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Dal 9 ottobre la Terra è in «debito ecologico»

Posted in Articoli by admin on 9 Ottobre 2006

Il primo «Overshoot Day» fu calcolato il 19 dicembre 1987

Un parametro che misura il punto in cui le risorse utilizzate dagli esseri umani superano quelle che il pianeta è in grado di produrre

LONDRA – Da lunedì 9 ottobre fino alla fine dell’anno la Terra sarà in «debito ecologico». Un parametro che misura il punto virtuale in cui le risorse del pianeta utilizzate dagli esseri umani superano quelle che il pianeta stesso è in grado di produrre. Quindi si va in una sorta di «bolletta» dell’ambiente, per la quale al contrario di un conto corrente in rosso, non si sa bene chi deve intervenire. O meglio si saprebbe, visti i pochi risultati sul fronte del consumo energetico e della ricerca di fonti alternative e le mancate adesioni al protocollo di Kyoto di potenze come gli Stati Uniti e la Cina.
DISTANZA CHE SI RIDUCE – Il fatto scolvolgente è che il cosiddetto «Ecological Debt Day» (o Overshoot Day) viene anticipato ogni anno. Il che significa che il pianeta fa sempre più fatica a «star dietro» alle nostre sempre crescenti necessità. Il primo «giorno in debito» fu calcolato nel 1987, esattamente il 19 dicembre. Diciannove anni dopo viene anticipato di quasi due mesi, al 9 ottobre. «Il fatto che quest’anno il debito ecologico cada a ottobre significa che solo per tre quarti dell’anno l’umanità vive in modo compatibile con l’ambiente», è l’analisi dell’organizzazione indipendente New Economics Foundation (NEF), che ha sede a Londra.
COMPENSAZIONE – Secondo Andrew Simms della Nef il genere umano sta commettendo due grandi errori: «Primo, impediamo a milioni di persone di avere accesso alla terra, al cibo e all’acqua potabile. Secondo, mettiamo in pericolo il meccanismo del pianeta che permette la sopravvivenza dello stesso genere umano». Per esempio, più pesce peschiamo quest’anno meno ce ne sarà disponibile l’anno prossimo. I meccanismi di compensazione saltano, assaliti come sono dalle leggi del mercato, da stili di vita eccessivi, da ricchezze individuali non giustificabili.
GRAN BRETAGNA – In questo scenario devastante la maglia della «pecora nera» tocca alla Gran Bretagna, che ha «festeggiato» il suo «debito ecologico» già in aprile, il 16 per l’esattezza. La Nef ha fatto un semplice calcolo: se tutti nel mondo consumassero quanto un inglese medio, servirebbero le risorse di tre pianeti cloni della Terra per soddisfare tutti i bipedi pensanti. A fronte di questo, il governo inglese ha promesso che entro il 2020 alzerà al 20% (rispetto al 4 attuale) la percentuale di energia ottenuta da fonti rinnovabili.
TEMPERATURA – «L’unico modo per tornare a una situazione di equilibrio e pianare il debito è chiedere meno al nostro pianeta» dice la Fondazione. Per esempio molti scienziati hanno previsto che entro la fine del secolo la temperatura della Terra potrebbe aumentare da due a sei gradi Celsius, e questo porterebbe una serie di disastri a catena, come alluvioni, fame e in definitiva morte di tanti esseri umani. I più deboli, come sempre accade.
08 ottobre 2006

Corriere della Sera

http://www.neweconomics.org/gen/

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