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Trivellazioni si, Trivellazioni ni, Trivellazioni no

Posted in Articoli,Comunicazioni,Documenti by admin on 5 Luglio 2007

Il Decreto dell’Assessorato Territorio ed Ambiente Siciliano sulle trivellazioni – parte seconda

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Prendo l’abbrivio da un commento di Salvo Vernuccio della Sinistra Giovanile di Modica (vedi post su Poidomani) relativo a trivellazioni e modello di sviluppo per ringraziarlo di essere intervenuto direttamente sul sito per esprimere la sua franca e onesta opinione politica.
Anzi considero il gesto rappresentativo del modo di intendere la “politica”, nel senso alto e  trasparente del termine.
Soltanto dal rispetto delle posizioni diverse può partire un confronto schietto e sereno, mirato al raggiungimento di uno scopo comune; il bene della collettività.

Per entrare nel merito dell’argomento inizierei con la posizione che ci accomuna senza alcuna incertezza: il decreto dell’Assessore al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, che, per definirlo si può tranquillamente usare l’espressione cosiddetta alla “Calderoni”: è una “porcata”. Del resto non è una novità in politica assistere a questo genere di pantomima. Prima lo rilasciano, e poi si stracciano le vesti e ci sputano sopra, ma non intraprendono nulla di concreto per rimediare.Il discorso sulle trivellazioni in genere, è un altro, e va affrontato secondo me, con un altro approccio, ma soprattutto in un altro momento politico, perché ora ingenera soltanto confusione e sviluppi incontrollabili.

Ed in questo momento non è possibile dire NI, si deve dire NO!

Occorre forse una analisi costi-benefici per capire in questo momento quanto può essere più importante assecondare una mentalità diffusa e miope che propone modelli di sviluppo, a tutti i costi, devastanti e depauperanti delle risorse di un territorio (ed il decreto in questione ne è un valido esempio), già condannati dalla storia, e i cui venefici effetti sono facilmente osservabili oramai soltanto a qualche centinaio di chilometri da noi (vedi i bambini malformi dalla nascita a Gela ed i tumori e le leucemie nel Priolo-Augusta invasa dal mercurio), piuttosto che puntare da subito e con gradualità, ma soprattutto con intelligenza, verso modelli di sviluppo sostenibili, mentre ancora siamo in tempo?

Ritornando alle trivellazioni in genere, sono tutte invasive per il territorio, che discorso, ma naturalmente ognuna ha un proprio grado di esternalità. Naturalmente dipende dal contesto in cui si agisce.
Un conto è un pozzo per l’acqua, che con le sue condotte e le sue perdite, al massimo può sversare acqua (ed in questo la Provincia di Ragusa è bravissima, basti pensare che disperde una percentuale che va dal 40 al 60 percento di quella messa in condotta) ed un conto sono le condotte che sversano “oro nero”, per gli altri, sui nostri campi.
Un conto è perforare fino a 180 metri per cercare acqua, ed un conto è fare dei sondaggi, cioè perforare fino a 500 metri e oltre alla ricerca di gas e petrolio, tranciando falde idriche e qualt’altro.
Qualcuno forse pensa che una società alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, abbia qualche remora a trapassare gli alvei idrici, per rincorrere ancora, molte centinaia di metri più giù, la sua ambita vena “aurea”?

La tecnica che la Panther descrive di usare è il Ground Penetrating Radar, ma tale tecnica non appare fattibile poiché (da esperimenti fatti in Egitto) non è in grado di penetrare oltre gli strati argillosi. E’ molto probabile che verrà utilizzata la sismica riflessione con uso di esplosivi in pozzi superficiali oppure grossi vibratori che provocano mini-terremoti. Queste scosse possono avere un impatto negativo sulla circolazione delle acque sotterranee nelle fessure e faglie  dei calcari.” (A questo proposito ti invito a leggere la relazione dell’Ing Philippe Pallas consulente ONU che allego in coda al comunicato.)

Sapete in questo momento qual è il liquido più prezioso sulla Terra ?L’acqua pura.! Rappresentata da soltanto il 3 percento delle risorse mondiali, a cui attingono o dovrebbero attingere, per ora, appena otto miliardi di persone!Sembra una ipotesi peregrina se nel giro di una decina d’anni, a questi ritmi, per trovare, forse, acqua pura dovremo perforare oltre gli 800 metri?Qualcuno ha parlato di tutela delle falde idriche come risorsa non rinnovabile indispensabile alla vita umana seconda solo all’aria?

Sapete in questo momento qual è il liquido più prezioso sulla Terra ?L’acqua pura.! Rappresentata da soltanto il 3 percento delle risorse mondiali, a cui attingono o dovrebbero attingere, per ora, appena otto miliardi di persone!Sembra una ipotesi peregrina se nel giro di una decina d’anni, a questi ritmi, per trovare, forse, acqua pura dovremo perforare oltre gli 800 metri?Qualcuno ha parlato di tutela delle falde idriche come risorsa non rinnovabile indispensabile alla vita umana seconda solo all’aria?A proposito del gas poi, non capisco, pur riconoscendo un impatto ambientale minore, il bisogno di perforare il Val di Noto alla sua ricerca, quando sono previsti due “rigassificatori” uno a Melilli e l’altro a Porto Empedocle (come ideale corollario di fondo alla Valle dei Templi). Ricordo che i rigassificatori servono a trasformare il gas liquido trasportato dalle navi.
Scusate, ma una domanda penso a questo punto sia legittima; noi il gas lo acquistiamo o lo vendiamo?
Ma su quale piano energetico siciliano o nazionale si basano le scelte politiche che ricadono sul nostro territorio?

Vorrei ricordare che principalmente noi viviamo su questa Terra, grazie all’acqua pura e all’aria pulita, nonché di un cibo salutare, per quanto possibile.
Non è una visione bucolica o ancestrale, con il canto degli uccellini ed il cielo blu; ma la realtà biologica dell’essere umano.
Questo non vuol dire abbasso il progresso, no allo sviluppo.
Questo non vuol dire da domani tutti a piedi.
Ma penso sia doveroso interrogarci sul perché questo modello di sviluppo ha raggiunto ritmi ormai insostenibili dal pianeta. Consumiamo ogni anno il 20 percento in più di quanto la Terra può darci. E ricordo che la Terra è un sistema chiuso, finito. Questo non è catastrofismo è purtroppo la realtà.

In trent’anni di perforazioni in Provincia, che ricaduta economica abbiamo avuto da tutto questo ?
C’è stata ricaduta occupazionale ? Risorse investite a tutela dell’ambiente o per le fasce più disagiate?
Di fatto, o per pura fortuna non abbiamo avuto le raffinerie in provincia, certo, grazie!
Ma le ambiziose e decennali battaglie del Senatore Minardo per la defiscalizzazione del carburante ad uso civile per la nostra Provincia che esito hanno avuto ?
Le perline colorate, cui accenna a ragione, il Sindaco Torchi! E che, con pura destrezza politica, ci rifila a noi, Modicani e non solo.
Ma questa è la politica che “paga”.
La politica corrente, lo spicciume contabilistico di cui si nutre con voracità il sistema e che ha avviluppato il “Palazzo”, e non certo soltanto a Modica.
E’ la stortura del sistema neo liberista. Il capitalismo che mangia se stesso! Una spirale cieca da cui con intelligenza e coraggio dobbiamo tirarci fuori prima o poi. Non certo con catastrofismi, di certo non con il no a tutto e tutti, e che comunque non rientra nella nostra mission.

Ecco perché a questo modello di sviluppo abbiamo sempre opposto quella del “Parco Nazionale degli Iblei”, non soltanto come mera visione utopica, ma come realtà attuabile sin da adesso.
Un “Parco Dolce”, un modo per impostare diversamente il rapporto uomo-territorio, non più inteso come solo museo della natura, ma come “luogo” dove la presenza dell’uomo è elemento compatibile con gli ecosistemi e  “centrale” per il mantenimento di essi.
Un Istituzione che assecondi e moduli le risorse del territorio in un ottica di sviluppo sostenibile, cioè durevole nel tempo e per tutti. Trasmissibile senza eccessivi aggravi per le generazioni future.
Che nasca dalla passione per il territorio e che non lo metta sotto una campana di vetro, ma sappia coniugare e sia portatrice di sviluppo economico utile ed intelligente.
Non per bloccare, non per impedire, ma per promuovere una forma di investimento partecipata e mediata. Dove sia possibile avere l’eolico, il fotovoltaico, e perché no anche il gas, ma in un ottica di sviluppo integrata con il territorio e condivisa dalle popolazioni e per le popolazioni…..
To be continued…

Corrado Rizzone

Un articolo sul “The Guardian” giornale Inglese

RELAZIONE DELL’ ING. PHILIPPE PALLAS
(CONSULENTE DELL’O.N.U. PER LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE)

su “IMPATTO AMBIENTALE PER LA REALIZZAZIONE DI POZZO ESPLORATIVO DI SFRUTTAMENTO  

Ma vale in generale quando si fanno questo tipo di interventi su qualsiasi  territorio  ( nella dettagliata relazione scientifica sono citati numerosi casi nel mondo ).

Dalla relazione emergono numerosi e significativi punti di criticità in pregiudizio del territorio e della comunità insediata.

 In particolare:

 -  si evidenziano rischi non trascurabili, anche proiettati nel tempo, ben al di là della mera prospettazione degli interventi. “La vita produttiva di un pozzo  non è molto lunga e rapidamente la produzione diminuisce e necessita la trivellazione di un altro pozzo per mantenere la produzione stabile, ed allora l’ analisi dei rischi va dunque vista non soltanto come un’ esame dei rischi legati alla perforazione di un solo pozzo”

 – la tecnica che la Panther descrive di usare è il  Ground Penetrating Radar, ma tale tecnica non appare fattibile poiché ( da esperimenti fatti in Egitto ) non è in grado di penetrare oltre gli strati argillosi. E’ molto probabile che verrà utilizzata la sismica riflessione con uso di esplosivi in pozzi superficiali oppure grossi vibratori che provocano mini-terremoti. Queste scosse possono avere un impatto negativo sulla circolazione delle acque sotterranee nelle fessure e faglie  dei calcari.

 – la perforazione progettata  può diventare una fonte di inquinamento             ( numerosi casi di inquinamento sono avvenuti e l’ Environmental Protection Agency ha pubblicato migliaia di pagine sui problemi di inquinamento e di rischi ambientali legati alla ricerca ed allo sfruttamento.

In particolare per  il  Val di Noto:

1) Il Val di Noto  è classificato come territorio ad alto rischio sismico e non è trascurabile la possibilità che in quella zona si verifichino terremoti di magnitudo pari al sesto/settimo della scala Richter con effetti devastanti delle strutture presenti.

2) vi sono  rischi ambientali legati alla prossimità di Riserve Naturali.

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