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MONTALBANO NUOTERA’ NEL PETROLIO?

Posted in Varie by admin on 12 Febbraio 2010

Trivellazioni petrolifere: nuovo definitivo attacco al mare ibleo
La provincia di Ragusa terra di conquista dei petrolieri nel silenzio assoluto delle amministrazioni

Montalbano che nuota in una chiazza di petrolio: sarà probabilmente questa la
nuova immagine emblematica dello stato del mare della provincia di Ragusa.

Dopo la colata di cemento e l’espansione serricola su quasi tutta la costa e la
conseguente forte erosione di pressochè tutte le spiagge, sta per arrivare
quella che sarà probabilmente l’ultima definitiva mazzata. Infatti la Provincia
di Ragusa sembra diventata terra di conquista di tutti
, in particolare dei
petrolieri. Dopo le ricerche della Panther Oil, fortunatamente sventata, ecco
che arrivano le richieste di trivellazione a mare davanti la costa iblea. Si tratta
della società “Sviluppo Risorse Naturali srl” con sede a Roma, società
controllata dalla Mediterranean Resources LLC con sede in Austin (Texas-
USA).

L’area della ricerca, che riguarda idrocarburi liquidi e cioè petrolio, interessa
uno specchio di mare che va dal comune di Vittoria a quello di Scicli per un
totale di 460 km quadrati partendo dalla costa e fino a 20 km al largo! La
Sviluppo Risorse naturali srl è in possesso di una autorizzazione della
Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (CIRM) del Ministero
dello Sviluppo Economico rilasciata nella seduta del 06/04/2009.
Il mare del mito, quello di Kamarina e di Caucana, di Punta Secca e di
Sampieri, rischia di trasformarsi in un’enorme zona industriale, con decine di
piattaforme petrolifere davanti alla costa ed il conseguente via vai di
petroliere, con buona pace di tutti i progetti di sviluppo turistico, compreso
quello legato al tanto decantato porto di Marina di Ragusa.

Che succederebbe al nostro ambiente ed alla nostra economia se ci fosse una
perdita di petrolio in mare e il greggio raggiungesse la costa (come è accaduto
ad esempio l’anno scorso sulla costa ionica calabrese)? Che fine farebbero i
nostri pescatori, già in forte difficoltà per la diminuzione della risorsa ittica?
Si tratta di una decisione presa dall’alto, scavalcando i comuni, la provincia e
l’intera comunità, che mette a rischio un diverso modello di sviluppo che cerca
di emergere in provincia, in cui il turismo di qualità svolge un ruolo centrale. I
comuni interessati, pur a conoscenza della richiesta delle ricerche (lo sanno
dai primi di dicembre 2009) non ci risulta siano intervenuti nel procedimento
amministrativo, a meno di non aver presentato all’ultimo momento
osservazioni alla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale.
Ci si chiede però: come mai i comuni non hanno messo in piedi la
stessa protesta che hanno dedicato al parco degli Iblei
, chiedendo che
la decisione non fosse calata dall’alto ma discussa prima localmente?
Perché gli enti preposti alla gestione economica in provincia e le
associazioni di imprese non coinvolte con l’affare petrolio non sono
state avvertite di quanto stava succedendo e, se sapevano, perchè non
si sono mossi?
Il nostro futuro o è legato ad uno sviluppo sostenibile, o non è. Il
petrolio non è il nostro futuro!

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