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NoMuos Niscemi: tra sospensione dei lavori e taglio delle reti

Posted in Pubblica Evidenza,Varie by admin on 18 Febbraio 2013

da Infoaut.org – Ieri un’altra notte (tra il 16 e il 17 Febbraio) di azioni NoMuos alla base militare US navydi Niscemi. Un nutrito gruppo di attivisti che si oppongono al completamento dei lavori ha infatti deciso di esprimere il dissenso alla costruzione delle antenne MUOS e la determinazione contro le 41 già operanti tagliando e abbattendo svariati metri della rete che circonda la zona militare.

Un’evidenza salta all’occhio, la revoca delle autorizzazioni esercitata dall’amministrazione regionale (arrivata ufficialmente ieri dopo giorni le grottesche mediazioni con l’ambasciata statunitense) non è servita a calmare le diverse anime e sfaccettature del movimento, da chi taglia le reti al comitato di mamme niscemesi che non accennano a far un passo indietro. Se da quest’occasione si riuscirà a trarne beneficio per riprendere forze ed energie, non vi è comunque spazio per fiducie indiscriminate nell’opera delle istituzioni.

Del resto se i blocchi quotidiani dei mezzi in moto verso la base non fossero continuati regolarmente, e ci si fosse invece affidati semplicemente alle disposizioni dell’ARS, i lavori sarebbero continuati in barba a Crocetta e alla sua operazione elettorale. Se ne sono accorte proprio negli ultimi due giorni le mamme, che senza aspettare i giochi di palazzo hanno continuato i blocchi insieme ai militanti del presidio: nelle ultime tre settimane non è passato proprio nessuno, nemmeno i militari statunitensi che fino a ieri non hanno potuto effettuare il cambio turno alla base. Basta parlare con una delle mamme per capire che questa battaglia non finirà facilmente insieme alle elezioni politiche: “…forse credono che prima o poi ci stancheremo…non hanno capito, noi non ci stancheremo mai, sicuramente non prima di loro…e sappiamo che dopo le elezioni verrà il bello”. Cosa aggiungere a questa perfetta sintesi di consapevolezza e determinazione!

Questo ultimo periodo di mobilitazione ha certamente modificato i rapporti di forza prima assolutamente indiscutibili: dalla costituzione del presidio permanente ad oggi i passi in avanti del movimento sono stati lunghi e numerosi tanto da tirare in ballo diverse forze partitiche e istituzionali in cerca di vetrine elettorali e da far scomodare ambasciate americane e questurini in difficoltà. Quello che sembra chiaro, e il taglio delle reti di ieri ne è una riprova, è che alla consapevolezza dei passi in avanti sono complementari la voglia di farne ulteriori e la coscienza che soltanto le pratiche di radicamento sul territorio e di lotta concreta potranno portare a risultati effettivi.

Il MUOS e le guerre del futuro

 

Licenza illimitata di uccidere. Chiunque. Dovunque. Non faranno sconti a nessuno i prossimi interventi delle forze armate Usa. Ancora guerre globali e permanenti dove saranno sempre più le spietate macchine a decidere chi, dove, come e quando ammazzare. Computer, terminali e satelliti, droni e robot per marginalizzare sino ad escludere l’uomo con la sua intelligenza, etica, empatia, sentimenti, senso di responsabilità, concezioni della vita e della morte. Una cesura irreversibile con l’intera storia dell’umanità in violazione dei principi base del diritto umanitario internazionale, primo fra tutti quello di dover di distinguere sempre i militari dai non combattenti (popolazione civile, donne, anziani, bambini).
Colpire senza mai rischiare di essere colpiti, annientare il nemico anche se le sue minacce sono virtuali o frutto di un errore di trasmissione e lettura di un byte. In nome dell’assoluta superiorità in terra, negli oceani, nello spazio. Per tutto questo servono missili e sistemi anti-missili da lanciare in frazioni di secondo, stormi di aerei senza pilota sovraccarichi di testate convenzionali e minibombe atomiche, costellazioni di satelliti ad altissime frequenze per collegare tra loro centri di comando e controllo, decine di migliaia di impianti radar e radiotrasmittenti, sottomarini nucleari, gruppi operativi, missili da crociera e droni killer o spia.
Sarà il MUOS (Mobile User Objective System) la futura rete di telecomunicazione satellitare che consentirà alle forze armate statunitensi di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. E finanche quelli per scatenare la guerra al clima e all’ambiente. Si baserà su cinque satelliti geostazionari e quattro terminali terrestri: uno in costruzione a Niscemi (Sicilia sudorientale) e gli altri in  Virginia, Hawaii e Australia. Con questo sistema il Pentagono punta a velocizzare e moltiplicare di una decina di volte le informazioni che potranno essere trasmesse nell’unità di tempo, impedendo così ai supervisori in carne ed ossa di monitorare e intervenire prontamente in caso di anomalie tecniche.
Il terminale terrestre in fase di realizzazione in Sicilia si comporrà di tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti e di due trasmettitori elicoidali in banda UHF di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Mentre le maxi-antenne trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz, i due trasmettitori avranno una frequenza di trasmissione tra i 240 e i 315 MHz. Progettazione, realizzazione e (futura) gestione del MUOS sono di pertinenza esclusiva della Marina militare Usa. Il sistema non è incluso infatti in nessuno dei programmi di riarmo discussi e approvati in sede Atlantica. Il suo costo totale (originariamente stimato in 2 miliardi di dollari ma che alla fine schizzerà presumibilmente ad 8 miliardi) è a carico dei contribuenti statunitensi.
La rilevanza strategica del sistema satellitare è ribadita nei documenti presentati dal Pentagono per conseguire i fondi dal Congresso. “Il MUOS giocherà un ruolo centrale nella nuova visione NCO (Network-Centric Operations) del Dipartimento della difesa perché è un sistema disegnato per assicurare le comunicazioni interoperabili, robuste e network-centriche di cui hanno bisogno i sistemi di guerra per le future operazioni”, scrivono i responsabili militari. “Il concetto NCO descrive la combinazione di strategie, tattiche emergenti, tecniche, procedure e organizzazioni che può utilizzare una forza militare pienamente o parzialmente in rete per ottenere un decisivo vantaggio nelle azioni di guerra”.
La complessità e la portata bellica del MUOS, le sue dichiarate funzioni di arma d’attacco e first strike avrebbero dovuto imporre al Governo italiano di presentare il programma Usa in Parlamento e ottenerne l’autorizzazione a consentire il suo stazionamento sul territorio nazionale. Le autorizzazioni, in spregio degli artt. 11 e 80 della Costituzione, sono state concesse invece, il 31 ottobre 2006, attraverso un documento a firma della Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa. “Lo Stato Maggiore ha espresso il non interesse delle Forze Armate italiane alla futura acquisizione delle opere in caso di dismissione statunitense”, recitava l’ultimo comma della nota fatta recapitare al Comando navale Usa di Napoli-Capodichino.
Il MUOS sorgerà all’interno della Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi: 46 antenne per le comunicazioni con le forze di superficie e sottomarine Usa, anch’esse ad uso esclusivo del Pentagono e su cui non c’è modo di esercitare la sovranità e alcun controllo da parte delle autorità italiane. È scritto nero su bianco nell’Accordo tecnico Italia-Stati Uniti riguardante le installazioni in uso alle forze USA di Sigonella, firmato a Roma il 6 aprile del 2006. “L’uso esclusivo – si legge nell’accordo significa l’utilizzazione dell’infrastruttura da parte della forza armata di una singola Nazione, per la realizzazione di attività relative alla missione e/o a compiti assegnati a detta forza dallo Stato che l’ha inviata”.
La NRTF di Niscemi è parte integrante della cosiddetta FORCEnet vision, l’architettura strategica per le operazioni delle unità navali, aeree e spaziali nel XXI secolo, con l’obiettivo dichiarato di assicurare a gli Stati Uniti d’America la “superiorità nella conoscenza e nelle capacità di comando e accrescere la potenza di combattimento in guerra”.

Articolo pubblicato in MicroMega online,  venerdì 13 febbraio 2013, http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-minaccia-del-muos-e-il-disprezzo-per-i-cittadini/

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