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Nessun vincolo?

Posted in Articoli by admin on 24 Maggio 2008

Il consulente tecnico d’ufficio nominato dal gup Fabio Ciraolo attenua ulteriormente la posizione degli otto imputati nel procedimento sull’allargamento abusivo delle cave di pietra “Colacem” e “Profetto”. Secondo i difensori, che avevano chiesto il giudizio abbreviato per i loro assistiti, le foto accluse dai consulenti tecnici d’ufficio nominati dalla Procura alla loro perizia si riferivano a cava Nacalino e non a cava Cella dove, in base all’accusa, si sarebbe consumato il parziale allargamento abusivo delle due cave di pietra. L’abbaglio in cui sarebbero incappati i consulenti è stato adesso confermato nell’ultima udienza dall’agronomo Luca Ferlito secondo cui “non sussistono vincoli di sorta a Cava Giarrusso, dove insistono gli impianti Colacem e Profetto”.

Il perito ha in pratica sostenuto che non si è mai andato oltre i limiti previsti dalle concessioni rilasciate. Ferlito ha quindi avvalorato la tesi difensiva della palese discrasia tra quanto si evinceva dalle foto dei professionisti nominati dalla Procura e il reale stato dei luoghi. Una divergenza macroscopica che, secondo la difesa, renderebbe nulla la perizia disposta proprio dalla Procura.

Secondo Ferlito, “i periti avrebbero sbagliato cava, fotografando una porzione di contrada Nacalino che non è oggetto del procedimento”. Il comune di Pozzallo si era costituito parte civile come parte, in quanto le due cave si estendono anche sulla porzione di territorio ricadente nella giurisdizione della cittadina marinara. Il pm aveva chiesto la condanna a complessivi 14 anni e due mesi di carcere per gli otto imputati tra funzionari dell’assessorato regionale al territorio ed ambiente, dell’ufficio tecnico del comune di Modica e del distretto minerario, nonchè i titolari e i legali rappresentanti delle ditte “Colacem” e “Profetto”. Queste le pene richieste: due anni e sei mesi di reclusione (la pena più alta) per Giuseppe Angelo Trupìa, ingegnere capo del distretto minerario di Catania; due anni di carcere e 20mila euro di ammenda per Vincenzo Profetto, titolare dell’omonima ditta modicana;  un anno e 8 mesi per Francesco Paolino, dirigente pro tempore del settore urbanistica del comune di Modica.
Un anno di reclusione è stato poi chiesto per Alessandro Modica, responsabile del procedimento della sezione urbanistica; due anni per Vincenzo Sansone, dirigente del servizio di valutazione d’impatto ambientale dell’assessorato regionale al territorio ed ambiente; un anno per Mario Bernardello, procura-tore della “Colacem”. Infine due anni di carcere ciascuno sono stati richiesti per Carlo e Giovanni Colaiacovo, amministratori delegati della “Colacem”.

Le accuse parlano di abuso d’ufficio, falso e deturpamento del territorio, in quanto la cava “Colacem” di Giarrusso Liccio e la “Profetto” di Zimmardo Bellamagna sarebbero state allargate senza i necessari nullaosta e solo in base alle concessioni rilasciate dall’ufficio tecnico comunale in maniera illegittima, visto che le aree in oggetto risultano protette da vincoli ambientali  e paesaggistici. Prossima udienza il 30 maggio.

Fonte: Corriere di Ragusa

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