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Quel porto cancellerà le spiagge

Posted in Articoli by admin on 8 Luglio 2002

I Verdi tornano a riproporre l’idea che mira a spostare la struttura nel bacino di Punta di Mola

Il porto turistico dello Scalo trapanese? Un’autentica sciagura per tutti i villeggianti di Marina! Caos viario, inquinamento e, soprattutto, scomparsa delle (ormai poche e ristrette) spiagge esistenti saranno il dazio salatissimo che tutti saranno costretti a pagare di fronte al “dio porto”, panacea di quel male occulto che blocca lo sviluppo turistico di Marina. E allora niente struttura portuale per le migliaia di amanti della nautica da diporto e per i pescatori di Marina, costretti a cimentarsi con pericolosi traini e gru per la posa dei natanti in mare? Macché, il porto poteva e doveva essere costruito a Punta di Mola! I danni ambientali e paesaggistici sarebbero stati ridottissimi. E per di più l’entroterra sarebbe stato preservato dallo “scheletro” di cemento che domina oggi la terraferma. E’ questo il pensiero di Antonio Lacognata, portavoce dei Verdi, che alla vigilia della definitiva approvazione del progetto del porto allo Scalo (quasi mille posti barca) da parte della Conferenza di servizio che si riunirà a metà luglio al Genio civile, torna a tuonare contro la struttura. O meglio, contro il porto allocato allo Scalo trapanese: «Il nostro pensiero non è nuovo – spiega l’esponente ambientalista – ma vorremmo che la gente riflettesse serenamente e seriamente prima che decollino i lavori per realizzare l’opera. I punti nodali sono pochi, ma assolutamente intangibili: con il porto allo Scalo, scomparirà quell’amena spiaggetta, ma anche tutti i lidi adiacenti, a partire dalla Mancina. E quasi certamente la stessa sorte subirà l’intero litorale che va dal lungomare sino alla spiaggia degli Americani. Basti pensare che nell’ultimo triennio, da quando il braccio del molo allo Scalo trapanese è stato allungato di qualche metro, gravissimi fenomeni di erosione della spiaggia hanno interessato tutto il litorale sino a Playa Grande. Basta guardare alla spiaggia della Riserva e, appunto, a quella dello stesso villaggio sciclitano, ormai ridotte a strisce di sabbia di pochissimi metri. L’altro nodo riguarda la viabilità: Marina in estate è già un caos, cosa diventerebbe con un grande porto a due passi dal centro? E l’inquinamento acustico e ambientale? Cosa dire della vivibilità di Marina?».
Lacognata, ma il porto è il sogno di tanti ragusani! Volete, voi “soliti” ambientalisti, trasformarlo in un… incubo proprio oggi che sta per diventare quasi una realtà? «Ci siamo opposti al porto dieci anni fa, quando non esisteva neanche il Prg della struttura e ci opponiamo oggi a un porto allo Scalo trapanese. Sostengo, infatti, che una struttura da 600 posti va realizzata, ma con oculatezza e diligenza. Malta, che vive da 15 anni di portualità turistica, ha appena 1200 posti barca, ma distribuiti in ben cinque diversi siti. Ha maturato una capacità di gestione di tali flussi, ha una consona ricettività, da tempo la sua gente ha formato un’adeguata cultura d’impresa nel settore turistico-marinaro. Si vuole che Marina maturi tutto ciò in un… battibaleno, con mille posti barca e con un unico porto nel cuore del centro balneare?».
Quale l’idea dei Verdi? «Due lustri orsono suggerimmo di realizzare la struttura portuale a Punta di Mola che si prestata fisiologicamente a “recepire” un porto. Invece, a Punta di Mola, incredibilmente, si volevano costruire gli alberghi, guardacaso laddove non esisteva la spiaggia. L’arenile, però, si pensava di crearlo artificialmente, buttando in mare 10 miliardi di massi e cemento! E il porto, di contra, si voleva e, purtroppo, si vuole ancor oggi costruire laddove ci sono le spiagge! Tutto ciò è non solo…contro l’ambiente, ma anche illogico! Per questo, vogliamo che si apra un dibattito, che la gente si confronti, che faccia una seria riflessione su ciò che il porto può dare, ma anche su quanto porterebbe via!».

Giorgio Antonelli

Gazzetta del Sud 8/7/2002

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