Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


SIT-IN di protesta a Ragusa mercoledì 13 ottobre

Posted in Varie by admin on 11 Ottobre 2010

SIT –IN davanti al tribunale di Ragusa mercoledì 13 ottobre alle ore 10.30 e davanti alla prefettura alle ore 11 per difendere il parco degli Iblei e il piano paesistico

Quanto sta succedendo in questi mesi in provincia di Ragusa sul parco degli iblei e sul piano paesistico è di una gravità inaudita. Soggetti istituzionali mossi da meri interessi elettorali e di carriera, con in testa il Sindaco di Ragusa,  stanno ingenerando una vera e propria strategia di procurato allarme producendo, pericolosamente, infondate preoccupazioni , paura, sconcerto, disagio, allarme.
L’obiettivo è di fare saltare tutto e continuare con la politica di cementificazione delle campagne come è successo a Modica e sta succedendo a Ragusa.
Capannoni industriali e artigianali, villette in zona agricola illegali,  grandi impianti fotovoltaici a terra stanno stravolgendo il nostro paesaggio e il nostro patrimonio ambientale.
Cerchiamo di essere presenti nel maggior numero possibile. Portate amici e conoscenti e fare girare questo messaggio sulle vostre mailing-list

Legambiente MODICA

Commenti disabilitati su SIT-IN di protesta a Ragusa mercoledì 13 ottobre

La disamina politica di Benigni. Luglio 2010

Posted in Varie by admin on 11 Ottobre 2010

Commenti disabilitati su La disamina politica di Benigni. Luglio 2010

L’intelligenza e la verità

Posted in Varie by admin on 9 Ottobre 2010

Commenti disabilitati su L’intelligenza e la verità

“Più risorse all’ambiente” per italiani è in cima alla lista

Posted in Varie by admin on 8 Ottobre 2010

Secondo l’indagine di Ecobarometro, per il 71,9% la questione è prioritaria insieme al lavoro. Il 75% incolpa il governo per la mancanza di investimento. Bocciato il nucleare, grande maggioranza favorevole alle energie pulite e in molti hanno cambiato il proprio stile di vita.

La novità è al secondo posto. Che al primo posto nelle preoccupazioni degli italiani ci fosse l’occupazione  -  o per meglio dire la disoccupazione  -  non era difficile da prevedere. Ma al secondo posto troviamo l’ambiente. Più di 7 italiani su 10 sono preoccupati per l’inquinamento e per lo spreco di risorse che derivano da scelte vecchie, dalla mancanza di coraggio e di innovazione. E quando dal generale si scende al particolare, al locale, la protesta si concentra sull’arretratezza del sistema di trasporti che in Italia penalizza il trasporto su ferro a vantaggio degli ingorghi su gomma.

E’ questa la fotografia che emerge dal sondaggio, curato da Lorien Consulting e dal mensile La Nuova ecologia,  reso noto al Forum QualEnergia organizzato a Firenze da Legambiente e Kyoto Club. Dopo il tema lavoro (88,1 per cento di risposte in un questionario in cui si potevano barrare fino a tre caselle) e il pacchetto dei problemi ambientali che si colloca a quota 71,9 per cento, nella classifica sulle preoccupazioni degli italiani troviamo la debolezza della classe politica (24,6 per cento), il terrorismo e la guerra (23 per cento), i conflitti istituzionali (14,5).
L’Ecobarometro segna dunque tempesta. E indica i responsabili. Il 75,7 degli intervistati ritiene che il governo centrale potrebbe fare di più per risolvere i problemi ambientali. Mentre il giudizio sulle amministrazioni locali, pur restando negativo, è meno severo: sono bocciate dal 61,5 per cento delle risposte.

Dal sondaggio emerge poi una grande speranza nei confronti delle fonti energetiche pulite. L’indice di gradimento vede al primo posto il solare, seguito da eolico e idroelettrico. Bocciato il nucleare: solo il 30 per cento delle risposte è a favore e si scende al 25 per cento se la prospettiva è quella di una centrale atomica nella regione in cui si vive. Non si tratta solo di aspettative e giudizi teorici. Molti degli intervistati hanno cominciato a fare quello che potevano. Il 98 per cento usa lampadine ad alta efficienza, il 96 per cento ha comprato un elettrodomestico che riduce i consumi, il 73 per cento ha adottato una misura di coibentazione (dall’isolamento delle pareti ai doppi vetri).

E di fronte all’ultima, provocatoria domanda del sondaggio (avendo un milione di euro meglio investirli in una grande azienda automobilistica come la Fiat o aiutare una nuova impresa nel settore delle rinnovabili?) il 77 per cento degli intervistati ha optato per le rinnovabili.

ANTONIO CIANCIULLO La Repubblica

Commenti disabilitati su “Più risorse all’ambiente” per italiani è in cima alla lista

NASCE LA RETE DEI COMITATI NOTRIV SICILIANI CONTRO LE TRIVELLAZIONI GAS-PETROLIFERE IN SICILIA

Posted in Varie by admin on 16 Settembre 2010

Domenica 19 settembre 2010  a Scicli primo appuntamento di coordinamento

 

Si è ufficialmente costituita LA RETE DEI COMITATI NOTRIV SICILIANI, che comprende gruppi organizzati nelle città di Marsala, Sciacca, Menfi, Castelvetrano, che si estende fino ai comuni dell’area sud orientale della Sicilia tra cui Noto, Scicli, Caltagirone, Vittoria, Modica, ecc.

 Si tratta di un’iniziativa di grande importanza, che sottolinea l’impegno e l’attenzione con cui tanti cittadini ed organizzazioni stanno seguendo la questione delle trivellazioni gas-petrolifere nel Canale di Sicilia e nella terra ferma della Sicilia, dopo il boom di autorizzazioni concesse nei mesi scorsi dal Ministero per le Attività Produttive (off-shore) e dall’Assessorato all’Industria della  Regione Siciliana ( on-shore) .

Nonostante la formale opposizione di vari esponenti politici del territorio si ritiene infatti che occorra una costante opera di vigilanza da parte dei “Comitati No Triv” , in modo da  contrastare la politica del Ministero per l’Ambiente e dello Sviluppo Economico e dell’Industria così come dell’Assessorato all’Industria della Regione Siciliana, che continuano ad elargire Permessi di Ricerca e Concessioni a tante nuove Compagnie Petrolifere, incuranti della vocazione della Regione Sicilia nei nuovi scenari internazionali quale polo di attrazione turistico-culturale e terra di produzioni agro-alimentari d’eccellenza. La situazione è allarmante poichè  al di là delle dichiarazioni rassicuranti del Ministro Prestigiacomo o dei Politici Regionali e di alcuni esponenti della maggioranza di governo, nelle settimane trascorse la senatrice siciliana Simona Vicari, componente della commissione industria di Palazzo Madama, affiancata dal presidente di Commissione Cesare Cursi, dal capogruppo Maurizio Gasparri e dal vice Gaetano Quagliariello, ha presentato un disegno di legge che intende riformare la legislazione in materia di ricerca e produzione di idrocarburi, introducendo – tra le altre cose – procedure meno complesse per il rilascio delle autorizzazioni.

 

Una proposta che, come sottolinea il giornalista Federico Rentina sul Sole 24 Ore,  appare difficilmente conciliabile con la nuova norma del Codice ambientale, “che prevede una drastica stretta ai nuovi permessi per le esplorazioni e addirittura un divieto perfino alle indagini prospettiche entro 5 miglia dalla costa”.

 Alla luce delle suddette considerazioni e della gravità della situazione della Sicilia che continua ad attirare Petrolieri da ogni dove, anche per la sua legge regionale del 2003 molto favorevole a loro,  è nata l’esigenza di costituire la Rete dei Comitati NOTRIV Siciliani, che  intende avviare una propria campagna per la salvaguardia del Canale di Sicilia e del Territorio Siciliano tutto e si dichiara pronta a preparare nuove iniziative per le prossime settimane in diversi centri del territorio siciliano.

 

 16 settembre 2010                                     COMITATI NOTRIV 

Commenti disabilitati su NASCE LA RETE DEI COMITATI NOTRIV SICILIANI CONTRO LE TRIVELLAZIONI GAS-PETROLIFERE IN SICILIA

La legge sulla vivisezione. La razza umana è superiore!!!!

Posted in Varie by admin on 11 Settembre 2010

La nuova legge sulla vivisezione è passata in Europa. Ammessi anche cani e gatti randagi.

“Elenco di coloro che hanno votato a favore della sperimentazione sugli animali:
1-Gabriele ALBERTINI (PdL) 2-Roberta ANGELILLI (PdL) 3-Alfredo ANTONIOZZI (PdL) 4-Raffaele BALDASSARRE (PdL) 5-Paolo BARTOLOZZI (PdL) 6-Sergio BERLATO (PdL) 7-Vito BONSIGNORE (PdL) 8-Antonio CANCIAN (PdL) 9-Giovanni COLLINO (PdL) 10-Lara COMI (PdL) 11-Carlo FIDANZA (PdL) 12-Elisabetta GARDINI (PdL) 13-Salvatore IACOLINO (PdL) 14-Giovanni LA VIA (PdL) 15-Barbara MATERA (PdL) 16-Mario MAURO (PdL) 17-Erminia MAZZONI (PdL) 18-Alfredo PALLONE (PdL) 19-Aldo PATRICIELLO (PdL) 20-Licia RONZULLI (PdL) 21-Potito SALATTO (PdL) 22-Amalia SARTORI (PdL) 23-Marco SCURRIA (PdL) 24-Sergio Paolo Francesco SILVESTRIS (PdL) 25-Salvatore TATARELLA (PdL) 26-Iva ZANICCHI (PdL) 27-Mara BIZZOTTO (Lega Nord) 28-Mario BORGHEZIO (Lega Nord) 29-Lorenzo FONTANA (Lega Nord) 30-Claudio MORGANTI (Lega Nord) 31-Fiorello PROVERA (Lega Nord) 32-Oreste ROSSI (Lega Nord) 33-Matteo SALVINI (Lega Nord) 34-Giancarlo SCOTTÀ (Lega Nord) 35-Francesco Enrico SPERONI (Lega Nord) 36-Sergio Gaetano COFFERATI (PD) 37-Luigi BERLINGUER (PD)38-Paolo DE CASTRO (PD) 39-Roberto GUALTIERI (PD) 40-Pier Antonio PANZERI (PD) 41-Mario PIRILLO (PD) 42-Gianni PITTELLA (PD) 43-Vittorio PRODI (PD) 44-David-Maria SASSOLI (PD) 45-Carlo CASINI (UDC) 46-Antonello ANTINORO (UDC) 47-Luigi Ciriaco DE MITA (UDC) 48-Vincenzo IOVINE (IdV) 49-Pino ARLACCHI (IdV) 50-Herbert DORFMANN (SVP) 51-Clemente MASTELLA (UDE) 52-Magdi Cristiano ALLAM (Io Amo l’Italia)”. Luca Popper
Sottocommento:
“Praticamente sono tutti il risulltato di esperimenti umani mal riusciti. Se uno non ha una intelligenza non se la può inventare su due piedi… ma questi neanche su quattro.” Gian Franco Dominijanni (domini)

Commenti disabilitati su La legge sulla vivisezione. La razza umana è superiore!!!!

Pane e vestiti fatti in casa ecco gli apostoli verdi

Posted in Varie by admin on 11 Settembre 2010

MARGHERA – Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Anzi no, dacci solo la farina (biologica), che il pane ce lo facciamo da soli, in casa. Quello di Marta ed Ezio, insegnanti, una figlia di 5 anni, è caldo e croccante, ma soprattutto è “giusto”. È un pane ecologico e morale, un pane “liberato”.
“Sei anni fa, sposandoci, scegliemmo di non essere di peso né all’ambiente né al Sud del mondo”. Acqua di rubinetto, pannelli solari, scambio di vestiti, niente tivù, al lavoro in bici, e alla fine del mese si fanno i conti. Con la calcolatrice. Marta ed Ezio sono cattolici praticanti, ma il loro non è un fioretto, è un impegno, e gli impegni si calcolano.
“Quest’anno abbiamo sforato sulle vacanze. Risparmieremo sull’elettricità“.

Marta ed Ezio sono una famiglia “bilancista”, una tra oltre mille organizzate in 42 gruppi locali dal Trentino alla Sicilia. Apostoli del sostenibile, predicatori dell’eco-solidale, difensori del Creato, sono un movimento cattolico se non altro perché lo fondò e lo coordina ancora un sacerdote, don Gianni Fazzini, che però se gli proponi l’etichetta di “ecologismo cristiano” te la corregge: “Siamo un movimento di liberazione”.
Da cosa? “Dallo stato di schiavitù del consumatore, in teoria padrone del mercato, in realtà succube di un immaginario del benessere che lo sfrutta per il profitto di pochi”.

Una Greenpeace col segno di Croce? “Cristo ci invita ad essere liberi, noi scegliamo come. Una mano ce la dà anche quel signore lì”. Gandhi: è pieno di poster del Mahatma l’ufficetto alla periferia di Marghera dove don Gianni, classe 1937, ex prete operaio, parroco di San Eliodoro ad Altino, tiene i legami col suo movimento “leggero” (niente statuto né veste giuridica) che senza clamore esiste e resiste da diciassette anni. Una rete di famiglie solidali che però ora ha pensato di alzare un po’ la voce. L’assemblea nazionale dei “Bilanci di giustizia” si concluderà stasera a Massa Marittima calcando sulla parola Politica, con la maiuscola.

“All’ultima assemblea alcuni amici ci misero un po’ in crisi: voi fate belle cose ma siete “poco politici”, non basta il pane in casa, dovete fare i conti col potere”. Hanno ragione? “Me lo sono chiesto. Poi ho pensato, la Giovanna a Messina ha messo su una cooperativa di installazione del solare termico, Giorgio a Bologna distribuisce la pasta madre per il pane, l’Antonella in Trentino promuove le piste ciclabili, Andrea a Torino ha inventato i distretti dell’economia solidale… E allora un po’ di politica forse la facciamo già“.

Del resto tutto cominciò nel ’93 a Verona con uno slogan quasi sovversivo: L’economia uccide, bisogna cambiare. Era un convegno mondialista di “Beati i costruttori di pace”, e un centinaio di famiglie decisero di cominciare a cambiare in casa propria. Cambiare cosa? “Chiesi aiuto a un economista, mi suggerì: “Se un’azienda vuole cambiare gestione, parte dal bilancio”. Geniale. Infatti partimmo dal bilancio di casa”. Funziona ancora così: ogni famiglia “bilancista” si impegna a compilare ogni mese e inviare alla sede centrale un rendiconto minuzioso della propria economia domestica, una partita doppia “etica”: su una colonna le spese effettive divise per capitoli, su quella a fianco le spese “spostabili secondo giustizia”.

Ogni mese ci si dà un obiettivo. Mollo l’acqua minerale e bevo l’acqua “San Rubinetto”. Abbasso il termostato. Regalo e ricevo i vestiti dei bimbi. Lavo a mano. Compro frutta e verdura solo di stagione. Autoproduco in casa quel che posso. Riparo la bici (e la uso). Ogni famiglia “bilancista” riceve poi una carta sconti, L’Altracard, risposta polemica alla social card di Tremonti. “Non la puoi usare nei negozi ma vale di più”: dà accesso a un sito dove un programmino ti calcola quanto stai risparmiando con i comportamenti “sostenibili”. Anche centinaia di euro al mese.

Con l’aiuto del tedesco Wuppertal Institute, i “Bilanci di giustizia” hanno cominciato a misurare i propri successi. I risultati sono sorprendenti. Rispetto alla famiglia italiana media Istat, le famiglia “bilanciste” consumano il 16% in meno, con significativi trasferimenti di poste: meno 49% nell’abbigliamento, addirittura -56% in cosmetici e detersivi, più 72% in divertimenti e cultura. I consumi energetici sono la metà di quelli medi (107 litri d’acqua al giorno contro 192, e 599 Kwh annui contro 1202). Dal punto di vista etico, la famiglia “bilancista” sposta ogni anno quasi il 20% delle proprie risorse su prodotti meno “ingiusti”. Tutto senza sacrificare il proprio stile di vita: l’indice di soddisfazione si colloca sul 5 in una scala di 7.

Ma la scelta del bilancista non è utilitaria: comprare prodotti biologico o equo-solidali in realtà costa di più, anche se “proprio per questo ne sprechi meno”, non molla Marta, “ma il vero guadagno non è monetario”. Per scambiare vestiti devi avere molti amici e frequentarli: devi costruire relazioni. Dario e Antonella hanno scoperto che invitandosi a cena una volta alla settimana si risparmia e ci si diverte.

Quando Enrico e Serenella hanno dovuto cambiare auto hanno lanciato un appello email a tutta la rete, “Ci aiutate a trovare la più “sostenibile”?”, e s’è riunita un’assemblea (con grigliata finale). La differenza tra i bilancisti e un’associazione di consumatori è tutta qui: “Non lo facciamo per risparmiare, ma per nostalgia di giustizia”, dice don Gianni. E allora, da oggi questa cosa è giusto chiamarla Politica: “Le nostre famiglie vivono in città in preda alla corruzione, alla non-cura del bene comune. Noi in questo sfacelo vogliamo camminare puliti”. Lo vede, don Gianni, che alla fine torniamo al punto: inquinare, sprecare sono peccati. “No! Sono schiavitù. Di questo sistema siamo le vittime, non i colpevoli. Quindi dobbiamo liberarci, non pentirci”.

La Repubblica

Commenti disabilitati su Pane e vestiti fatti in casa ecco gli apostoli verdi

Mediterraneo di plastica

Posted in Varie by admin on 4 Settembre 2010

Chi, camminando su una spiaggia italiana, getti lo sguardo nella sabbia alla ricerca di una conchiglia o di un segno del mare lasciati dalla marea, troverà immancabilmente tracce della Civiltà della Plastica. Gli sembrerà di trovarsi in un grande supermercato con bottiglie di plastica di ogni marca e tipo, di acqua minerale, di aranciata, di Coca Cola, di succhi di frutta semi sepolte. In lontananza l’immancabile chioschetto spacciatore di bevande e di sacchetti di plastica con il bidone dei rifiuti semi vuoto (o debordante) e un cartello ammonitore sulle conseguenze per chi abbandona i rifiuti. Non è raro trovare un intero sacco di spazzatura indifferenziata sulla battigia trascinato e riportato dalle onde. Cicche di sigaretta disseminate ovunque insieme ai pacchetti, tra i più presenti Camel e Malrboro. Al largo qualche delfino, tartaruga, talvolta una balena inghiottirà la plastica scambiandola per cibo e morirà.
Ci sono per fortuna anche esempi positivi come Il Centro di recupero dei Cetacei e delle Tartarughe della Laguna di Nora, in Sardegna, dove i pescatori prelevano i rifiuti dal mare e
portano tartarughe e altri piccoli animali marini semi soffocati o feriti al Centro, dove sono salvati da volontari e ospitati prima di essere liberati. All’ingresso del Centro c’è un enorme pesce formato dalla plastica recuperata dal mare e un cartello che spiega:

“Ogni anno si arena sulle nostre spiagge un’enorme quantità di rifiuti, da 400 a 4.000 kg per km di costa. L’80% di questi “macrorifiuti” arriva in mare dai fiumi e dai canali di scolo. I macrorifiuti sono composti da molti tipi di materiali e quasi tutti cedono sostanze tossiche. il materiale più pericoloso per la vita delle specie marine è la plastica. L’ONU stima che il 70% della plastica presente in mare finirà per depositarsi sul fondo, formando uno strato tossico in grado di impedire gli scambi naturali tra l’acqua e i sedimenti e di generare fenomeni di asfissia. La plastica è biodegradabile in tempi lunghissimi:
– Buste di plastica 10/20 anni
– Prodotti di nylon 30/40 anni
– Polistirolo 1.000 anni
– Bottiglie di plastica mai completamente
Per azione meccanica e a causa degli effetti della temperatura e dei raggi UV, si spezzetta in particelle sempre più piccole fino a diventare invisibile a occhio nudo. Quando assume questa forma viene chiamata “plancton di plastica” e non è più possibile rimuoverla dall’ambiente marino. I frammenti di plastica possono bloccare il sistema digerente e respiratorio di molti orgnismi marini e causarne la morte.”

Le bottiglie di plastica uccidono il mare e galleggiano purtroppo molto più a lungo degli stronzi che le abbandonano.

Beppe Grillo.it

Commenti disabilitati su Mediterraneo di plastica

Odio la caccia

Posted in Varie by admin on 29 Agosto 2010

Odio la caccia,
chi uccide un capriolo, un gallo cedrone, una beccaccia,
chi spara ai passeri o alle cinciallegre per divertimento,
per farsi la mano,
odio chi acceca gli uccelli da richiamo, chi dissemina trappole, esche, tagliole,
odio chi usa il fucile, ma dice di proteggere la natura,
odio i boschi, i prati trasformati in poligoni da tiro,
odio l’odore del cuoio, della polvere da sparo, delle cartucce rosse, gialle e arancione
grandi spesso come il bersaglio,
odio il massacro spaventoso (*)1 di animali che ogni anno avviene in Italia,
chi spara agli uccelli migratori, ai falchi, alle rondini, agli aironi,
odio il cacciatore buono che difende l’habitat naturale
e quello incosciente che ammazza l’amico o un parroco mentre dorme,
odio i ristoranti con gli animali impagliati come trofei,
scoiattoli, marmotte, civette e gufi che ti osservano con gli occhi di vetro,
odio chi spara vicino alle abitazioni, i pallini di piombo nel tuo giardino,
odio la legge fascista (*)2 che permette di entrare nei fondi privati,
i cacciatori che si aggirano a meno di 100 metri dalle case (*)3
con il fucile e il colpo in canna quando la legge lo proibisce,
odio chi mi toglie il piacere della vista di un cervo, di una ghiandaia,
di animali che i miei figli vedranno solo allo zoo o nei parchetti,
odio non poter andare a funghi senza la paura di essere scambiato per un cinghiale
e ascoltare il rumore cupo e cadenzato delle doppiette invece che il canto degli uccelli,
odio la scomparsa dal cielo degli arabeschi formati dagli stormi,
odio l’esproprio della natura fatto per il piacere di pochi (*)4,
il non poter vedere su un tetto i nidi delle cicogne che non migrano più per l’Italia
per sopravvivere ai cacciatori,
odio i riti della caccia, i coltellacci per squartare gli animali, il cameratismo tra uomini veri,
odio chi uccide per piacere, chi definisce sport l’annientamento di una creatura,
una di quelle con cui parlava San Francesco,
odio chi caccia perché “si uccidono anche gli animali d’allevamento”
odio chi libera i fagiani allevati in cortile per poi fulminarli dopo pochi metri,
odio chi usa la caccia e i cacciatori per fini politici,
odio chi non rispetta gli animali e dice di rispettare l’uomo.

(*)1. La stima è di 150 milioni di animali uccisi ogni anno
(*)2. Art. 842 Caccia e pesca – Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno.
(*)3. La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro. E’ vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri.
(*)4. 1.2% della popolazione italiana (dati 2007).

Ps: aderisci ai Comitati contro la caccia

Woodstock 5 stelle - Io ci sarò

Commenti disabilitati su Odio la caccia

Processo Cava Gisana: 4 condanne, 27 assoluzioni

Posted in Varie by admin on 7 Luglio 2010

Si è chiuso con 27 assoluzioni e quattro condanne il processo scaturito dalla presunta maxi truffa allo Stato per il progetto di realizzazione di un impianto di biomassa in contrada Gisana Liccio. Carabinieri e Guardia di finanza avevano avviato indagini su false fatturazioni relative ad un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad una legge europea specifica per gli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, in particolare per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi. Per tutti gli imputati è caduta in aula l’accusa di associazione per delinquere, mentre la condanna per quattro di loro è arrivata per una tentata truffa.

Michele Rizza, Marco Spadaro, Graziella Candiano e Ignazio Morana sono stati condannati ad un anno di carcere ciascuno.

Il collegio penale ha invece assolto Maurizio Currò, Andrea Dominici, Rosario Pitino, Vincenzo Iemmolo, Beniamino Girasa, Rosario Puglisi, Pietro Natale Modica Agnello, Rosario Spadaro, Antonino Di Rosa, Francesco Fratantonio, Giorgio Buscema, Giorgio Sarta, Pietro Spadola, Sabina Monaco, Biagio Guastella, Giorgio Iachininoto, Gianluca Regali, Pietro Spadola, Marcello Abate, Franca Cerruto, Giovanni Morana, Raffaele Cappello, Giuseppe Terranova, Giovannella Abate, Francesco Di Raimondo, ed i funzionari del Comune di Modica Francesco Paolino, Giuseppe Castagnetta e Alessandro Modica.

Nella precedente udienza il pubblico ministero, Gaetano Scollo, aveva chiesto pene variabili da uno a tre anni e l’assoluzione di tutti gli imputati dall’accusa di associazione a delinquere, perchè il fatto non sussiste

Commenti disabilitati su Processo Cava Gisana: 4 condanne, 27 assoluzioni

Cava Gisana, richieste condanne.

Posted in Varie by admin on 26 Maggio 2010

Condanne variabili da tre ad un anno e parecchie assoluzioni. Il pubblico ministero, Gaetano Scollo, ha chiuso la sua requisitoria nel maxi processo in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, presidente, Tigano e Manenti, a latere), che vede imputate 31 persone più un’altra che sarà processata a parte poiché trasformato da testimone ed imputato nel corso della sua audizione in aula. L’accusa per tutti è di truffa in danno dello Stato. Un dato importante: il piemme ha chiesto l’assoluzione “in blocco” per l’associazione a delinquere “perchè il fatto non sussiste”.

Tre anni ciascuno sono stati chiesti per i due imprenditori che avevano deciso di avviare il progetto per la realizzazione di un impianto di biomassa in Contrada Gisana Liccio, mentre un anno ciascuno è stato chiesto per gli imprenditori che avrebbero emesso fatture false, cioè senza che nei fatti fossero state eseguite le forniture e le opere.
Assoluzione per quasi tutti i professionisti coinvolti, compreso il dirigente comunale, Francesco Paolino, che era già stato assolto assolto in precedenza da altri reati. Oggetto del processo l’indagine, come si diceva, sul progetto per la realizzazione dell’impianto, svolta dal Nucleo di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri e dal Gico della Guardia di Finanza. Gli inquirenti hanno ipotizzato false fatturazioni su un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad una legge europea specifica per gli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, nello specifico per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi.

Un imprenditore ha già patteggiato una pena pecuniaria, mentre erano stati assolti, perchè il fatto non sussiste, insieme a Paolino, l’ex Soprintendente ai Beni Culturali di Ragusa, Beatrice Basile, i suoi collaboratori Giuseppe Saggio, Calogero Rizzuto e Francesco Ascanio. I giudici hanno fissato altre due udienze per le arringhe difensive e per le sentenze al sette ed al quattordici luglio. Gli imputati sono Maurizio Currò, Andrea Dominici, Michele Rizza, Rosario Pitino, Vincenzo Iemmolo, Beniamino Girasa, Rosario Puglisi, Pietro Natale Modica Agnello, Rosario e Marco Spadaro, Graziella Candiano, Ignazio Morana, Antonino Di Rosa, Francesco Fratantonio, Alessandro Modica, Giorgio Buscema, Giorgio Sarta, Pietro Spadola, Sabina Monaco, Biagio Guastella, Giorgio Iachininoto, Gianluca Regali, Pietro Spadola, Marcello Abate, Franca Cerruto, Giovanni Morana, Raffaele Cappello, Giuseppe Terranova, Giovannella Abate, Francesco Di Raimondo e Giuseppe Castagnetta.

Fonte: RTM

Commenti disabilitati su Cava Gisana, richieste condanne.

Nucleare. Inutile, dannoso e costoso, gli ambientalisti si mobilitano.

Posted in Varie by admin on 27 Aprile 2010

Un rapporto presentato dai Verdi nel 24mo anniversario di Chernobyl: in Italia ci sono 90 mila tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi, nei 20 anni seguiti alla chiusura delle centrali il nostro Paese ha speso 12 miliardi di euro. Verso un Comitato nazionale

di CARMINE SAVIANO

Dodici miliardi di euro in vent’anni. E’ quanto in Italia è stato speso dalla chiusura delle centrali nucleari ad oggi. Soldi utilizzati esclusivamente per gestire le scorie radioattive. E che non hanno  finanziato né nuove ricerche su energie rinnovabili né la costruzione di un deposito unico nazionale. La denuncia è contenuta in un dossier presentato dai Verdi in occasione del 24° anniversario del disastro di Chernobyl: “L’Italia paga per il nucleare che non ha”. E riparte la mobilitazione ambientalista. Per Legambiente “la scelta del governo di far ritornare il nucleare in Italia è rischiosa e sbagliata”. E sul deposito nazionale di scorie crescono le preoccupazioni in merito all’ipotesi di costruirlo nell’area del Garigliano, tra la provincia di Caserta e quella di Latina. “Proprio in quella zona, abbiamo già avuto la nostra piccola Chernobyl”.

Il dossier dei Verdi. Novantamila metri cubi di rifiuti tossici e radioattivi. A tanto ammonta il lascito delle centrali nucleari italiane, chiuse nel 1990. Un’enorme quantità di scorie sparse in tutto il Paese. Una bomba ecologica non ancora disinnescata che lo Stato sorveglia al costo di 500 milioni di euro l’anno. Soldi, naturalmente, pubblici. Sessantacinquemila tonnellate di questi rifiuti di seconda e terza categoria “provengono dalle centrali in dismissione”. Per completare il quadro, bisogna aggiungere “una produzione annuale di 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali”. E le scorie non invecchiano. La loro pericolosità è quasi permanente. “Quelli di seconda categoria sono rifiuti pericolosi per circa 300 anni mentre quelli di terza rimangono carichi di radioattività anche per 250mila anni”.

L’accordo con la Francia. Al centro delle polemiche, l’accordo che il governo italiano ha sottoscritto con la Francia 1 per la costruzione di reattori nucleari. E Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ha un sospetto: “Con Parigi potrebbero esserci altri accordi, riservati, per la costruzione di armi atomiche”. Anche Legambiente critica la scelta del governo. Affidando le proprie motivazioni a uno studio condotto sulla tecnologia nucleare francese. Quella che l’Italia dovrebbe importare. E l’EPR, la sigla che identifica il reattore d’oltralpe, viene definito “un bidone”.  

Verso un Comitato Nazionale Antinucleare. Le associazioni ambientaliste sono al lavoro per mettersi in rete. La cornice ideologica è indicata in un documento, sottoscritto, tra gli altri, da Wwf, Italia Nostra, Greepeace e Legambiente. Nel testo vengono elencati i motivi che rendono la svolta nucleare “inutile e pericolosa”: autosufficienza energetica già raggiunta, costi eccessivi del nucleare, scarse prospettive di impiego. E poi, il nucleare non ridurrebbe la dipendenza energetica dell’Italia, perché “dovremmo importare uranio, tecnologia e brevetti”.

La piccola Chernobyl sul Garigliano. L’ipotesi di costruire il deposito nazionale di scorie nell’area del Garigliano, è molto discussa. Anche perché, ricorda il dossier dei Verdi, la zona è già stata interessata da alcuni incidenti. Una lunga e agghiacciante sequenza. Che parte dalla metà degli anni ’70. E che si svolge nella centrale nucleare di Sessa Aurunca, provincia di Caserta. Nel dicembre 1976 “il fiume Garigliano in piena, entra nel locale sotterraneo raccogliendo oltre un milione di litri d’acqua contaminata”. Un incidente analogo si verifica nel novembre del 1979. Poi passa un anno. E nel novembre del 1980 “le piogge abbondanti penetrano nella centrale. E fuoriescono nel fiume portandosi dietro cesio 137”. Due anni dopo “un contenitore su rimorchio ferroviario da Roma perde per strada 9.000 litri di acqua con cobalto 58, cobalto 60, e manganese 54”. E per il dossier sono documentabili, nel 1972 e nel 1976, due esplosioni dei filtri del camino centrale.

Incidenti che “hanno contaminato fiumi e terreni. E 1700 chilometri quadrati di mare, come certificano studi condotti dall’ENEA tra il 1980 e il 1982”, dice Giulia Casella, presidente del circolo Legambiente di Sessa Aurunca. Che, in merito all’ipotesi di costruire sul Garigliano il deposito nazionale di scorie, dice: “Si tratta di un’ipotesi sciagurata. L’area è inadatta dal punto di vista idrogeologico. E non lo diciamo noi. Lo attesta un documento del governo del 1985”.

Commenti disabilitati su Nucleare. Inutile, dannoso e costoso, gli ambientalisti si mobilitano.
« Previous PageNext Page »