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MILLENNI DI STORIA, ANNI DI DEGRADO

Posted in Pubblica Evidenza,Segnalazioni by admin on 17 Settembre 2007
gruppo

Sabato 15 settembre il Comitato per i diritti del cittadino e il Comitato spontaneo Fomenta hanno simulato una visita nei dintorni della testata settentrionale del parco archeologico di Cava Ispica per portare all’attenzione di Comune e Sovrintendenza le tante situazioni di degrado, abbandono e scarsa attenzione in cui versa l’area specialmente in prossimità dei siti di maggiore importanza.
Già a cominciare dalla poca chiarezza rispetto alla gestione di tali siti: ad esempio, non è stato possibile capire se possono essere visitati i ruderi della chiesa bizantina di San Pancrati  e se la visita rientra nel costo del biglietto; nella biglietteria non esiste un avviso, un cartello che informi su cosa è compreso nel costo del biglietto, per non parlare di materiale informativo (cartine, guide etc) completamente assente.

san-pancratiProvando a raggiungere dalla strada la chiesa di San Pancrati il gruppo è stato accolto da uno spettacolo poco edificante, con cumuli di rifiuti e sterpaglie proprio all’ingresso e sotto la tabella che dovrebbe indicare, se solo fossero leggibili, la datazione e il nome. Continuando la visita nella direzione della importantissima tomba a finti pilastri di Baravitalla, ci si imbatte in un area, lontanamente somigliante ad un parcheggio, invasa da vegetazione e rifiuti, con a fianco i servizi igienici ai quali, lo sventurato turista che dovesse trovarsi ad averne bisogno, potrebbe accedere soltanto se dotato di decespugliatore o di macete; i residenti riferivano che all’interno nulla è rimasto dei sanitari e di tutto ciò che costituiva i servizi igienici. Non basterà certamente il tentativo di rimandare a passate gestioni ed amministrazioni, visto che i lavori iniziarono nel 1989 e, a quanto pare non sono mai stati conclusi o collaudati, a giustificare la situazione attuale.

Seguendo un cartello che invita con delle freccette a raggiungere la tomba di Baravitalla e il percorso archeologico, gli improvvisati “turisti amanti dell’archeologia”, scoprono che il percorso che porta alla tomba è completamente invaso dalla vegetazione, mentre non c’è assoluta evidenza dell’inizio del percorso archeologico. Diversi sacchi contenenti spazzatura maleodorante da giorni e giorni giacciono sotto la tabella indicante, con una freccia, il fantomatico inizio del percorso. Provando a cercare l’ingresso del percorso, i partecipanti all’iniziativa scoprono che,  senza alcuna indicazione di pericolo o di divieto, a pochi metri la strada termina a causa del crollo di un ponte, avvenuta circa 5 anni addietro. La pericolosità di tale situazione e la superficialità con la quale viene ignorata, suscita indignazione e sconcerto, anche perchè fa a pugni con un nuovissimo impianto di illuminazione pubblica a pannelli solari che illumina un’area di poche centinaia di metri proprio prima del ponte. Ci si chiede quale sarà stato il criterio per la scelta di tale sito da illuminare visto che c’è solo una abitazione e che tutto il contesto è nelle condizione prima citate. Attorno al ponte crollato è stato possibile, oltre che avvertire effluvi maleodoranti, scorgere rifiuti di ogni tipo, dalle carcasse di animali, a polistirolo e rifiuti dell’agricoltura, frigoriferi etc.

La visita si conclude cinquanta metri oltre il ponte, dove il gruppo viene attirato da una montagna di rifiuti di ogni tipo, dietro la quale è possibile scorgere, quasi completamente ricoperta da finocchio selvatico, la tomba di Baravitalla, i cui finti pilastri sembrano volersi, comunque, imporre allo squallore del paesaggio circostante.

Comitato per i diritti del cittadino
Comitato spontaneo Fomenta

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