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Perdere la libertà di esprimere la propria opinione

Posted in Articoli by admin on 12 Ottobre 2008

E’ bene che i cittadini modicani lo sappiano, che sono doppiamente disgraziati.

Sono disgraziati la prima volta, perché sono nati o comunque si ritrovano a vivere in un paesino insignificante, di quelli che agli occhi del mondo “né contano e né cantano” e potrebbero scomparire da un giorno all’altro senza che gli equilibri del Paese ne risentissero minimamente, di quelli che per una serie di sfortunate coincidenze storiche e politiche non sono crocevia di grandi traffici economici e non sono nemmeno riusciti ad elevarsi al rango di capoluoghi di provincia.

E sono disgraziati la seconda volta; perché attraverso i decenni e i secoli non si sono fatti furbi e non hanno imparato dagli errori commessi in occasione di quelle sfortunate coincidenze storiche e politiche e sono andati anche stavolta controcorrente, contro i venti che tirano nel mondo e in Italia, scegliendosi un Sindaco che non è amico del Premier che tutto vuole e che tutto può.

È bene che lo sappiano dunque, i cittadini modicani, che con queste premesse non possono sperare di vedere piovere la manna dal cielo. Se trasferissero la loro residenza a Catania, ma soprattutto se si schierassero dalla parte di quelli che hanno messo la croce sul simbolo di un certo partito sulle schede elettorali, sarebbe tutta un’altra storia.
Avrebbero infatti una miriade di santi protettori nei paradisi della politica e addirittura vedrebbero i loro incubi peggiori dissolversi con un colpo di bacchetta, trovando sotto i cavoli un centinaio di milioni di euro o comunque un bel gruzzoletto bastevole a dimenticare il debito pubblico con ogni annesso rischio di macellerie sociali e di pressioni fiscali inaudite.

Ma sono modicani, residenti a Modica, nella maggior parte dei casi elettori di un Sindaco che non sale e scende liberamente le scale di Palazzo Grazioli per andare a trovare i suoi amici e che per la sua città può solo rimboccarsi le maniche e trasformare le sue forze in superforze, o forse sarebbe meglio dire i suo i sforzi in supersforzi.

I modicani dovrebbero avere appreso appieno l’entità drammatica della loro miserabile condizione, leggendo di come il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia regalato 140 milioni di euro a fondo perduto prelevati dalle tasse di tutti gli italiani per colmare la voragine aperta a Catania dalla dissennata amministrazione del suo medico di famiglia e di come pare non intenda essere altrettanto generoso con i tanti altri comuni disastrati tanto quanto quello, che però sono piccoli, inutili, e magari di centrosinistra.

Comuni come Modica, insomma. Ma qualora i modicani non fossero ancora sufficientemente consapevoli di questa amara realtà, a rinfrescare loro la memoria e a fare un po’ di chiarezza ci ha pensato nei giorni il deputato nazionale del Popolo delle Libertà, Nino Minardo: “Il sindaco di Modica Antonello Buscema –ci informa il deputato in un suo comunicato- dimostra che questa amministrazione spuria non è in grado di risolvere da sola i problemi finanziari di Palazzo San Domenico e dimostra anche che quanto noi del PdL andavamo dicendo in campagna elettorale, e cioè che le sinergie istituzionali con Roma sarebbero state l’unica via d’uscita alla crisi finanziaria, non erano boutade.
Catania ha già avuto risposte perchè il suo è un sindaco del PdL! La sinergia istituzionale, appunto”.

Due volte disgraziati, appunto. Anzi no, tre volte disgraziati. Perché queste parole di compassione lasciano intendere un\’unica via di salvezza: quella di inchinarci ad un potere supremo, dal quale potremo sperare di ricevere benevolenza e qualche privilegio, come vassalli, valvassori, valvassini (lo abbiamo detto tante volte…). E non penseremo mica che esistano davvero quelle paroline magiche tipo “diritti”, “uguaglianza”, “democrazia”, tutte quelle cose che dal 1948 circa stanno scritte nella Costituzione Italiana. Inutile dunque, a maggior ragione, illuderci che chi ha oggi la fortuna di starsene a Roma, sol perché sale e scende liberamente le scale di Palazzo Grazioli per andare a trovare i suoi amici e si è trovato così un posto comodo e utile nel listone elettorale, possa oggi ricordarsi chi è, da dove viene, e fare qualcosa per meritarsi quel posto anche agli occhi di noi poveri disgraziati cittadini.

Concetta Bonini
Pubblicato su La Pagina del 12 Ottobre 2008

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