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Il G8 sull’ambiente a Siracusa

Posted in Articoli by admin on 3 Marzo 2009

inc_resize.jpgVerranno a Siracusa. Si barricheranno a Ortigia, dentro il castello Maniace dal 22 al 24 aprile.
Sono i rappresentanti per l’ambiente degli otto governi cosiddetti più grandi del mondo: grandi inquinatori, grandi devastatori, grandi sostenitori e applicatori delle politiche liberiste, grandi responsabili del declino inarrestabile del Pianeta e dell’oppressione dei suoi abitanti, a cominciare dai paria dei paesi del Sud del Mondo.

In vista del G8 superblindato de La Maddalena della prossimo mese di luglio, per questo vertice tematico è stata scelta Siracusa, la città del ministro italiano Stefania Prestigiacomo, che intende in questo modo far valere il proprio peso politico-elettorale sul governo e sul suo territorio. Un territorio le cui classi politiche che lo hanno amministrato da sempre possono fregiarsi del record negativo nazionale in materia di raccolta differenziata dei rifiuti; ma queste sono bazzecole, rispetto agli altri e più deflagranti motivi che pongono la provincia di Siracusa in posizione centrale in materia di ambiente; motivi noti e tutti negativi: un’area industriale che dal capoluogo si estende fino alla provincia di Catania, dove da 40 anni e passa le multinazionali del petrolio e della chimica, italiane ed estere, hanno devastato tutto quello che c’era da devastare: aria, terra, acqua e naturalmente l’uomo, aggredito dai veleni, ucciso dal cancro, spogliato nelle speranze di un futuro migliore da vivere su una terra irrimediabilmente compromessa, e frustrato per non aver saputo riservare un avvenire migliore del suo ai propri figli, la cui salute e integrità fisica è e sarà sempre a rischio a causa delle malformazioni genetiche che hanno colpito gli abitanti e tutti gli altri esseri viventi dell’area.Siracusa è quindi, senza dubbio, il luogo migliore per affrontare le tematiche ambientali, ma abbiamo la certezza che la sua condizione di cesso delle multinazionali e del capitale non c’entri nulla con la scelta di tenervi il G8 sull’ambiente. Scelta che quindi assume tutto l’aspetto di una beffa e di una provocazione cinica contro la popolazione siracusana e siciliana tutta.

Nel territorio aretuseo stremato dalla ricerca di profitto e dal falso mito dello sviluppo che ha ammaliato e offuscato le menti di intere generazioni e dopato non pochi “sinistri” ex anticapitalisiti, oltre allo scempio della chimica e del petrolio, abbiamo assistito anche alla strage dell’amianto provocata dallo stabilimento Eternit di contrada Targia, alla piaga delle discariche, all’inquinamento delle campagne e della produzione agricola contaminate dalla chimica; mentre oggi si parla di rigassificatori e inceneritori da impiantarvi.

In territorio siracusano ricade la base di Sigonella, fonte di inquinamento materiale e di militarizzazione cancerogena, ipoteca sul territorio e sulla Sicilia tutta, centrale operativa di morte sempre più al centro dei progetti di guerra della Nato.
E ancora più a sud e verso l’interno incombe la questione delle trivellazioni in Val di Noto: ancora petrolieri americani a colonizzare e defecare sul nostro territorio. Poco più in là la piana di Gela, ostaggio del petrolchimico, avvelenata e moribonda, con la sua catena di morti, di cancri, di mafie. Sempre nel siracusano, c’è Augusta, con i suoi depositi di armi anche nucleari, con la sua base per sommergibili atomici, ed il rilascio di sostanze radioattive sul territorio e sulle acque della rada. E poi v’è Lentini, con le morti – non più sospette – collegate all’inquinamento provocato dal rilascio di sostanze tossiche in seguito ad incidenti di aerei americani.
E poco più in su c’è lo Stretto, con il progetto mostruoso del Ponte, la più grande di tutte le grandi opere: grande abbuffata di miliardi da parte dei padroni del tondino e del cemento, da parte delle cosche mafiose e ‘ngranghetiste, da parte della classe politico-clientelare massonica.
Il Ponte, castigo che si impone ad una Sicilia in ginocchio, arsa dalla sete di lavoro, rovinata dal clientelismo e dall’arroganza di una borghesia compradora avida e senza scrupoli, da sempre compromessa con il malaffare.

In quest’isola stuprata dai conquistatori di turno, con la complicità delle classi dirigenti siciliane, si parla anche di centrale nucleare. Ed è la faccia angelica di Stefania Prestigiacomo, figlia d’arte e ministra, a farlo.
Con la sua famiglia controlla diverse aziende presenti nel triangolo della morte Augusta-Priolo-Melilli: la Coemi spa (99%), la Vetroresina engineering development (59,1%), e la fallita Sarplast (6,29%), nota per alcuni incidenti e diversi casi di malattia di operai, che hanno avuto figli con malformazioni congenite o che si ritrovano a distanza di anni con i polmoni avvelenati; senza parlare delle pendenze fiscali riscontratevi e delle inchieste per lesioni colpose avanzate dalla Procura di Siracusa.

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Un G8 che è un’offesa, un atto di sfida al popolo inquinato. Sarebbe bene quindi preparare una buona accoglienza agli otto Grandi Inquinatori. Siracusa sarà una città blindata, inaccessibile, militarizzata; e fin da ora siamo certi che i controlli sulle nostre attività, sulle nostre sedi, sui nostri telefoni cellulari e fissi, sui nostri computer, sui nostri movimenti siano già stati attivati per carpire ogni segnale riguardo le nostre intenzioni di protestare e opporci all’evento, per neutralizzare ogni volontà di mettere in piedi ogni manifestazione che non voglia essere solo passerella fine a se stessa.
Non siamo così sciocchi da accettare la sfida in campo aperto con le forze del dis-ordine erette a protezione del vertice; non cadremo in nessuna trappola. E tuttavia non staremo con le mani in mano, privilegeremo il territorio siracusano e siciliano per far conoscere le nostre posizioni e far sviluppare una opposizione di base in grado di dimostrare tutta l’ostilità e la contrapposizione di chi subisce le politiche devastanti dei governi e dei padroni, per proseguire, dopo il vertice, un percorso di riappropriazione delle facoltà decisionali da parte delle popolazioni, con l’obiettivo di liberare noi e la nostra terra dall’unico disastro di cui si deve parlare: quello capitalistico-statale.
Articolo apparso su Sicilia Libertaria di Febbraio 2009
Approfondimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Polo_petrolchimico_siracusano

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