Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


Carte false per lo sviluppo

Posted in Articoli by admin on 21 Settembre 2007

cava-colacem-cellaAmmessi tutti al giudizio abbreviato gli 8 indagati del secondo troncone del processo penale inerente le concessioni per opere da eseguire a Cava Giarrusso, laddove si sarebbe dovuto già costruire un impianto di biomassa, vicenda che è all’attenzione del Collegio Penale del Tribunale.
Il Gup del Tribunale di Modica, Marco Ciraolo (pubblico ministero Domenico Platania), ieri ha depositato la deliberazione, accogliendo le richieste del giorno precedente dai 10 difensori, dopo avere prodotto una serie di documenti a discolpa dei rispettivi assistiti. Il magistrato ha fissato, contemporaneamente, l’udienza prossima al 5 dicembre per le richieste della pubblica accusa e per le arringhe difensive. Qualora per quel giorno non si potesse giungere alle conclusioni si tornerà in aula 7 giorni dopo.

In questo troncone di indagini, all’attenzione della magistratura c’è l’estrazione di pietra presso 2 diverse cave della zona. Gli indagati sono funzionari dell’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, dell’Ufficio Tecnico del Comune di Modica e del Distretto Minerario, oltre ai legali rappresentanti delle imprese Colacem e Profetto.cava-profetto-giarrusso Il collegio difensivo è formato dagli avvocati Nino Frasca Caccia, Michele e Franco D’Urso, Pippo Rizza, Luigi Piccione, del Foro di Modica, l’avvocato Giorgio Assenza del Foro di Ragusa, e poi il professore Bertorotta e l’avvocato Sanseverino del Foro di Palermo, l’avvocato Zappulla del Foro di Siracusa. Le accuse sono, praticamente, identiche al processo ordinario e cioè abuso d’ufficio, falso e deturpamento del territorio per l’allargamento abusivo di 2 cave di pietra. La Cava Colacem, di Contrada Giarrusso Liccio, e Cava Profetto, di Contrada Zimmardo Bellamagna(quest’ultima già operativa dal lontano 1984 con regolari autorizzazioni), sarebbero state allargate senza i necessari nulla osta e solo in base alle concessioni rilasciate dall’ufficio tecnico comunale in maniera illegittima, giacché le aree interessate sarebbero condizionate da vincoli ambientali e paesaggistici. Sarebbero mancati, secondo l’accusa, i controlli da parte del Dipartimento Minerario.

E’ ipotizzato un grave danno al patrimonio ambientale, causato dall’allargamento delle due cave, con il conseguente deturpamento dell’ampia area perché si sarebbe operato oltre i limiti massimi d’estensione consentiti. L’ufficio tecnico comunale avrebbe rilasciato le autorizzazioni che, secondo l’accusa, sarebbero illegittime proprio in base al presupposto di un’alterazione dei documenti. In questo modo, ampie porzioni di territorio tutelate dai vincoli ambientali e paesaggistici, finirono con il risultare invece libere e quindi utilizzabili per procedere all’allargamento delle due cave di pietra.

Commenti disabilitati su Carte false per lo sviluppo