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La memoria di La Torre non si cancella

Posted in Articoli by admin on 14 Ottobre 2008

Succede in Italia che in base a un sondaggio si decida di cancellare l’intitolazione dell’aeroporto cittadino al padre della legge sul sequestro dei beni ai mafiosi, per sostituirlo con il nome di un generale che conquistava villaggi africani con i gas nervini.

Succede in Italia che la piazza di Comiso si riempia in un sabato pomeriggio di oltre 2.000 persone per dire no alla cancellazione di Pio La Torre e chissà che il sindaco non commissioni un nuovo sondaggio e decida di fare marcia indietro. Gli sarebbe bastato ascoltare gli interventi dal palco, quello del segretario del PD, Walter Veltroni, quello di Franco La Torre, o anche leggere il messaggio arrivato dal Quirinale: \”Le sue battaglie raccolsero un vasto consenso popolare, e lo esposero alle minacce della mafia, di cui cad de vittima in un sanguinoso agguato che mirava a far tacere la sua voce e bloccare il processo di rinnovamento e di sviluppo dell\’Isola. Tuttavia la sua testimonianza non fu vana: essa divenne patrimonio generale del popolo siciliano, aldilà delle differenti opinioni politiche, e favorì la nascita di un comune sentire e di movimenti unitari che hanno rinsaldato la trama della democrazia\”. Si può chiamare memoria, si può chiamare riconoscenza, ma il sindaco Giuseppe Alfano, di Alleanza Nazionale, non sembra avere né l’una né l’altra nei confronti del segretario del Pci siciliano e padre della legge sul sequestro dei beni ai mafiosi, ucciso da Cosa nostra nel 1982, legato alla città in provincia di Ragusa anche per la lotta in favore della smilitarizzazione della base di Comiso.
 
Eppure, come ha detto Walter Veltroni dal palco “la lotta alla mafia non è di una parte, deve impegnare tutti. I temi della legalità e della lotta alla mafia non sono in questo momento centr ali, ma invece lo devono essere. Ci sono dei valori simbolici ed educativi – ha detto Veltroni – cosa si vuole mandare a dire ai ragazzi quando si decide di togliere il nome di un democratico e di un combattente per la legalità? Che messaggio si vuole dare? Un messaggio comunque sbagliato! Cancellare il nome di Pio La Torre dall\’aeroporto di Comiso è come dire che chi stava dalla parte dell\’occupante e chi liberò l\’italia sono gli stessi. Rispetto per le vittime si, ma non cancellazione della storia di questo Paese e del sacrificio di tante persone. È inconcepibile che un sindaco, sulla base di sondaggi, ha deciso di togliere all\’aeroporto di Comiso il nome di un uomo che ha perduto la sua vita per combattere la mafia. Questo la dice tutta sull\’Italia di oggi e la dice tutta su chi governa questo comune e non solo\”. Un sindaco a cui il segretario del PD ha ricordato che \”Pio La Torre era un uomo fantastico, un autentico combattente contro la mafia, contro i poteri criminali e per la pace. Che il suo nome fosse sull\’aeroporto di Comiso penso fosse giusto e fosse anche un titolo di onore per questa città\”. Concetti che si potrà provare a spiegare al sindaco, ma non finché non tornerà sui suoi passi.

E\’ questo il senso del no di Veltroni ad un incontro: \”Non vedo cosa dobbiamo dirci con il sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, che ha fatto una scelta inspiegabile. Quando avrà fatto quello che tutte le persone ragionevole chiedono, lo incontrerò volentieri. Le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interpretano il sentimento di tutti gli italiani\”. Dal palco Veltroni racconta di avere anche telefonato al presidente della Camera, Gianfranco Fini: \”Ho manifestato il mio stupore ma non vi riferisco cosa mi ha risposto. Se vuole lo dice lui. Chi ha preso questa decisione ha messo in difficoltà anche la sua parte politica. Mi auguro che tante persone ragionevoli che ci sono nella destra facciano capire a questo sindaco questo inammissibile errore\”. A farglielo capire ci ha provato il “Centro Studi e iniziative culturali Pio La Torre” che ha organizzato la manifestazione a cui ha aderito il PD, l\’associaizone Articolo 21, i sindacati, i sindaci di una ventina di comuni siciliani, esponenti della cultura come Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Giuseppe Tornatore.

Tutti uniti per impedire il ritorno sulle targhe stradali dell’ Aerporto Vincenzo Magliocco, generale dell\’aeronautica durante il ventennio fascista. L\’aeroporto era stato intitolato a La Torre il 30 aprile del 2007, nel venticinquesimo anniversario dell\’agguato mafioso in cui cadde a Palermo. Sul palco con Veltroni anche Giuseppe Giulietti, di Articolo 21, il segretario regionale della Cgil, Italo Tripi, Fabio Mussi di Sinistra democratica, e Franco La Torre, figlio del dirigente comunista ucciso. Cancellando il nome di La Torre, ha detto il figlio, \”sono stati messi in discussio ne principi fondamentali della democrazia, cui non si puo\’ venir meno se non si vuole mettere in discussione la convivenza civile. Sono grato a quanti sono pronti a difendere quei principi, come fece mio padre, un uomo e un denmocratico dedito alla legalità e alla pace\”. “Protestare contro la cancellazione dell\’intitolazione dell\’aeroporto di Comiso a Pio La Torre è un dovere civico, non solo politico – ha spiegato Francantonio Genovese, segretario regionale del Pd – Questa manifestazione servirà anche ad impedire che quel che è accaduto a Comiso, offendendo la memoria di Pio La Torre, si possa ripetere altrove oltraggiando eroi caduti nella lotta alla mafia come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Basti ricordare le parole dell\’allora presidente dell\’Ars, Gianfranco Miccichè, secondo il quale l\’attuale intitolazione dell\’aeroporto di Palermo danneggia il turismo. Una battaglia la nostra non solo in difesa della memoria di un grande politico siciliano vittima della ma fia ma, soprattutto, a sostegno di quei valori di legalità, pace e di giustizia sociale che sono stati sempre al centro del suo impegno politico”. “Qui venivano ragazzi da tutto il mondo – dice il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro – ed è quasi ridicolo voler cambiare un nome che è così simbolico nell\’immaginario non solo siciliano. È inspiegabile questa piccola rivincita, inutile e dannosa. Avevamo chiesto al sindaco di revocare la sua decisione e invece c\’è la sua pervicacia, che è assolutamente inspiegabile”.

E da destra alla voce del corteo si aggiunge quella del vicepresidente della Regione siciliana Titti Bufardeci. “Condivido in pieno la manifestazione per intitolare l\’aeroporto di Comiso a Pio La Torre, il segretario del Pci siciliano ucciso dalla mafia – ha spiegato la Bufardeci – La Torre è un eroe di tutti i siciliani e il suo impegno è un patrimonio che accomuna tutti noi nella battaglia per la legalità, la libertà e contro le mafie. Non si p uò cancellare la storia e credo si dovrà tenere conto della mozione unitaria che il parlamento regionale discuterà la settimana per ripristinare l\’intitolazione dell\‘aeroporto di Comiso a Pio La Torre\”.

Anche il segretario regionale dell\’MPA, il partito del governatore siciliano Raffaele Lombardo, in una nota ricorda: \”Abbiamo sottoscritto il documento del Pd per il mantenimento della memoria di Pio LaTorre, ogni altra ipotesi è per noi assurda\”. Poche ore prima della manifestazione era intervenuto anche il presidente di Confindustria Sicilia, Ivanhoe Lo Bello: \”Spero che il sindaco e la giunta di Comiso tornino sulla propria decisione cancellando il provvedimento con il quale si rimuove l\’intitolazione dell\’aeroporto a Pio La Torre. E\’ una decisione che non comprendo. La Torre è una delle figure piu\’ limpide della recente storia siciliana. Lui e Rosario Di Salvo (l\’autista ucciso insieme con l\’ex dirigente Pci)insieme con le loro famiglie hanno pagato un prezzo a ltissimo per la forte e determinata opposizione a Cosa nostra. A Pio La Torre dobbiamo una delle più importanti innovazioni legislative nella lotta alla mafia. Per tutto ciò raccolgo l\’appello del centro Pio La Torre, la sua storia e la sua memoria appartengono a tutti i siciliani. Per questo trovo incredibile la decisione della giunta comunale di Comiso\”. Alfano potrebbe conservare uno dei lanci d\’agenzia sulla manifestazione. \”Chi fa il sindaco, indossa la fascia tricolore, ha il dovere di rappresentare tutti i cittadini, anche quelli che non lo hanno votato. Che facciamo cambiamo i nomi delle strade in base a chi vince le elezioni? Questo sarebbe un regime, ma per fortuna in Italia non siamo in un regime. In Italia c\’è ancora la democrazia\”.

E\’ un ANSA delle 18 e 44 dell\’11 ottobre, titolo: \”Veltroni, l\’Italia non è un regime\”.

Salvatore Baglieri

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