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Lo Scalo è la sede naturale del porto

Posted in Articoli by admin on 11 Luglio 2002

Anche l’associazione “Marsa A’Rillah” contesta la presa di posizione dei Verdi sulla struttura

«Vi sono vari motivi, perché il porto di Marina nasca laddove è stato progettato. Sono motivi di ordine storico, logico, logistico, marinaresco e turistico». Chi parla è Gianfranco Di Quattro, presidente della Compagnia del Porto “Marsa A’Rillah” (oltre 200 iscritti), il cui scopo è quello di dare impulso sia al diporto che al turismo nautico, nonché, principalmente, l’ottenimento del porto, in quella collocazione voluta dal progetto, ossia allo Scalo trapanese: «Nel 1930 – spiega – fu assunta la prima decisione di costruire il porto a Marina. Da due anni, proprio con l’associazione che mi onoro di presiedere, si è ripreso a lottare. Devo aggiungere che siamo stati coraggiosi, volitivi, ma anche fortunati. La sede prescelta del porto è logica, perché Marina è lo sbocco a mare naturale della città. Vi sorgeva, peraltro, l’antico sorgitore da cui si caricava l’asfalto ed i cereali: il famoso Scalo trapanese. Tutto ciò non certo per caso, bensì perché è logico. Sul piano logistico, lo Scalo trapanese costituisce la collocazione migliore sotto vari profili. Per questo il porto è stato voluto e progettato in quel sito da fior d’esperti, per questo è stato redatto ed approvato un piano regolatore del porto, una serie di esecutivi dettagliati nei minimi particolari. Infine, è stata superata senza problemi anche la verifica d’impatto ambientale. E non poteva essere diversamente. L’opera non offende i luoghi, ma li valorizza. Un porto perfetto. Viceversa, non avrebbe superato tutti gli “sbarramenti” che la normativa, severissima, oltre che farraginosa, prevede».
Perché un porto dettato anche da “motivi marinareschi”. Quale la reale valenza turistica? «Siamo marinai anche noi. Quei ragusani, voglio dire, che andiamo in barca, che quando possiamo scappiamo a Malta, ci spingiamo anche oltre, verso le Eolie, la Grecia, l’Africa, come tutti i diportisti ed i turisti nautici che oggi affollano il Mediterraneo meridionale. La barca, fino ad oggi, la teniamo altrove. Sapremo bene desiderare il porto in un posto opportuno. Per questo lo abbiamo voluto proprio lì. L’aspetto turistico, altresì, è divenuto il più importante. Al salone di Genova dello scorso ottobre il porto di Marina è stato inserito fra i tre principali porti turistici della Sicilia, definiti hub port turistici, assieme a Marsala e Milazzo. Poi è stato inserito nel Piano dei porti turistici della Sicilia, varato il 17 novembre scorso. Tale piano è stato studiato e redatto da una commissione di professionisti di tutta Italia, su incarico della Regione. Quando l’abbiamo saputo, non credevamo quasi alle nostre orecchie e ai nostri occhi. La scelta cade sul porto ragusano per motivi di strategia dell’ospitalità turistica, cioè dell’incoming nautico.
Ma i Verdi non sono d’accordo. Cosa rispondere? «Mi pare di aver chiarito che la scelta del sito, sgradita agli ambientalisti, non è casuale, né nasce da un nostro capriccio. Al contrario, è stata determinata da un progettista ed è stata coronata dal pieno successo presso le autorità tecniche e politiche. Gli argomenti contrari non meritano risposta. Tanto più che recriminano pochi metri di spiaggia, fra l’altro formatasi non ecologicamente, ma in conseguenza del troncone del molo esistente. Si parla di spiagge asfittiche in una costa che vanta decine e decine di chilometri di arenili e che a solo 100 metri dal molo di levante del costruendo porto vedrà il ripascimento (non la scomparsa) dalla “mancina” fino alla dogana».

 

Giorgio Antonelli
Gazzetta del Sud 11/7/2002

 

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