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Kamarina, la quinta distruzione

Posted in Articoli,Pubblica Evidenza by admin on 10 Febbraio 2009

Cerchi Kamarina su Wikipedia e trovi “rovine di Kamarina“. La città fondata dai siracusani, questa disgrazia, evidentemente, se la porta appresso da sempre, nota dominante dei suoi 2600 anni di storia. E di storia e di distruzioni questa colonia ne ha da raccontare, con le certe sue 4 distruzioni, ad opera di greci, punici, romani e perfino arabi, che in Sicilia tutti ricordano per le belle cose fatte e non certo per quelle brutte.

Veniamo ai nostri giorni. Kamarina sta per subire la sua quinta distruzione tra l’indifferenza di tutti: mentre il maltempo restituisce nuove vestigia e le vecchie cinte murarie si stagliano a ridosso della spiaggia, il mare si appresta a completare l’opera avviata da Gelone nel 485 a.c., come testimonia un video che gira su YouTube. Si chiama erosione costiera ed è un problema che in Sicilia, e dalle nostre parti, conosciamo bene.

“Il governo regionale – ha detto di recente Pippo Sorbello, assessore della Giunta Lombardo, in quota Mpa- ha rivolto un’attenzione particolare al problema dell’erosione della fascia costiera della Sicilia, le cui aree a rischio interessano circa 350 km, pari al 20% del territorio”. Questa attenzione, Sorbello, la rilancia gongolante dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, di 9 dei 26 Piani stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico della fascia costiera definitivi “strumenti necessari di prevenzione e pianificazione che ci consentiranno di pervenire ad un assetto idrogeologico del territorio tale da minimizzare il livello di rischio”.

Uno fa finta di capire, tanto per non sembrare ignorante e quasi ci crede; ma a guardare bene, trova che essi riguardano, nel crudo linguaggio di un tecnicismo ad uso di pochi, “le unità fisiografiche della Sicilia continentale n° 9 (dal Porto di Licata a Punta Bianca), 10 (da Punta Bianca a Capo Rossello), 11 (da Capo Rossello a Capo San Marco), 12 (da Capo San Marco a Capo Granitola), e delle unità fisiografiche riguardanti le isole minori, cioè la n° 22 (Lampedusa e Linosa), 23 (Pantelleria), 24 (Isole Egadi), 25 (Isola di Ustica) e 26 (Isole Eolie)”.
Non siamo tecnici ma una cosa la capiamo: per questo lembo di Sicilia, almeno per il momento, non c’è niente in programma.

Ma il comunicato prosegue dicendo: “Il livello territoriale di analisi scelto è stato quello dell’unità fisiografica costiera, (21 le unità in cui è stata divisa la Sicilia), tratti di costa ben definiti compresi tra due importanti elementi morfologici. Tutti i tratti costieri caratterizzati da arretramenti significativi della linea di spiaggia (superiore a 5 metri) sono stati perimetrati e, sulla base dello stato di sollecitazione delle mareggiate distruttive subite negli ultimi 15 anni e delle eventuali segnalazioni di pericolo pervenute, ad essi sono stati assegnati determinati valori di pericolosità e rischio”.

Questo la Regione Siciliana dice alle agenzie di stampa. E suona come una beffa per Kamarina, l’ennesima.
Fondata e distrutta per la prima volta dalle stesse mani, prima amiche ma poi avversarie, vuoi vedere che anche questa volta subisce la stessa sorte: mano prima amica e poi avversaria?
Fonte: SUDDEST.It (Il nuovo quotidiano on line della Provincia di Ragusa)

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