area concessa dall’Asi di Ragusa in territorio di Modica; il secondo, n. 81/20.7.2006, relativo alla realizzazione di impianto produttivo da adibire ad “Attività di Catering (lavorazione, confezionamento e commercializzazione dei prodotti agro – alimentari)” a Modica in via Sorda Sampieri, sito in zona E5 del PRG, su una superficie di mq. 17.960, richiesta presentata nell’anno 2003 e provvedimento rilasciato solo il 20.7.2006), la somma di 20 mila euro all’on. Drago, portata da due assegni tratti sul conto corrente 32171 in essere presso la Banca agricola Popolare di Ragusa, agenzia di Modica, intestato alla moglie Graziella Arena, attuale revisore dei conti presso il Comune di Modica; Salvatore Nigro (legale rappresentante della MEDITERRANEA MANGIMI S.P.A. di Modica, beneficiario del provvedimento S.U.A.P. n. 57 del 27.06.2005 relativo alla realizzazione di due distinte unità immobiliari costituite da un impianto produttivo da adibire alla “Lavorazione e pastorizzazione delle uova“ ed un impianto produttivo con destinazione “Commerciale”, in Modica alla c.da Quartarella, zona “E5” del P.R.G.), la somma di 10 mila euro a Carmelo Drago, portata dall’assegno n. 0717145282-09 tratto sul conto 8002385 intestato alla moglie Giuseppa Di Rosa del Credito Siciliano di Modica, emesso in data 07.03.2006, da Salvatore Nigro a favore di se stesso e da questi girato e poi negoziato da Carmelo Drago; Angelo Occhipinti (beneficiario del provvedimento S.U.A.P. n. 102 del 9.11.2005, relativo alla realizzazione di un impianto produttivo da adibire a “Struttura Commerciale (Media struttura di vendita non alimentare)”, nell’area distinta in Catasto terreni del Comune di Modica al Foglio 119, particelle 1694, 1696, 1700 e 1702, della superficie complessiva di mq. 1.485, sita a Modica lungo la ex S.S. 115 (Polo Commerciale) zona “E3” ex “F3” del P.R.G.), la somma di 3 mila euro a Vincenzo Pitino, portata dall’assegno n. 59084732 tratto sulla Bapr C/C 136577 intestato allo stesso e poi versata dallo stesso Pitino nel proprio conto in essere presso la BAP, agenzia di Modica, in data 18.11.2005; Rosario Tumino (nominato, dietro indicazione dell’on. Drago, vice presidente dello Iacp di Ragusa, incarico con indennità pari a circa 1.400 euro mensili), una somma non inferiore a 7 mila euro, portata dall’assegno n. 58030406 tratto in data 05.01.2006 a favore di Massimo La Pira, poi girato dallo stesso a Carmelo Drago e da questi versato sul conto 10619 dell’Antonveneta intestato al parlamentare. Tutte somme, queste che, unitamente ad altre la cui provenienza è in corso di accertamento, confluivano nei conti correnti bancari di: Giuseppe Drago per complessivi .5.106.000,61 euro; Giorgio Aprile per complessivi 346.680,04 euro; Bruno Arrabito per complessivi 1.685.416,41 euro; Massimo Arrabito per complessivi 316.610 euro; Carmelo Drago per complessivi 2.511.276,44 euro; Gabriele Giannone per complessivi 3.050.996,06 euro; Carmelo Leone per complessivi 864.006,71 euro; Vincenzo Leone per complessivi 183.554,72; Vincenzo Pitino per complessivi 134.988,54 euro. C‘è poi il delitto di riciclaggio in concorso, per avere, singolarmente ed in concorso tra loro, raccolto somme di denaro di illecita provenienza che unitamente ad altre confluivano nei conti correnti di questi ultimi relativamente alle somme anzidette e ciò con movimentazioni di ingente ammontare per contanti, incompatibili con l’attività svolta e con i redditi accertati e dichiarati, cui facevano seguito operazioni di prelevamento tramite emissione di assegni bancari, senza essere a conoscenza dei traenti e dei beneficiari degli assegni e/o senza che sussistesse un rapporto causale sottostante a tali operazioni, così trasferendo ed occultando dette somme in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza, e segnatamente: Giuseppe Drago, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 5.106.000,61 euro, ed averlo, in parte, reinvestito nella società Immobile D Srl, per l’acquisto di immobili; Giorgio Aprile per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 346.680,04 euro, di cui 68.820 euro, relativi a versamenti di denaro in contante; Bruno Arrabito, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 1.685.416,41 euro, di cui 930.312 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 1.431.994,47 euro; e tutto ciò, nel periodo sottoposto ad indagine (2006–2007), avendo dichiarato redditi percepiti inferiori a 32 mila, redditi imponibili inferiori ad 21 mila euro, effettuato acquisti con addebiti su carte di credito per 136.990,51 euro e sostenuto in relazione ai cc/cc. predetti spese di tenuta conto, interessi passivi e commissioni per 19.026,01 euro; Massimo Arrabito, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 316.610 euro, di cui 86.460 euro, relative a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 310.835,15 euro; e tutto ciò, nel periodo sottoposto ad indagine (2006–2007), avendo dichiarato redditi percepiti pari a zero euro; Carmelo Drago, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari a.2.511.276,44 euro, di cui 554.892 euro, relative a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 1.484.617,72 euro; Giancarlo Francione, preposto dell’agenzia di Comiso della Banca Popolare di Lodi, per avere permesso il reimpiego delle somme a disposizione di Giannone, ammontanti ad oltre . 3.050.000 euro, pur essendo consapevole della sperequazione tra le somme movimentate nei conti ed i redditi guadagnati, di cui ben 886.351,99 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissioni di assegni bancari, per .2.832.590,82 euro; Gabriele Giannone, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 3.050.996,06 euro, di cui 886.351,99 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissioni di assegni bancari per .2.832.590,82 euro; Vincenzo Pitino, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 134.988,54 euro, di cui 26.500 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 92.700 euro; Vincenzo Leone, per avere effettuato dal 01.01 al 08.10.2004 versamenti per complessivi 183.554,72 euro, di cui 30.100 euro relativi a versamenti di denaro in contante; Marcello Sarta, per avere permesso a Giannone, attraverso l’utilizzo del conto 11464 intestato alla ditta IDEAMENTE di SARTA Marcello di far transitare parte di 3.050.996,06 euro nella disponibilità del Giannone, somme di illecita provenienza e sperequate ai redditi di questi e di avere permesso, contestualmente, la fuoriuscita di somme dal conto della ditta IDEAMENTE a favore di terzi senza un sottostante e giustificativo rapporto economico-patrimoniale; Carlo Fiore, Giancarlo Floriddia, Massimo Arrabito, Massimo La Pira, Carmelo Leone Vincenzo Leone, Giuseppe Piluso, Giuseppe Sammito, Torchi, Giovanni e Rosario Vasile e Giuseppe Zaccaria, per aver trasferito ed occultato somme di provenienza illecita emettendo assegni bancari senza essere a conoscenza dei relativi traenti e dei beneficiari e senza che vi fosse, a giustificazione di tali emissioni, un sottostante e giustificativo rapporto economico patrimoniale.

Fonte: RTM

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MONTALBANO NUOTERA’ NEL PETROLIO?

Posted in Varie by admin on 12 Febbraio 2010

Trivellazioni petrolifere: nuovo definitivo attacco al mare ibleo
La provincia di Ragusa terra di conquista dei petrolieri nel silenzio assoluto delle amministrazioni

Montalbano che nuota in una chiazza di petrolio: sarà probabilmente questa la
nuova immagine emblematica dello stato del mare della provincia di Ragusa.

Dopo la colata di cemento e l’espansione serricola su quasi tutta la costa e la
conseguente forte erosione di pressochè tutte le spiagge, sta per arrivare
quella che sarà probabilmente l’ultima definitiva mazzata. Infatti la Provincia
di Ragusa sembra diventata terra di conquista di tutti
, in particolare dei
petrolieri. Dopo le ricerche della Panther Oil, fortunatamente sventata, ecco
che arrivano le richieste di trivellazione a mare davanti la costa iblea. Si tratta
della società “Sviluppo Risorse Naturali srl” con sede a Roma, società
controllata dalla Mediterranean Resources LLC con sede in Austin (Texas-
USA).

L’area della ricerca, che riguarda idrocarburi liquidi e cioè petrolio, interessa
uno specchio di mare che va dal comune di Vittoria a quello di Scicli per un
totale di 460 km quadrati partendo dalla costa e fino a 20 km al largo! La
Sviluppo Risorse naturali srl è in possesso di una autorizzazione della
Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (CIRM) del Ministero
dello Sviluppo Economico rilasciata nella seduta del 06/04/2009.
Il mare del mito, quello di Kamarina e di Caucana, di Punta Secca e di
Sampieri, rischia di trasformarsi in un’enorme zona industriale, con decine di
piattaforme petrolifere davanti alla costa ed il conseguente via vai di
petroliere, con buona pace di tutti i progetti di sviluppo turistico, compreso
quello legato al tanto decantato porto di Marina di Ragusa.

Che succederebbe al nostro ambiente ed alla nostra economia se ci fosse una
perdita di petrolio in mare e il greggio raggiungesse la costa (come è accaduto
ad esempio l’anno scorso sulla costa ionica calabrese)? Che fine farebbero i
nostri pescatori, già in forte difficoltà per la diminuzione della risorsa ittica?
Si tratta di una decisione presa dall’alto, scavalcando i comuni, la provincia e
l’intera comunità, che mette a rischio un diverso modello di sviluppo che cerca
di emergere in provincia, in cui il turismo di qualità svolge un ruolo centrale. I
comuni interessati, pur a conoscenza della richiesta delle ricerche (lo sanno
dai primi di dicembre 2009) non ci risulta siano intervenuti nel procedimento
amministrativo, a meno di non aver presentato all’ultimo momento
osservazioni alla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale.
Ci si chiede però: come mai i comuni non hanno messo in piedi la
stessa protesta che hanno dedicato al parco degli Iblei
, chiedendo che
la decisione non fosse calata dall’alto ma discussa prima localmente?
Perché gli enti preposti alla gestione economica in provincia e le
associazioni di imprese non coinvolte con l’affare petrolio non sono
state avvertite di quanto stava succedendo e, se sapevano, perchè non
si sono mossi?
Il nostro futuro o è legato ad uno sviluppo sostenibile, o non è. Il
petrolio non è il nostro futuro!

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I NOSTRI TIMORI SUI RISCHI PER IL VAL DI NOTO SONO SEMPRE FONDATI…

Posted in Varie by admin on 6 Febbraio 2010

Danni ambientali considerevoli sono stati causati dalla fuoriuscita di petrolio allo stato grezzo dall’oleodotto Ragusa-Priolo Mostringiano in un affluente del Fiume Tellaro nei pressi della Città di Noto il 18 gennaio 2010. L’ incidente ci dà una ulteriore conferma della bontà della battaglia, a suo tempo intrapresa, per evitare che avessero compimento le concessioni per le trivellazioni petrolifere in un territorio dalle forti vocazioni agricole e turistiche, patrimonio mondiale dell’ Umanità. Abbiamo da sempre paventato, inoltre, il pericolo che tali interventi possono comportare per le falde acquifere e per gli eccellenti prodotti che il distretto offre (olio, mandorle, agrumi, cereali, legumi, frutta, ecc.).
 I nostri timori sono stati supportati da consulenze scientifiche autorevolissime. Nel recente passato la texana Panther Eureka s.r.l. aveva provato ad avviare un nuovo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Questo scellerato tentativo, voluto dal governo regionale di allora, aveva visto una fortissima reazione delle associazioni, delle istituzioni locali e delle comunità. Dopo questo scempio, facciamo l’ ennesimo appello alle Istituzioni Regionali affinché siano presi provvedimenti adeguati per evitare di imboccare una strada che comporti ulteriori danni irreversibili all’ economia ed al paesaggio per poter far sì, invece, che decolli definitivamente un modello di sviluppo ecosostenibile consono alle peculiarità del territorio. Il Comitato per le energie rinnovabili e contro le trivellazioni petrolifere in Val di Noto assieme a tutte le organizzazioni naturaliste, ambientaliste, culturali, agricole e turistiche vigilerà con grande attenzione ed è pronto a far in modo che si mobilitino tutti i soggetti interessati per impedire che ulteriori tentativi siano messi in campo. Pensiamo che siano maturi i tempi, invece, di realizzare il Parco degli Iblei poiche’ permetterebbe grandi vantaggi e benefici per un futuro durevole e compatibile per la gente.
Noto, 23 gennaio 2010 COMITATO NO TRIV
 
COMUNICATO STAMPA  DELL’ENTE FAUNA SICILIANA Del 19.01.2010
L’emergenza sembra passata ma i danni ambientali causati dalla fuoriuscita di petrolio allo stato grezzo dall’oleodotto Ragusa-Priolo Mostringiano che, a quanto pare, per uno smottamento del terreno, favorito dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi, ha determinato l’incidente di lunedì 18 scorso con lo sversamento in un piccolo corso d’acqua affluente del fiume Tellaro, sono ancora da quantificare. L’evento, oltre ad allarmare gli imprenditori agricoli della zona interessata, ha preoccupato anche noi che del territorio ibleo abbiamo continua attenzione ed interesse. Questo incidente è, ancora una volta, una testimonianza lampante che la strada all’industrializzazione del nostro territorio, votata da qualcuno, ha dei grossi limiti in quanto, con le fragilità ambientali esistenti, questo rischia di subire sempre più danni irreversibili. Nel recente passato, la texana Panther Oil aveva provato ad avviare un nuovo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Questo scellerato tentativo, appianato dal governo regionale di allora, che aveva visto alzare contro gli scudi da parte di tutti noi ambientalisti oltre che dalle popolazioni locali, oggi confermano ancor di più che le manifestazioni e i convegni di allora, per dare l’altolà ai petrolieri, erano sacrosanti. Dopo questo ennesimo scempio invochiamo la politica a dare le definitive e giuste direttive per l’affermazione di uno sviluppo sostenibile che questa provincia merita. Noi crediamo che oggi l’idea dell’istituzione del Parco degli Iblei diventi sempre più attuale e che ciò sia imprescindibile per il futuro di questo territorio legandolo alla salubrità quale “marchio di qualità” dello stesso.

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«Pericolosi e dannosi Perchè è stato deciso lo stop sugli Ogm»

Posted in Varie by admin on 28 Gennaio 2010

Il caso – Il presidente onorario del Fondo per l’ambiente
Crespi: al governo il dossier sugli effetti per gli animali

ROMA  Ne ha per tutti, Giulia Maria Crespi. Per le multinazionali, è«più potenti dei petrolieri» che con gli organismi geneticamente modificati è«stanno corrompendo il mondo». Per Luca Zaia, ministro di un’agricoltura «al collasso ». E per la Chiesa, che starebbe diventando, secondo il presidente onorario del Fondo per l’ambiente italiano, il cavallo di Troia dei terribili Ogm. Però Zaia li ha fermati.

Non è contenta?
E«Già . Nessuno ha detto il vero motivo per cui lo ha fatto».

Lei lo sa?
«Certamente. Perchè lo stesso giorno in cui doveva essere ratificato l’accordo con le Regioni che avrebbe dovuto diventare operativo da domani 28 gennaio la Monsanto, una delle grandi multinazionali che producono gli Ogm, èstata costretta a pubblicare un dossier riservato da cui risultava che animali nutriti con mais geneticamente modificato avevano subito gravi danni al fegato e ai reni. Ecco la verità».

Resta il fatto che gli Ogm in Italia sono fermi, al contrario di quanto sembra accadere in Europa.
«Resta il fatto che l’agricoltura italiana è al completo collasso. E agricoltura vuol dire turismo, occupazione, difesa idrogeologica. Diciamolo: finora Zaia è stato un disastro. Si cura soltanto di prendere il posto di Giancarlo Galan. Non si è minimamente occupato di aiutare le aziende agricole».

Come, come?
«Senta, l’unica cosa che ha fatto è stato aumentare le quote latte, facendo un favore ai suoi leghisti».

Questo non è aiutare le aziende?
«Bell’aiuto. Così anche i Paesi europei hanno preteso di aumentarle e ora più che mai c’è un dramma italiano, perché la concorrenza produce a minor costo. Infatti in Italia si stanno chiudendo stalle a più non posso. Me lo ha detto Zaia quando è venuto a trovarmi, con due auto blu e la scorta della Forestale. Lui è molto gentile, simpatico, un conoscitore dell’arte. Ma mi pare che i politici non si rendano conto della situazione».

È davvero arrabbiata.
«Sento delle cose che non vanno bene. Anche Pier Luigi Bersani dice: va bene la sperimentazione sugli Ogm, ma con prudenza. Con prudenza? E che cosa vuol dire? Se il mio vicino ha il mais geneticamente modificato, come posso impedire che la mia coltura venga inquinata dal polline? Lo sa che il polline viene portato dai venti? Che con il polline si arriva a contaminare anche le erbe selvatiche della stessa famiglia, diminuendo la biodiversità? E che in questo modo viene impoverito anche l’ambiente? ».

Se le cose stanno così, non è strano che un luminare come Umberto Veronesi abbia dichiarato che gli Ogm «miglioreranno l’umanità»?
«Miglioreranno l’umanità? Intanto sappiamo che in Argentina grandissime superfici coltivate con gli Ogm sono diventate sterili. E che la Food and drugs administration statunitense ha dato un giudizio negativo. Per quanto riguarda Veronesi, ha detto davanti a me che con gli Ogm si può fare agricoltura biologica, dimenticando che se così si eliminano certi insetti come la piralide, poi ci vogliono anche i diserbanti, i concimi, gli anticrittogamici… »

Ma l’uomo? Che prove esistono che facciano male alla nostra salute?
«Per saperlo con esattezza ci vorranno trenta o quarant’anni, ne ho parlato con gli esperti. Per il momento si privatizza un bene comune, perché il contadino che vuole utilizzare le sementi Ogm deve pagare una royalty a chi le produce, cioè le grandi multinazionali. Anni fa in India ci sono stati molti suicidi di contadini falliti perché si erano indebitati per questo e poi la siccità aveva compromesso i raccolti. Il contadino diventa dipendente delle potenti multinazionali, questo è il dramma ».

Veronesi, ma anche Rita Levi Montalcini. C’è chi sostiene che battaglie come la sua sono contro il progresso. Molte scoperte mediche e scientifiche sono avvenute forzando la natura.
«Non la insospettisce che anche la Chiesa stia aprendo agli Ogm organizzando convegni? »

Dovrebbe?
«Senta qua. E Dio disse: la terra produca germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie».

Cos’è?
«La Genesi. Edizione critica ufficiale a cura di Civiltà cattolica presentata da Carlo Maria Martini. Ora, gli Ogm che cosa sono, se non la negazione di quel principio “secondo la propria specie”, che la Genesi attribuisce a Dio? Non so se tutti hanno chiaro che si uniscono specie diverse: specie vegetali con specie animali, insetti. È una cosa completamente diversa dai cosiddetti ibridi. Si manipola la natura, e alla lunga la natura si ribella».

Ma allora perché la Chiesa sarebbe favorevole agli Ogm?
«Dice che contribuisce a risolvere il problema della fame nel mondo».
«Mi pare una tesi un po’ fasulla. Per ora gli Ogm fanno prosperare soltanto le multinazionali. Alcuni anni fa la scienziata ambientalista indiana Vandana Shiva ci ha raccontato come le multinazionali sono riuscite a imporre il brevetto sul golden rice, che era il loro cibo. La conseguenza è che tutti adesso devono pagare le royalty. Si stanno appropriando di brevetti in tutto il mondo ».
La Repubblica

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«SI al parco concertato». Il ministro calma i politici iblei

Posted in Varie by admin on 26 Gennaio 2010

Il parco degli iblei si farà . Anche se è stato un incontro interlocutorio, sembra essere questo l’orientamento del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiamoco al termine dell’incontro romano a cui hanno partecipato i sindaci dei comuni di Ragusa, Siracusa e Catania, oltre ai 3 presidenti delle province interessate.

Immediate le reazioni dei rappresentanti istituzionali che erano presenti all’incontro capitolino. «Si va avanti ma concertando con il territorio- afferma Franco Antoci. Za Roma con Salvo Mallia e la direttrice della riserva Carolina Di Maio- E’ questa l’indicazione data dal ministro Prestigiacomo. Il parco deve essere una risorsa del territorio e non una penalizzazione per le nostre aziende e per il nostro sviluppo. Siccome il ministro dell’Ambiente ha detto chiaramente che non c’è nulla di precostituito e che la proposta di istituzione vuole concordarla col territorio, ecco che dobbiamo mettere in campo una straordinaria sinergia politica-istituzionale e parti sociali per definire un’ipotesi che possa essere un valore aggiunto per la provincia di Ragusa».

Soddisfatto il leader di Italia dei valori di Ragusa, Giovanni Iacono. «Il ministro ha confermato in pieno – dice Iacono- quanto da noi sempre sostenuto: non vi è alcuna delimitazione e zonizzazione relativa al parco degli iblei. Bastava leggere le leggi istitutive dei parchi per comprendere, invece s’è voluto fare a tutti i costi terrorismo mediatico al solo scopo di allarmare e intimorire le perone. Il parco si farà perché è una grande risorsa»

Anche il sindaco Nello Dipasquale da Roma detta il suo commento. «Prendo atto con soddisfazione che l´incontro era stato promosso solo per avviare la discussione sulla zonizzazione del Parco Nazionale degli Iblei. I rappresentanti del Ministero hanno parlato della necessità di aprire una discussione sull´istituzione del Parco Nazionale degli Iblei e non, come era stato indicato nell´avviso di convocazione della riunione romana odierna, del completamento del progetto con cui si istituiva detto Parco». L’ultima parola di Dipasquale è foriera di buone intenzioni.

«Sento il dovere – dichiara il sindaco- di ringraziare la deputazione iblea, i sindaci dei comuni della provincia, il presidente della Camera di Commercio per avere prestato la massima attenzione sull´intera questione in quanto unanimemente convinti che si dovrà lavorare insieme per giungere alla realizzazione di un parco «credibile»”.

Colorito ma efficace come al solito il commento di Vittorio Sgarbi: «Chi è contro il parco sbaglia e va fermato. Piuttosto si goda la civiltà della natura. Il Parco degli Iblei è sacro, chi lo intende compromettere e chi si contrappone, tra le istituzioni, è un incapace».

Giuseppe La Lota Corriere di Ragusa

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TRIBUNALE DI MODICA. IL PROCESSO CONTRO 31 PERSONE PER TRUFFA AI DANNI DELLO STATO. SENTITI I FUNZIONARI DELLA REGIONE

Posted in Varie by admin on 1 Dicembre 2009

Funzionari regionali, residenti, rappresentanti di Comitati e dirigenti della Banca Agricola Popolare si sono succeduti davanti al microfono dei testimoni per essere escussi, oggi, dal Collegio Penale del Tribunale di Modica (Maggiore, presidente, Tigano e Manenti, a latere) nel processo a carico di 31 persone, accusate di truffa in danno dello Stato.

Il pubblico ministero, Gaetano Scollo,ed il collegio difensivo hanno messo sotto torchio tutti i convocati per quella che è una vicenda che spesso sembra non fare trasparire grandi responsabilità. I dirigenti dell’Istituto Bancario sono stati sentiti relativamente all’istruzione della pratica per ottenere i finanziamenti mentre i funzionari della Regione si sono limitati, come suol dirsi, a scaricare tutto sul Ministero sostenendo che è questo che alla fine decide se esistono le condizioni di adire alle richieste di finanziamento.

Si tratta del processo sul progetto per la realizzazione di un impianto di biomassa in Contrada Gisana Liccio, sul quale si esposero anche le associazioni ambientaliste tra le quali il Comitato Azzurro che ieri è stato sentito attraverso il presidente Angelo Iabichino. I carabinieri, nel corso delle indagini, scoprirono false fatturazioni per oltre 300 mila euro su un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad un’ appositaa legge europea che riguardava la realizzazione di impianti per lo smaltimento di rifiuti speciali.

Secondo l’accusa, la società interessata non avrebbe avuto i requisiti necessari per potere accedere ai finanziamenti ma che dovevano servire per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi. Somme che teoricamente risultano spese ma che dagli accertamenti eseguiti con controlli incrociati dalla Guardia di Finanza non coincidevano. La prossima udienza(complessivamente sono circa 40 i soli testimoni dell’accusa)è stata fissata al 14 dicembre.
Fonte: Radio RTM

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Se bevi una birra finisci in galera, se rubi un milione diventi onorevole

Posted in Varie by admin on 18 Novembre 2009

L’Italia è un Paese di straordinaria follia. Se corrompi un testimone o fai parte di una loggia massonica eversiva diventi presidente del Consiglio. Se invece mangi un boero e ti fermano mentre guidi rischi la galera. La storia raccontata da Gianluca è da manuale. Un Antistato forte con i deboli, spietato per le cazzate. Un comune cittadino può essere arrestato per aver distrutto un parchimetro o per 20 grammi di marijuana e morire in carcere. Se beve due birre piccole e guida la macchina è rovinato per sempre. Il Potere ha sempre due facce: l’arroganza e la stupidità.

Carissimo Beppe,
sabato 27 settembre vengo fermato a Sanremo da una pattuglia di Ventimiglia. Quella sera avevo bevuto due birre piccole e il mio tasso definitivo è stato dello 0, 89. Gli agenti mi hanno chiesto se avevo l’ avvocato con me o da chiamare (alle 3 di notte!). Mi sono sentito preso in giro.
Morale della favola: nella mia fascia, sopra lo 0,80, mi spetta il penale (art. 186), dai 800 a 3.200 euro di multa, -10 punti dalla patente, 6 mesi di carcere (ok, quelli non li fai ma devi patteggiarli), 6 mesi senza patente e – senti bene – la confisca dello scooter!
Perchè il mio scooter deve rimanere almeno 30 giorni in custodia prima (!) della sentenza? La sentenza è stata fissata il 2 febbraio 2010. Dove andrò a difendermi (5 mesi dopo il fermo) e magari vedrò (al 99%) finire all’asta il mio scooter. Dov’è il motivo? All’asta?
Quello che più mi fa incazzare è che vieni di fatto condannato prima della sentenza! Voglio difendermi nei tempi giusti. Se poi mi dai del colpevole, allora sono disposto a pagare con gli interessi. Morale: chi mi ripaga di tutto? L’ avvocato, la carrozzeria, i mesi senza la patente, il bollo, l’ assicurazione, ecc.
Credimi, ti rovinano la vita con un “sì” o un “no” in 30 secondi. O vivo, o morto. La legge non è chiara. Vieni fermato, e di cosa ti ha procurato il tasso fuori dalla norma non frega niente a nessuno. Anche i dottori e le infermiere mi hanno confermato con delle loro prove che mangiando un cioccolatino con il liquore dentro, il tasso sale oltre l‘ 1!
Quella sera, cinque persone di fila hanno subito la stessa cosa: via la patente e mandati a casa in taxi. In particolare una coppia, padre e figlio, dopo la prova: via la patente. Gli agenti hanno chiesto loro come sarebbero tornati a casa. Il figlio rispose che avrebbe chiamato la sorella. Questa in effetti arriva, magari ignara di tutto. Era a piedi (l’auto forse era parcheggiata nelle vicinanze). Comunque, prova anche a lei e via la patente!
Alla mia visita dai dottori per degli esami sul tasso alcolemico (che non ho potuto fare prima di 30 giorni dal fermo, per la lunga lista d’attesa), un ragazzo mi ha confidato che sono 5 anni che va su e giù tra analisi e rinnovi limitati della patente. Mi è venuto da piangere. Un altro ragazzo mi ha detto che si trova in questa condizione perché uscendo a piedi dal bar, un’auto della Polizia lo ha fermato chiedendogli i documenti. Obbligo della prova alcolemica e via la patente! Beppe, era a piedi! Sì, perché hanno dedotto che se avrebbe circolato sarebbe stato un danno certo. Piango, veramente. Ma dalla rabbia!
Nel mio caso, se fossi tutelato come cittadino, invece di avere già pronto il camioncino pronto per sequestrarmi il mezzo, ci sarebbe dovuta essere un’ambulanza pronta per il prelievo del sangue. Avrei potuto provare cosa diavolo mi ha portato il tasso alto (e magari non sarebbe stato così alto visto le bevante alcoliche gasate vanno a nozze con il palloncino).
Dovresti essere consigliato dalla Polizia, perché è un tuo diritto difenderti e provare che magari la macchinetta ha sbagliato. Quella è giustizia in un popolo civile.
Invece no. Con il sorriso ti dicono: “Giovanotto è meglio che ti cerchi subito un bravo avvocato“. Ormai lui ha deciso della tua “vita” in 30 secondi. Potrebbero inventarsi di tutto per fare cassa. Ormai lo Stato è un’ azienda a scopo di lucro nei nostri confronti. Non siamo tutelati.” Gianluca C..

Da Beppe Grillo

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Parola di Nobel: “Legalizziamo l’uso delle droghe”

Posted in Varie by admin on 18 Novembre 2009

“Sa che le dico? Che la guerra contro le droghe è fallita ma nessuno lo ammette. Eppure basterebbe mettere i numeri in fila per capire che in 35 anni di onorate battaglie si è speso troppo, ottenuto niente e, cosa peggiore, ingrassato i conti delle organizzazioni criminali. Le sembra un buon risultato?”.

Domanda inutile, perché il professor Becker, Gary Becker, premio Nobel per l’Economia nel 1992, non perde tempo e riparte all’attacco. «C’è solo un modo per ridurre il consumo di droghe: legalizzarle».

È dal 2001 che il professore emerito all’Università di Chicago ripete con ostinazione il proprio mantra antiproibizionista. La prima volta lo fece con un articolo su Business Week, tono pacato ma contenuto esplosivo, perché a lanciare il tema della legalizzazione non era l’ultimo degli hippy ma l’allievo di Milton Friedman. Nel 2006 entrò nei dettagli pubblicando uno studio sul Journal of Political Economy, rivista accademica per addetti ai lavori. E lì, insieme a Kevin Murhpy e Michael Grossman dimostrò con la forza dei numeri che le sue tesi avevano un fondamento economico.

«Ogni anno gli Stati Uniti destinano 40 miliardi di dollari per combattere la diffusione delle droghe. Se a tutto questo aggiungiamo i costi per la società e lo Stato – poliziotti, tribunali, carceri – il costo arriva a 100 miliardi di dollari ogni anno. È una cifra enorme. Di fronte alla quale è bene porsi una domanda: esiste un modo meno costoso e più efficace per ridurre il consumo di droghe? Il nostro studio, quello del 2006, suggeriva un’altra strada: legalizzare le droghe e applicare una tassa sul consumo. Il ragionamento è semplice: la guerra alle droghe, aumentando il rischio di chi le produce e le commercia, ha fatto lievitare il prezzo delle sostanze vendute, tanto che il prezzo alla vendita è in genere il 200% rispetto a quello effettivo. Ebbene, con una tassa del 200% su un prodotto legalmente venduto, quello stesso ricavo finirebbe nelle casse dello Stato anziché nelle tasche delle mafie. Così, invece di spendere soldi per contrastare inutilmente i produttori illegali, si avrebbero fondi a sufficienza, ad esempio, per finanziare campagne di informazione sui pericoli legati all’uso delle droghe».

Lei contesta i risultati della cosiddetta guerra alle droghe, eppure l’Onu, lo scorso giugno ha pubblicato un rapporto in cui si spiega che l’uso di eroina, cocaina e marijuana, in alcuni mercati, inizia a calare.
“È il minimo che potesse accadere, visto quello che si spende in tutto il mondo. Ma è una impostazione sbagliata. Il concetto di “guerra alle droghe” venne lanciato per la prima volta da Nixon negli anni Settanta e ribadito da tutti i presidenti, nessuno escluso. Se i risultati di cui parla l’Onu fossero legati a un’attività di uno o due anni li potrei apprezzare. Trattandosi di una guerra di 35 anni si tratta di un fallimento. Non solo, ma trattandosi di mercati illegali, le stime che circolano sono del tutto teoriche: come si fa sapere la reale produzione mondiale di droga? O il consumo? Sono numeri difficili da dimostrare. E non dimentichiamo che quando un tipo di droga cala, quasi sempre ne spunta un’altra. Quelle sintetiche, ad esempio».

In effetti l’Onu parla proprio di un aumento di queste ultime, soprattutto nel Terzo mondo.
«Restiamo su quelle “classiche”, l’oppio ad esempio: un aspetto di cui si parla poco è che la produzione e il commercio di droga è la fonte principale di finanziamento dei talebani e di Al Qaeda. Ora, ha senso mandare truppe in Afghanistan e, nel contempo, consentire alle forze che si intende combattere di continuare a ricevere finanziamenti? Se le droghe venissero legalizzate, quegli introiti verrebbero meno».

Alberto Maria Costa, il direttore dell’Ufficio Onu contro la Droga e il Crimine, dice che anche in presenza di un mercato legale vi sarebbe sempre un mercato parallelo controllato dal crimine.
«Prendiamo l’alcol. Negli Stati Uniti è stato illegale per quattordici anni, fino a quando il presidente Roosevelt, nel 1933, decise di legalizzarne la produzione e l’utilizzo. Bene, prima di allora whisky, gin e quant’altro erano tutti controllati da organizzazioni criminali. Al Capone, per intenderci, era un trafficante di droga. E quella droga si chiamava alcol. Con la legalizzazione nacquero distillerie legali, distributori legali, rivenditori legali. In un attimo si mandò all’aria l’intero business del crimine. Lo stesso può accadere con le droghe vere e proprie. È possibile che continui a esistere una sorta di mercato nero per alcune sostanze, ma si tratterà di piccole nicchie all’interno di un mercato tutto alla luce del sole».

Ma lei esclude ogni tipo di divieto?
«Niente affatto. Tanto per cominciare vieterei la vendita ai minori, proprio come avviene negli Stati Uniti per i liquori. Un’altra limitazione, proprio come per le bevande alcoliche, è legata alla guida: punizioni severe per chi si mette al volante sotto l’effetto di droghe mettendo a rischio la vita degli altri. E visto che parliamo di regole e restrizioni ne aggiungerei un’altra: trattandosi di prodotti legali, i produttori dovranno essere sottoposti a controlli di qualità come avviene per il settore alimentare o farmacologico. Questo eviterebbe la circolazione di sostanze tagliate e pericolose come oggi invece avviene».

Chi si oppone alle sue proposte sostiene che la liberalizzazione provocherebbe un aumento dell’uso, non una diminuzione.
«Dipende dal livello di tassa che viene applicato: se è adeguatamente alta, la domanda non cresce affatto. Anzi, trattandosi di un bene legale, viene meno quel richiamo del proibito che è una spinta, almeno tra i giovani, a far uso di droghe».

Per i minorenni però questo richiamo continuerebbe ad esserci.
«Già, ma sarebbe un divieto limitato all’età. E tutti prima o poi diventiamo adulti. L’importante è non diventare dei fuorilegge. La guerra alla droga produce devastanti effetti collaterali. Proprio in Italia avete avuto il caso di quel ragazzo pestato a morte dopo essere stato trovato con 30 grammi di hashish: è la conferma che con la guerra alle droghe si entra in una visione violenta del problema. Da noi, come da voi, le carceri scoppiano perché vengono riempite con persone che hanno avuto a che fare con la droga. E non importa quanto siano state seriamente coinvolte. Quando sei in guerra, anche le ombre diventano nemici».

Lo dica francamente: è davvero convinto che si possa legalizzare l’uso delle droghe?
«Non subito e non ovunque. Ma la strada è quella. Guardi il Messico, lo scorso agosto ha approvato una legge che permette l’uso di hashish, marijuana e persino Lsd. Non è una proposta: è una legge. E qualcosa di simile è accaduto in Argentina».

E negli Stati Uniti?
«Non siamo ancora pronti, ma qualcosa si sta muovendo. La discussone al momento riguarda solo l’uso di marijuana per scopi terapeutici, ma è già qualcosa. Non mi illudo che tutto cambi all’improvviso. Ci vuole tempo, ma sono fiducioso. L’unica droga di cui abbiamo realmente bisogno è l’uso della ragione. Quando la provi, non smetti più».

L’Unità

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Il Tar del Lazio sconfessa la Prestigiacomo “Quelle nuove nomine sono illegittime”

Posted in Varie by admin on 2 Novembre 2009

I giudici amministrativi contestano la revoca degli incarichi alle persone che componevano
le commissioni chiave per autorizzare centrali elettriche, ponti, aeroporti, autostrade, ferrovie

ROMA – Il Tar del Lazio boccia la nomina, da parte del ministero dell’Ambiente, delle commissioni chiave per autorizzare centrali elettriche e ponti, aeroporti e autostrade, porti e ferrovie. Una sconfessione secca contenuta nelle sentenze pubblicate il 30 ottobre che danno al ministero 45 giorni di tempo per rimettersi in regola.

Secondo il Tar, vanno annullati gli atti ministeriali che hanno portato alla riduzione dei membri delle commissioni Via (valutazione d’impatto ambientale), Covis (si occupa delle transazioni in materia di danno ambientale, in qualche caso sopra il miliardo di euro) e Ippc (valutazione dell’inquinamento).

Il Tar dichiara illegittima la nomina dei nuovi membri delle commissioni perché “la revoca è stata disposta nei confronti dei componenti ancora in carica, prima della scadenza del mandato, senza alcuna istruttoria volta all’accertamento e alla valutazione dei risultati dell’attività compiuta da ciascun componente e dalla Commissione nel suo complesso, e quindi senza l’indicazione di elementi idonei a motivare la mancata conferma dei ricorrenti nell’incarico ancora in corso”.

In sostanza, il Tar sostiene che la “procedura sprint” con la quale il ministero dell’Ambiente ha mutato la composizione delle commissioni è irregolare perché i vecchi membri non erano decaduti, né nei loro confronti, come ammesso anche dall’Avvocatura dello Stato, era applicabile lo spoil system.

“La sentenza del tribunale amministrativo regionale dimostra l’inadeguatezza e l’approssimazione con le quali si è mosso il ministero dell’Ambiente”, commenta Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. “Ha tentato la decapitazione di commissioni di fondamentale importanza per il governo del territorio ed è stato fermato dalla magistratura. Un segnale che dovrebbe far riflettere sulle sorti del prossimo blitz annunciato: l’attacco agli enti parco”.
Da “la Repubblica”
Illustrazione Rosa Cerruto

mucca

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Message from 2134

Posted in Varie by admin on 25 Settembre 2009
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La Regione preme: 300 case abusive da demolire sulla fascia costiera modicana

Posted in Varie by admin on 25 Giugno 2009

C’è anche l’assessorato regionale al territorio ed ambiente a premere sul comune di Modica. Le case abusive devono essere abbattute o incamerate al patrimonio comunale; questo il senso della comunicazione arrivata sul tavolo dell’assessore all’urbanistica Elio Scifo qualche giorno fa.

Su precise richieste dalla procura generale di Catania la procura della repubblica presso il tribunale di Modica ha sollecitato il sindaco ad agire sulla scorta delle sentenze passate in giudicato nei confronti di oltre duecento proprietari di immobili dichiarati abusivi perchè non rientrati in alcuna sanatoria o non sanabili perché ricadenti all’interno di aree protette; di qualche giorno fa invece la comunicazione dell’assessorato regionale che vuole che palazzo S. Domenico faccia ordine del proprio territorio.

Scifo ne ha parlato a quattr’occhi con il sindaco Buscema che come prima decisione ha chiesto di nominare due geometri che dovranno occuparsi dei rilievi e dell’accatastamento degli immobili. Tra i proprietari di seconde case, garage, locali commerciali, laboratori, circola già il panico perché la sensazione è che sia arrivato il momento decisivo per loro.

»La politica a questo punto non può far niente – dice Carmelo Scarso, avvocato, capogruppo di Mpa a palazzo S. Domenico – e l’unica via d’uscita è una sanatoria che il governo dovrebbe promuovere, ma non mi sembra che ci siano lee condizioni giuste. Il problema abusivismo nella nostra città nasce dalla mancanza di un piano regolatore da venti anni a questa parte. La gente ha agito autonomamente nella speranza di sanare ma non c’è niente da fare con chi ha costruito nei terreni destinati a opere pubbliche o nelle fasce entro i 150 metri dal mare».

Scarso si riferisce in particolare alla zona di Maganuco dove insiste il cinquanta per cento delle costruzioni abusive; queste risalgono agli inizi degli anni 80’ ed hanno visto lo stesso Scarso alla testa di un comitato di protesta dieci anni fa perché la fascia venisse ampliata dalla regione Sicilia.

In venti anni intanto tutti i tre gradi di giudizio sono stati aditi dai proprietari che si trovano oggi con sentenze passate in giudicato che attendono solo di essere eseguite come chiede la procura della repubblica. «Una soluzione – suggerisce Carmelo Scarso- potrebbe essere quella di acquisire formalmente al patrimonio pubblico le costruzioni e poi darle in comodato ai proprietari dietro il pagamento di un canone mensile. Ma bisogna dimostrare che le costruzioni siano di interesse pubblico. Si può?»

L´EVOLUZIONE DELLA DELICATA VICENDA
Ci sono trecento case fuorilegge nel territorio della città. Non sono state sanate e non sono sanabili e risultano pertanto abusive. Al comune di Modica spetta il compito di avviare l’iter per l’acquisizione al patrimonio comunale degli edifici abusivi o, in alternativa, di avviare le pratiche per la demolizione.

Sono coinvolti non meno di duecento nuclei familiari visto che per alcuni si tratta di una seconda casa, di un laboratorio artigianale, di uno stabile adibito a garage o magazzino. Gli immobili sono sparsi per tutto il territorio comunale, da Maganuco fino a Montesano, e sono presenti anche all’interno della cintura urbana all’intrno di terreni agricoli o destinati a spazi pubblici e verdi. La grande concentrazione degli immobili a rischio demolizione tuttavia si registra nella fascia costiera ed in particolare nella striscia che va da Marina di Modica a Maganuco.

Si tratta di villette residenziali che sono state costruite a cavallo degli anni 80’ all’interno della fascia di rispetto di 150 metri. La procura della repubblica di Modica ha trasmesso al sindaco Antonello Buscema il provvedimento con il quale si ordina al comune di dare esecutività alle sentenze emesse nei confronti dei proprietari degli immobili non sanati. Le sentenze infatti sono passate ormai in giudicato e sono dunque esecutive per cui tocca all’amministrazione in carica procedere con i provvedimenti consequenziali.

La comunicazione della procura della repubblica è stata recapitata già da qualche mese a palazzo S. Domenico ma l’amministrazione è andata cauta prima di avviare il procedimento che alla fine dovrà portare alla demolizione o alla acquisizione degli immobili. Il sindaco e con lui tutti gli amministratori si rendono infatti conto della bomba sociale che comporta un provvedimento del genere. Le pressioni ulteriori della procura rispetto alla lentezza, se non inerzia, del comune, hanno tuttavia indotto il sindaco a fare il primo passo. Due professionisti sono stati infatti nominati con il preciso incarico di procedere ai rilievi degli immobili ed al loro accatastamento.

Una volta acquisiti questi dati l’amministrazione dovrà poi andare avanti con la fase due; questa prevede che l’amministrazione indichi gli eventuali immobili che ritiene utilizzabili per fini sociali e quindi li acquisisca o in alternativa proceda alla demolizione per restituire decoro e dignità al territorio. In ogni caso i proprietari degli immobili saranno privati del bene ufficialmente abusivo e non sanato e tra l’altro dovranno provvedere ai costi derivanti dalla demolizione.

La notizia della iniziativa della procura della repubblica turba il sindaco Antonello Buscema ed i suoi più stretti collaboratori perché ha dei risvolti di ordine sociale non indifferenti ma non può essere più ignorata se non a rischio di una denunzia penale da parte del magistrato per la mancata esecutività del provvedimento emesso. Sono gli stessi funzionari dell’ufficio tecnico che si occupano del caso a premere perché una decisione venga comunque presa.

La nomina dei due professionisti è l’inizio di un procedimento che, pur essendo lungo, è stato già avviato e che solo la politica,semmai ne abbia i margini, potrà risolvere. I titolari degli immobili per i quali è scattato l’ordine di demolizione non sono del tutto al corrente degli ultimi sviluppi e confidano, come avviene da almeno dieci anni a questa parte, in una non meglio precisata «sanatoria».
Fonte: Corriere di Ragusa

demolizioni

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Le escursioni di Kalura

Posted in Varie by admin on 25 Giugno 2009

Carissimi,

Domenica 28 Giugno, con l’escursione “Cassibile –torrentismo-” (Canicattini Bagni – SR), concluderemo il programma KaluraBoscagliaSicilia Gen/Giu 2009 ma ci rivedremo, naturalmente, dopo la pausa estiva.

Sarà un’escursione totalmente anfibia e molto impegnativa, tra nuoto e trekking…  consigliamo il seguente equipaggiamento: abbigliamento comodo, costume, scarpe da ginnastica da poter bagnare o scarpe da scoglio, sacchi di plastica per proteggere indumenti, mutino per i più freddolosi, acqua e pranzo a sacco.

La partenza è da Ragusa – P.zza Libertà ore 8.30 ( Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria  3270069217 o mandate una e-mail a info@kalura.org.

N.B.: Vi preghiamo di avvisare in tempo, se dopo aver prenotato, non si avesse la possibilità di venire all’escursione. Così facendo qualcun altro potrà partecipare al vs posto. Grazie

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